Beowulf
Incipit dell'opera in un manoscritto
Autoresconosciuto
1ª ed. originaleVIII secolo
Generepoema epico
Lingua originaleantico inglese
(ANG)

«Hwæt! We Gardena, in geardagum, þeodcyninga brym gefrunon, hu ða æþelingas ellen fremedon...»

(IT)

«Attenzione! Sappiamo della gloria, in giorni lontani, dei Danesi con l'Asta, dei re della nazione; che grandi cose fecero quei principi, nel passato...»

Bēowulf (pronuncia inglese antica: [ˈbeːəwʊɫf], pronuncia inglese moderna: [ˈbeɪəˌwʊlf][1]) è un poema epico anonimo, scritto in una variante sassone occidentale dell'anglosassone (o inglese antico). La datazione è tuttora incerta, tuttavia gli indizi più significativi finora raccolti dagli studiosi tenderebbero a collocarla attorno alla metà dell'VIII secolo. Con i suoi 3182 versi, è il più lungo poema anglosassone; è giunto attraverso un unico manoscritto, il Cotton Vitellius, conservato alla British Library.

Il titolo Beowulf (dal nome dell'eroe del poema) fu attribuito a quest'opera a partire dal XIX secolo. Non è stato tramandato nelle fonti nordiche nessun racconto che corrisponda a quello del Beowulf; è dunque possibile che l'autore del poema inglese antico abbia rielaborato autonomamente materiale leggendario di origine nordica, creando un'opera originale sulla base di un patrimonio tramandato oralmente. Infatti sebbene sia un poema inglese, si tratta di uno dei più famosi poemi della storia su una ambientazione norrena, che ha poi ispirato centinaia di altri autori di genere epico e fantasy, come per esempio J. R. R. Tolkien. Anthony Burgess osserva che Beowulf è essenzialmente una storia di guerrieri; più precisamente, rappresenta l'unico esempio di poema epico completamente basato sull'archetipo dello scontro fra l'eroe e il mostro (San Giorgio e il drago).

Contesto storico

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Vengono mostrate le tribù menzionate nel Beowulf e mostra il viaggio di Beowulf a Heorot e il probabile sito della composizione del poema, a Rendlesham nella contea del Suffolk, colonizzata dagli Angli.[2][3] Vedere Scandza per i dettagli della frammentazione politica della Scandinavia nel VI secolo.

Gli eventi nel poema hanno luogo durante buona parte del VI secolo e non coinvolgono personaggi inglesi. Secondo alcuni, Beowulf fu composto per la prima volta nel VII secolo a Rendlesham in Anglia orientale, siccome la nave funeraria di Sutton Hoo mostra uno stretto legame con la Scandinavia, ed è probabile che la dinastia reale anglica orientale, i Wuffinga, fosse discendente dei Geati Wulfingas.[2][3] Altri hanno associato il poema alla corte di re Alfredo il Grande o con la corte del re Canuto il Grande.[4]

Il poema miscela elementi storici, fantastici, mitici e leggendari. Sebbene lo stesso Beowulf non è menzionato in alcun manoscritto angloassone,[5] molti personaggi e eventi nominati nel Beowulf sono attestati nelle fonti scandinave.[6] In particolare, ciò riguarda non solo singoli individui (come Healfdene, Hroðgar, Halga, Hroðulf, Eadgils e Ohthere), ma anche clan (come Scyldings, Scylfings e Wulfings) e eventi come la battaglia tra Eadgils e Onela. L'incursione in Frisia del re Hygelac è menzionata da Gregorio di Tours nella sua Storia dei Franchi e può essere fatto risalire al 521 circa.[7]

L'opinione prevalente vuole che figure come il re Hroðgar e gli Scyldings di Beowulf siano basate su personaggi storici della Scandinavia del VI secolo. Come il Frammento di Finnesburg e diversi poemi più brevi sopravvissuti, il Beowulf è stato di conseguenza utilizzato come fonte di informazioni su figure scandinave come Eadgils e Hygelac, e su figure germaniche continentali come Offa, re degli Angli continentali.[8] Tuttavia, lo studioso Roy Liuzza sostiene che il poema è "frustrantemente ambivalente", non è né mito né racconto popolare, ma è ambientato "su un complesso sfondo di storia leggendaria... su una mappa approssimativamente riconoscibile della Scandinavia", e commenta che i Geati del poema potrebbero corrispondere ai Gautar (dell'odierno Götaland); o forse ai leggendari Getae.

Reperti dal tumulo occidentale di Gamla Uppsala a sinistra, scavati nel 1874, sono a sostegno della veridicità di Beowulf e delle saghe.[9]

Le prove archeologiche del XIX secolo potrebbero confermare alcuni elementi della storia di Beowulf. Eadgils fu sepolto a Uppsala (Gamla Uppsala, Svezia) secondo Snorri Sturluson. Quando il tumulo occidentale (a sinistra nella foto) fu scavato nel 1874, i reperti mostrarono che un uomo potente fu sepolto in un grande tumulo, intorno al 575, su una pelle d'orso con due cani e ricche offerte funerarie. Il tumulo orientale fu scavato nel 1854 e conteneva i resti di una donna, o di una donna e un giovane uomo. Il tumulo centrale non è stato scavato.[9][10]

In Danimarca, recenti scavi archeologici a Lejre, dove la tradizione scandinava colloca la sede degli Scyldings, Heorot, hanno rivelato che una sala fu costruita a metà del VI secolo, in corrispondenza del periodo descritto nel Beowulf, alcuni secoli prima della composizione del poema.[11] Durante gli scavi sono state trovate tre sale, ciascuna lunga circa 50 metri.[11]

Storia del manoscritto

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Beowulf è il più lungo poema epico in lingua inglese arcaica nonché uno dei più antichi fra quelli sopravvissuti. Il manoscritto in cui fu ritrovato è generalmente datato intorno all'anno 1000. Insieme a Beowulf, il manoscritto conservato alla British Library, il cosiddetto Cotton Vitellius, raccoglie altre opere di epoche diverse, accomunate dalla presenza di mostri e creature fantastiche. La trascrizione del manoscritto è opera di due monaci amanuensi, ciascuno dei quali ha copiato circa metà del poema. Il manoscritto appartenne a Lawrence Nowell nel XVI secolo (ed è per questo noto anche come Codice Nowell); passò in seguito a Robert Bruce Cotton nel XVII secolo, e fu danneggiato da un incendio della Cottonian Library nel 1731.

Trama

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Mappa dei territori e delle tribù del poema

Il poema si apre con la costruzione di un'immensa dimora per ordine del re danese Hrothgar a Heorot, il "Cervo". La splendida reggia attira l'attenzione di Grendel, un "vagabondo delle marche", un mostro gigantesco e sanguinario il cui aspetto viene descritto sempre indirettamente e a tratti, probabilmente un troll della mitologia nordica. Dopo aver osservato con attenzione la vita nella reggia dall'esterno per qualche tempo, Grendel prende a far visita al Cervo ogni notte, mietendo molte vite a ogni suo passaggio.

In soccorso al disperato re danese arriva Beowulf, nipote del re dei Geati, che abitano in Svezia meridionale. Anche dell'aspetto di Beowulf non si sa molto; certamente si tratta di un uomo molto giovane, fisicamente "eccessivo" (dotato di una statura e di una forza sovrumane, che lo fanno spesso apparire simile a quei giganti che la mitologia nordica ritrae sempre come ostili e pericolosi). Saputo che la bestia non può essere scalfita dalle armi forgiate da umani, Beowulf decide di affrontare Grendel a mani nude. In un terribile combattimento, grazie all'intervento di tutti gli uomini che aiutano Beowulf ad immobilizzarne e a strapparne un braccio, Grendel, privo dell'arto, fugge alla sua tana nella palude marittima, dove muore. Il suo braccio viene attaccato ad una parete di Heorot come trofeo.

Passata tutta la giornata a festeggiare al Cervo, la notte successiva il palazzo viene visitato da una creatura altrettanto sanguinaria, la madre di Grendel, che viene rappresentata come una donna mostruosa e gigantesca, che abita con il figlio in un antro subacqueo nascosto egli acquitrini marittimi di una marca remota e inquietante. Beowulf offre ancora il suo sostegno al re e si reca, in una sorta di simbolica discesa agli inferi, a incontrare l'Orchessa, uscendone nuovamente vittorioso. Tuttavia, è da evidenziare una escalation drammatica nel fatto che, per affrontare l'Orchessa, Beowulf, diversamente da quanto accaduto con Grendel, affronta da solo il nemico e non rinuncia ad armi ed armature, anzi si affida esplicitamente alla cotta e alla sua spada, che peraltro si rivelerà incapace di scalfire la pelle del mostro.

Beowulf riesce ad avere la meglio solo in virtù di una spada prodigiosa, forgiata non da mano umana, trovata in una circostanza fortuita nell'antro del mostro durante la lotta, senza la quale sarebbe certamente perito nello scontro. Ad esaltare le doti fisiche di Beowulf, la spada, forgiata per dei giganti, viene descritta di dimensioni eccessive per essere manovrata da un normale essere umano. Essa andrà distrutta, corrosa dal sangue delle due bestie, la madre e Grendel, il cui corpo giace nella tana e a cui Beowulf mozza la testa come trofeo.

In una subitanea accelerazione della narrazione, Beowulf, tornato in patria, diventa re dei Geati e regna per 50 anni. Il suo regno viene però aggredito da un nuovo mostro, questa volta un lindworm volante (quest'ultimo definito anche come drago e serpente di fuoco), risvegliato dal suo torpore dopo essersi accorto dell'assenza di una coppa dal mucchio del tesoro nella sua tana. La figura del drago di Beowulf rappresenta un esempio canonico a cui si è certamente ispirata molta letteratura successiva, anche contemporanea[12]: il drago di Beowulf è una serpe alata e volante; sputa fiamme e custodisce un antico tesoro. Già anziano, Beowulf affronta il drago per proteggere il proprio regno; pur riuscendo a ucciderlo, morirà anch'egli nello scontro (come Thor è destinato a morire uccidendo il gigantesco serpente d'acqua).

Personaggi

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Personaggi principali in ordine alfabetico:

La prima pagina del manoscritto di Beowulf in inglese antico

Antagonisti:

Personaggi secondari:

Forma letteraria

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Il testo è fondato sull'allitterazione (non vi sono rime) e il metro è basato sul numero di accenti (quattro per verso) anziché sul numero di sillabe. Lo stile narrativo fa largo uso delle kenning (tipiche di gran parte della letteratura antica nordeuropea) ovvero sul riferimento a personaggi, luoghi, eventi attraverso perifrasi e metafore canoniche (per esempio i "marinai" sono i "guerrieri del mare"). Le kenning, che contribuiscono a conferire al testo un sapore fortemente allegorico, sono usate in modo sistematico; spesso, addirittura, più kenningar vengono combinate in un'unica frase, in costruzioni linguistiche spesso difficilmente penetrabili dal lettore moderno.

Impatto culturale

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Beowulf combatte contro il drago, disegno per una serie a fumetti del 1908

Riferimenti a Beowulf si trovano anche in molti videogiochi:

Note

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  1. ^ Beowulf, su Collins English Dictionary, HarperCollins. URL consultato il 9 giugno 2021.
  2. ^ a b Howell D. Chickering, Beowulf, dual-language, New York, Doubleday, 1977.
  3. ^ a b Sam Newton, The Origins of Beowulf and the Pre-Viking Kingdom of East Anglia, Woodbridge, Suffolk, England, Boydell & Brewer, 1993, ISBN 978-0-85991-361-4.
  4. ^ Robin Waugh, Literacy, Royal Power, and King-Poet Relations in Old English and Old Norse Compositions, in Comparative Literature, vol. 49, n. 4, 1997, pp. 289–315, DOI:10.2307/1771534, JSTOR 1771534.
  5. ^ John Grigsby, Beowulf & Grendel : the truth behind England's oldest myth, Watkins, 2005, p. 12, ISBN 978-1-84293-153-0, OCLC 61177107.
  6. ^ Tom A. Shippey, Wicked Queens and Cousin Strategies in Beowulf and Elsewhere, Notes and Bibliography, in The Heroic Age, n. 5, Summer 2001.
  7. ^ Leo M. Carruthers, Beowulf, Didier Erudition, 1998, p. 37, ISBN 978-2864603474.
  8. ^ Carl Edlund Anderson, Formation and Resolution of Ideological Contrast in the Early History of Scandinavia (PDF), su carlaz.com, University of Cambridge, Department of Anglo-Saxon, Norse & Celtic (Faculty of English), 1999, p. 115. URL consultato il 1º ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2017).
  9. ^ a b Birger Nerman, Det svenska rikets uppkomst [The Rise of the Swedish Realm], Stockholm, 1925.
  10. ^ (SV) Elisabeth Klingmark, Gamla Uppsala, Svenska kulturminnen 59, Riksantikvarieämbetet.
  11. ^ a b John D. Niles, Beowulf's Great Hall, in History Today, vol. 56, n. 10, ottobre 2006, pp. 40–44.
  12. ^ Si pensi ai draghi di Tolkien.
  13. ^ Recensione: Beowulf, su ComicsViews. URL consultato il 16 marzo 2022.

Bibliografia

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Edizioni critiche

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Traduzioni

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Traduzioni italiane

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Traduzioni inglesi

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Fonti

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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