Segni di punteggiatura apostrofo ' ’ barra / ⁄ due punti : lineetta ondulatalineetta .mw-parser-output .Unicode{font-family:TITUS Cyberbit Basic,Code2000,Doulos SIL,Chrysanthi Unicode,Bitstream Cyberbit,Bitstream CyberBase,Bitstream Vera,Thryomanes,Gentium,GentiumAlt,Visual Geez Unicode,Lucida Grande,Arial Unicode MS,Microsoft Sans Serif,Lucida Sans Unicode;font-family:inherit}‒ – — ― parentesi ( ) [ ] { } ⟨ ⟩ < > punti di sospensione … ... punto e virgola ; punto esclamativo ! ¡ punto fermo . punto interrogativo ? ¿ punto mediano · spazio         tratto d'unionevirgola , virgolette « » ‘ ’ “ ” Segni tipografici asterisco * asterismobarra rovesciata \ barra verticale | ‖ ¦ cancelletto # chiocciola o a commerciale @ circonflesso ^ copyright © ℗ e commerciale (et) & foglia aldinagrado ° indicatore ordinale º ª punto esclarrogativo ‽ ⸘ ironialosangamanina ☞ ☟ ☜ marchio ™ ℠ ® menonotanumeroobelisco † ‡ obelo ÷ paragrafo § per × perciòper cento/mille/punto base % ‰ ‱ piede di moscapiù + primo ′ ″ ‴ punto elencotilde ~ tombstonetrattino basso _ trattino-meno - uguale = Simboli monetari ¤฿¢$ƒ£ ¥ Ortografia · Segno diacritico V · D · M

L'asterisco è un carattere tipografico. È graficamente rappresentato da una stella a cinque o sei punte[1] (raramente otto). La sua invenzione è attribuita a Aristarco di Samotracia, mentre l'etimologia del suo nome potrebbe derivare dal latino medievale astericolum, i, mutato dal greco ἀστερίσκος (asteriskos), letteralmente "stellina", dovuto alla sua forma.

Utilizzo

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L'asterisco ha molteplici usi; i due più conosciuti sono senz'altro quelli a livello testuale: a) rimando alle note a piè di pagina; b) segnalazione dell'omissione volontaria (o della censura) di una parte di testo che viene, per così dire, "criptata" (il signor R*).

In linguistica invece indica, posto prima di una parola, una forma della stessa non documentata storicamente ma supposta o ricostruita (specie negli etimi); altrimenti indica un costrutto linguistico agrammaticale o asemantico.

Uso tipografico

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È adoperato quando nei testi si necessita di una spiegazione che non può essere data subito, ma per la quale si deve ricorrere alle note: la presenza di un asterisco sulla parola da spiegare e di un altro uguale al primo, a fondo pagina, con accanto le delucidazioni necessarie è senz'altro il sistema più adoperato. Quando nella stessa pagina c'è bisogno di chiarire diverse parole, per evitare di creare confusione utilizzando sempre lo stesso asterisco (che infatti potrebbe rimandare ad una qualsiasi delle note presenti a piè di pagina), si usano tre diversi sistemi:

Uso in ambito scientifico

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È usato in informatica nei linguaggi di programmazione per indicare il per. Per esempio (in Python):

def moltiplicazione(a, b):
    risultato = a * b
    return risultato

Informatica

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Web

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Principalmente sul web, l'asterisco è utilizzato come alternativa al "maschile universale" della lingua italiana. Insorge però il problema dell'impossibilità di pronunciare il grafema perciò è preferibile l'uso del fonema/grafema schwa, il quale è stato comunque respinto dall'Accademia della Crusca, secondo cui nelle lingue flessive il genere come categoria grammaticale non coincide necessariamente con le caratteristiche sessuali delle persone referenti, e ha pertanto invitato, nella redazione di testi di carattere formale e ufficiale, a un uso del maschile plurale inteso come genere grammaticale non marcato.[3] Questa posizione tuttavia si pone in contrasto con studi e linee guida pubblicate in questi anni, a partire da Il sessismo nella lingua italiana di Alma Sabatini (1987).

Altri usi

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Asterismo

Note

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  1. ^ (EN) Asterisk, su cormullion’s blog, 9 ottobre 2020.
  2. ^ oggetto, struttura dati, tipo base, ...
  3. ^ Paolo D'Achille, Un asterisco sul genere - Consulenza Linguistica, su Accademia della Crusca, 24 settembre 2021. URL consultato il 25 febbraio 2023.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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