Sentinellesi | ||||
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Luogo d'origine | India (Isole andamane) | |||
Popolazione | sconosciuta, stimata tra i 15 e i 500 | |||
Lingua | Lingua sentinellese | |||
Distribuzione | ||||
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I sentinellesi (in inglese Sentinelese, Sentineli o North Sentinel Islanders) sono la tribù indigena dell'isola di North Sentinel, nelle isole Andamane, in India. Appartenenti al popolo degli andamanesi, resistono al contatto con il mondo esterno e sono tra le ultime popolazioni a rimanere praticamente incontaminate dalla civiltà moderna.
I sentinellesi mantengono una società di sussistenza del tipo cacciatore-raccoglitore, consistente nella caccia, la pesca e nella raccolta di piante selvatiche. Non vi è alcuna prova di alcuna pratica agricola, né allevatoria, o di metodi per produrre fuoco[1].
La lingua sentinellese rimane non classificata e non è reciprocamente comprensibile con quella jarawa, tipica delle popolazioni più prossime[2]. I sentinellesi sono ufficialmente definiti in India come tribù riconosciuta o Scheduled Tribe[3].
Si ritiene che essi vivano nell'isola da circa 60000 anni: molto probabilmente i loro antenati presero parte alle prime migrazioni preistoriche fuori dal continente africano[4]. Sono la tribù più isolata al mondo e rifiutano ogni contatto con l'esterno. Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, li definisce «la società più vulnerabile del pianeta»[5] in quanto, a causa dell'isolamento, non hanno sviluppato alcuna difesa immunitaria e sono sterminabili persino da un semplice raffreddore. Cacciano e raccolgono i frutti della foresta, e pescano lungo le coste, come la vicina tribù degli Jarawa[6]. Vivono in lunghe capanne comuni e usano canoe a bilanciere per navigare nel mare intorno all'isola. Il governo locale ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di interferire con lo stile di vita o l'habitat dei sentinellesi.
Nel 1991 l'antropologa Madhumala Chattopadhyay riuscì a stabilire un contatto pacifico con i sentinellesi, offrendo loro noci di cocco per mostrare assenza di intenti ostili[7]. Nel 2004, dopo lo tsunami, alcuni membri della tribù furono fotografati mentre lanciavano frecce contro l'elicottero che sorvolava la loro terra[8]. Nel 2006 i sentinellesi uccisero due pescatori che pescavano illegalmente granchi del fango attorno all'isola. L'ancoraggio improvvisato della loro barca non era riuscito a impedire che venisse portata via dalle correnti mentre erano addormentati; così l'imbarcazione si spostò nei pressi delle rive dell'isola, dove i due uomini furono uccisi. Un elicottero della Guardia costiera indiana, inviato per recuperare i corpi, fu respinto dai guerrieri sentinellesi che scagliarono un nugolo di frecce[9].
Nel novembre 2014, Survival International ha denunciato che pescatori di frodo stanno prendendo di mira le acque intorno all'isola, mettendo così in grave pericolo la sopravvivenza della tribù[10]; l'organizzazione ha sollecitato le autorità a garantire che l'isola sia protetta da incursioni esterne. A novembre 2018 il missionario John Allen Chau si fece traghettare illegalmente sull'isola nel tentativo di convertire la tribù al cristianesimo, ma fu ucciso sulla spiaggia non appena approdato sull'isola[7].