Vernon Vinge

Vernor Steffen Vinge ([ˈvɪndʒ]; Waukesha, 2 ottobre 1944La Jolla, 20 marzo 2024[1]) è stato uno scrittore statunitense di romanzi di fantascienza e di informatica.

Ha vinto tre volte il Premio Hugo per il miglior romanzo, nel 1993 con Universo incostante, nel 2000 con Quando la luce tornerà e nel 2007 con Alla fine dell'arcobaleno, e due volte per il miglior romanzo breve, nel 2002 con Tempi veloci a Fairmont High e nel 2004 con I simulacri.

Biografia

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È stato professore di matematica alla San Diego State University fino al 2002, quando si è ritirato per dedicarsi a tempo pieno all'attività letteraria.

La sua carriera di scrittore è iniziata con il racconto Corri, Norman, corri! (Bookworm, Run!), del marzo 1966. Altre sue storie sono apparse su pubblicazioni di fantascienza fino agli inizi degli anni settanta.

Dopo aver rielaborato il racconto Grimm's Story nel più lungo Il mondo di Grimm (Grimm's World, 1969), pubblicato in Italia nella collana Urania, nel 1976 pubblica il suo primo vero romanzo, Naufragio su Giri (The Witling).

Acquista notorietà nel 1981 con il romanzo breve Il vero nome (True Names), una delle prime opere a introdurre il concetto di cyberspazio (il cui termine sarà effettivamente coniato solo l'anno dopo da William Gibson), poi centrale nella fantascienza cyberpunk.

Altro concetto presente nelle sue opere è quello di singolarità tecnologica. Vinge cominciò a parlarne negli anni ottanta e raccolse i suoi pensieri nel saggio The Coming Technological Singularity.[2][3] Da allora fu il soggetto di molte storie e scritti. Secondo tale concetto, il progresso scientifico raggiungerà un punto in cui oltrepasserà la comprensione umana e darà vita a un nuovo tipo di civiltà.

L'ex moglie, Joan D. Vinge, è anch'essa un'apprezzata scrittrice di fantascienza.

Opere

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(ove tradotte è indicata la prima edizione italiana[4])

Romanzi

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Fuori serie

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Serie Realtime/Bobble

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Serie Zones of Thought

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Antologie

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Narrativa breve non raccolta

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Saggi

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Note

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  1. ^ (EN) Vernor Vinge (1944-2024), su news.ycombinator.com, 20 marzo 2024. URL consultato il 21 marzo 2024.
  2. ^ Vernor Vinge, The Coming Technological Singularity. How to Survive in the Post-Human Era, 1993, dal sito della San Diego State University., su www-rohan.sdsu.edu. URL consultato il 5 settembre 2008.
  3. ^ Vernor Vinge, Technological Singularity, 2003, Whole Earth Review, n°111, primavera 2003, dal sito della San Diego State University., su www-rohan.sdsu.edu. URL consultato il 5 settembre 2008.
  4. ^ Le informazioni sulle traduzioni sono tratte dal Catalogo Vegetti.
  5. ^ a b 2007 Award Winners & Nominees, su Worlds Without End. URL consultato il 12 agosto 2010.
  6. ^ 1985 Award Winners & Nominees, su Worlds Without End. URL consultato il 12 agosto 2010.
  7. ^ 1987 Award Winners & Nominees, su Worlds Without End. URL consultato il 12 agosto 2010.
  8. ^ 1992 Award Winners & Nominees, su Worlds Without End. URL consultato il 12 agosto 2010.
  9. ^ a b 1993 Award Winners & Nominees, su Worlds Without End. URL consultato il 12 agosto 2010.
  10. ^ 1999 Award Winners & Nominees, su Worlds Without End. URL consultato il 12 agosto 2010.
  11. ^ a b c 2000 Award Winners & Nominees, su Worlds Without End. URL consultato il 12 agosto 2010.
  12. ^ Vernor Vinge, Win a Nobel Prize!, in Nature, vol. 407, n. 6805, 12 ottobre 2000, p. 679, DOI:10.1038/35037684. (Paid subscription required.)
  13. ^ Vernor Vinge reading A Dry Martini, recorded live at Penguicon 6.0 on aprile 20th, 2008
  14. ^ Vernor Vinge, BFF's first adventure, in Nature, vol. 518, n. 7540, 26 febbraio 2015, p. 568, DOI:10.1038/518568a.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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