Noha
frazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Lecce
ComuneGalatina
Territorio
Coordinate40°09′11.63″N 18°09′56.48″E
Altitudine78 m s.l.m.
Abitanti3 700
Altre informazioni
Cod. postale73013
Prefisso0836
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantinohani
Patronosan Michele Arcangelo
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Noha
Noha

Noha, insieme a Collemeto e Santa Barbara è una frazione del comune di Galatina.

Situata a 78 m s.l.m., nella zona centro-occidentale della provincia, dista circa 1 km dal capoluogo comunale in direzione nord.

Toponomastica

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Il suo nome originario, riportato su documenti e mappe geografiche del passato era Noe, mentre in altri documenti era chiamata Noia. Esistono varie teorie circa l'origine del nome stesso. Noha potrebbe aver ereditato il suo nome dall'antica famiglia feudataria dei De Noha da Lecce, presente nel territorio sicuramente già dal 1253. Nei documenti più antichi la città compare con il nome di "Noia", il che farebbe ipotizzare una possibile derivazione dal termine medioevale "novia", che stava ad indicare i terreni palustri. Altri sostengono invece che derivi dalla parola greca "noe", cioè vedere, ipotizzando che stesse ad indicare la posizione di osservazione favorevole della città, più elevata rispetto al territorio circostante.

Secondo il prof. R. Franchini di Novoli, la spiegazione sarebbe da ricondurre all'antica tradizione di intitolare i villaggi a nomi di santi, in particolar modo dopo il IX secolo si diffuse in Terra d'Otranto la devozione per la Madonna di Costantinopoli, cioè "S. Maria Novae Odegitriae", abbreviato in "Santa Maria Novae", da cui Noe.

Un'ultima teoria farebbe derivare invece il nome dal latino "domus novae" (case nuove) con riferimento alla ricostruzione delle abitazioni successiva alla distruzione del centro operata intorno al 500 dai barbari. A sostegno di questa teoria anche il termine dialettale tuttora usato per indicare il paese: "Nove", che in salentino significa "nuove". È quindi probabile che i nobili De Noha, che nel paese misero il centro della loro baronia, adattarono il nome "Noe" al loro cognome.

Quando il comune di Galatina, dopo aver inglobato tutti i possedimenti di Noha, ne face una sua frazione, fissò nei documenti ufficiali il nome attuale del paese.

Storia

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Il territorio su cui sorge Noha è stato abitato fin dai tempi più antichi. Il ritrovamento di tombe e reperti del periodo messapico fa ipotizzare che il centro sia sorto tra il 400 ed il 200 a.C., quando i Messapi colonizzarono gran parte del Salento. L'antico villaggio messapico era collocato nella zona tra l'attuale masseria Colabaldi, la cappella di Sant'Antonio, e località detta la "ghianda".

Noha è stata sicuramente abitata anche nel periodo romano. In seguito alla sconfitta dei Sanniti la Puglia entrò a far parte dell'Impero romano ed i salentini furono impegnati nella guerra contro i Cartaginesi di Annibale che si spinse fino al Capo di Leuca. Probabilmente l'antico abitato di Noha andò distrutto o danneggiato in questo periodo, ma fu successivamente ricostruito e si ampliò notevolmente. Nelle campagne intorno al paese sono stati ritrovati numerosi reperti del periodo romano.

Nel 410 d.C. i Visigoti, dopo aver saccheggiato Roma, invadono l'Italia meridionale, compresa la penisola salentina. Nello stesso secolo arrivano i Vandali e nel 500 i Goti. In questo periodo si presume che Noha fu nuovamente distrutta. Nel 554 durante la guerra greco-gotica i Bizantini guidati dal generale Narsete sconfiggono i barbari ed il Salento passa sotto il controllo dell'Impero bizantino.

In seguito al Concilio di Nicea II (784) che mise fine alla persecuzione dei monaci di rito greco ad opera degli Iconoclasti, molti monaci e religiosi che avevano trovato riparo nel Salento iniziarono a costruire su tutto il territorio chiese e conventi. Anche a Noha i Basiliani costruirono il loro convento, oggi distrutto. Il convento sorgeva presumibilmente su un terreno di fronte alla masseria Colabaldi, ancora oggi chiamato "Santu Totaru" (San Teodoro). Recentemente in quel terreno è stato ritrovato nel corso di alcuni lavori un pozzo molto profondo forse quello collocato al centro del convento.

A Noha si praticò il rito bizantino fino al 1637. Vi era una chiesa greca dedicata alla Madonna di Costantinopoli, divenuta in seguito alla latinizzazione la chiesa della Madonna delle Grazie, oltre a questa chiesa e alla matrice di S Angelo nel territorio di Noha erano presenti altre 13 chiese appartenenti alla chiesa di Sant'Angelo. Queste altre chiese furono distrutte dai turchi, di queste ne rimangono solo tre: Sant'Antonio Vecchio:ora Sant'Antonio di Padova, San Teodoro e San Vito: ora esistenti, ma ne rimangono alcuni resti. Si sa per certo che nel 1270 il barone di Noha era Pietro De Noha, membro di un'antica e nobile famiglia leccese, i De Noha appunto, che possedettero numerosi feudi in tutto il Salento.

Dalla visita pastorale del 1412 si apprende che in quel periodo la popolazione era di circa 700 abitanti. Nel XV secolo numerose guerre sconvolsero la Terra d'Otranto, le campagne divennero disabitate, alcuni borghi vennero distrutti, la popolazione si concentrò nei centri più sicuri. In questo periodo Noha vide diminuire notevolmente la sua popolazione, tanto che nel 1532 questa non superava le 150 unità. Per contro il vicino casale di Galatina acquisì una grande importanza diventando uno dei maggiori centri della provincia.

Fino al 1500 circa Noha fu suffeudataria del Conte di Lecce, divenne poi autonoma sino al 1583, quando si estinse la famiglia De Noha, con la morte del barone Giulio Cesare De Noha. Le proprietà dei De Noha furono divise in mancanza di eredi maschi. Il casale di Noha con le dipendenze di Pisanello e Padulano andò alla figlia del Barone, Adriana, che lo portò in dote nel matrimonio con il Marchese di Marigliano, Geronimo Montenegro. Nel 1693 Noha passò alla famiglia Spinola. Nello stesso anno gli Spinola comprarono anche il Ducato di Galatina. Da allora le due città rimasero soggette allo stesso potere e seguirono insieme le sorti della nobile famiglia. Tuttavia erano comuni autonomi come risulta da numerosi documenti. Nel 1806 Noha aveva ancora una propria amministrazione comunale e quando nel 1809 fu stabilito lo stato civile, nel comune di Noha furono compilati i relativi uffici autonomamente. Dal catasto fondiario del 1807 si può risalire inoltre all'effettiva delimitazione del comune di Noha, il cui territorio era diviso in cinque sezioni.

Soltanto quando nel 1811 fu elaborata la nuova circoscrizione che divise la provincia di Terra d'Otranto in comuni, circondari e distretti, il comune di Galatina considerò nei propri documenti Noha come sua frazione. Poiché nessuno si oppose a tale decisione unilaterale da allora fino ad oggi Noha è rimasta ufficialmente una frazione di Galatina.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa di San Michele Arcangelo

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La Chiesa Madre, dedicata a San Michele Arcangelo, fu ricostruita nel 1901 su una struttura precedente. Dai documenti è possibile dedurre le varie fasi della chiesa. La prima struttura risalirebbe al 1452. Fu rifatta nel 1502, poi nel 1600, nel 1857 ed infine nel 1901. Nel 1600 la chiesa era di dimensioni più piccole, con il tetto di tegole. Sulla facciata troneggiava una statua di San Michele in pietra leccese, rimossa nel 1901. Ora si trova nel Museo di Galatina. Presenta un semplice prospetto caratterizzato da un portale, dalle colonne, dall'architrave,dal fregio e da un rosone centrale su cui è posizionato lo stemma di Noha raffigurante tre torri sormontato da una corona. L'interno, a tre navate scandite da pilastri con una cupola, al centro dell'abside l'altare maggiore con un Crocefisso, con due altari barocchi ai lati della croce latina in pietra leccese provenienti dall'antica costruzione seicentesca. Gli altari sono dedicati a San Michele Arcangelo e all'Immacolata. Sono presenti altre opere d'arte dell'antica struttura come le tele dell'Immacolata, della Madonna del Rosario (primo decennio del 1600), della Madonna di Costantinopoli e di San Vito (1721). Vengono custodite le statue di San Michele, di San Luigi Gonzaga, di San Rocco, di San Biagio, del Sacro Cuore di Gesù, di Sant'Antonio da Padova, della Madonna del Rosario, di San Gabriele dell'Addolorata, dell'Immacolata, del Cristo Risorto e di Santa Lucia. Accanto all'altare dell'Immacolata c'è l'altare del Sacro Cuore e del Santissimo Sacramento con un altorilievo dell'Apparizione di Gesù con il cuore a Santa Margherita Maria Alacoque, al di sopra del portale sul lato sinistro della chiesa, l'organo a canne. La chiesa conserva inoltre le reliquie di alcuni santi con rispettiva autentica: San Michele Arcangelo, Santi Martiri di Otranto, San Filippo Neri, San Biagio, San Pasquale Baylon, Santa Lucia, Santa Liberata, San Bonaventura, San Camillo de Lellis, San Domenico di Guzman, Sant'Albano da Magonza, San Quintino, San Vincenzo Ferreri, San Nicola vescovo, Santa Teresa del Bambin Gesù, San Gerardo Maiella, Santa Maria Goretti e di S.Gabriele dell'Addolorata. Si conservano inoltre le reliquie appartenenti all'abito e al velo della Madonna. È una chiesa bellissima nonostante la sua semplicità. La parrocchia fa parte della diocesi di Otranto dal 1988,prima faceva parte della diocesi di Nardò.Nel novembre e dicembre 2013 la comunità nohana ha accolto con stupore dapprima i resti mortali di San Gabriele dell'Addolorata e poi i resti dei Santi Martiri Idruntini.

In mezzo vi è il quadro dell'Immacolata Concezione "sospesa su una mezza luna(simbolo islamico) tra gli angeli, con al di sotto il paesaggio terrestre" con cornice dorata. Nel 2008 è stata lodevolmente restaurato: altare e tela dell'Immacolata.

Tela Madonna del Rosario

È di dimensioni 3 metri per due. È il più antico e di autore. L'artista che lo dipinse si chiamava Antonio Donato d'Orlando di Nardò: certamente è del primo decennio del 1600. Si può con ragione pensare che fosse parte di un antico altare non più esistente nel 1621. Vi è l'immagine della SS. Vergine del Rosario che tiene il Bambino Gesù. Entrambi mostrano la corona del Rosario: il Bambino a San Domenico e la Madonna a Santa Caterina da Siena dipinti sotto. Sopra la Vergine ci sono due Angeli che con una mano reggono una corona sul capo della Madonna e con l'altra mostrano una corona del Rosario. Tutt'intorno in alto sono dipinti i quindici misteri del Rosario. Questa tela è stata lodevolmente restaurata nel 2008.

Della dimensione di 3 metri per due. Vi è dipinto San Vito con la palma del martirio in mano e San Pasquale Baylon in atto di adorare il Santissimo che rifulge nell'ostensorio tra diversi angioletti. Questo quadro, di autore ignoto, fu fatto nel 1721 a spese del Sig. Ignazio Pandolfi di Noha per l’altare di San Vito che oggi non c’è più. Nel 2008 la tela è stata magistralmente restaurata.

Altre chiese

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Masseria Colabaldi

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Masseria Colabaldi, situata all'ingresso nord provenendo da Galatina, è un'antica masseria del 1595 come si deduce dalla data incisa sul prospetto principale. Fu edificata dal conte Nicola Baldi che acquistò una proprietà dei Basiliani. Costruendo la masseria fu inglobato quanto rimaneva della chiesa e del convento di San Teodoro distrutti dai Turchi nel 1480. Il complesso basiliano venne edificato nell'840. La chiesa, utilizzata per secoli come stalla, è riconoscibile da un finestrone a croce greca e da un solenne arco trionfale. Accanto alla chiesetta vi è il Conventino dei Basiliani, in cui è possibile ancora individuare i resti delle cellette per i monaci. L'angolo più a nord dell'attuale masseria presenta mura spesse due metri: con molta probabilità prima del convento doveva esserci una torre di presidio romano a guardia di Noha messapica (chiamata anche Noe o Noje o Noie), un abitato che si estendeva nella pianura in contrabbasso della masseria da circa il 300 a.C. L'abitato venne raso al suolo dai Vandali, nel 500.

Palazzo baronale

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Il Castello o Palazzo Baronale risalirebbe al XIV secolo.Esattamente di fronte al frantoio ipogeo oggi si vede la facciata del Castello e del Palazzo Baronale. Un tempo era la residenza del Barone De Noha che aveva messo la sede della sua grande baronia. Il Castello Baronale dei Signori De Noha è situato in Via Castello. Fra Leandro Alberti che vide il Castello, in una sua opera del 1525 Descrittione di tutta l'ltalia, lo ricorda come il fortissimo Castello di Noia posto in forte loco. Il Castello era a pianta quadrangolare dotato di bastioni sui quattro angoli. Questa struttura è stata il centro del potere feudale e certamente per quei tempi era una risposta valida per le esigenze difensive del paese, sia per la sua posizione strategica e sia per la costruzione della torre a ridosso del Castello che controllava la triplice entrata nel paese. Nel 1700, dopo l’estinzione della Famiglia dei Baroni De Noha, subì delle modifiche sostanziali e, riparato alla meglio, diventò una masseria. In questo palazzo c’era la chiesa dell'Annunziata (una delle 13 chiese di Noha).

Torre Medievale con ponte levatoio

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La torre di Noha è situata nel giardino retrostante il "Castello baronale". Tuttora presenta tutti i requisiti della torre di avvistamento e di difesa. Con il prospetto principale rivolto verso Nord, quindi verso l'antica strada, la torre s'innalza su due piani a pianta quadrangolare di metri 7 x 5 e raggiunge circa 10 metri di altezza. Una scala risolta in un'unica rampa lievemente incurvata verso Est, è poggiata su un'arcata a sesto acuto ed è munita di ponte levatoio. Il piano di legno ribaltabile è stato sostituito da una lastra metallica, che certamente impediva in caso di pericolo l'accesso al vano, posto al piano superiore. Realizzata con conci di tufo sistemati per corsi orizzontali abbastanza regolari, la costruzione è coronata da un elegante motivo ad archetti. Situata a circa 80 metri sul livello del mare, permetteva forse un collegamento a vista con altre torri poste nel territorio circostante e realizzava il posto ideale di osservazione di un lungo tratto di strada. A questo punto conviene anche tener presente che dietro al Castello, verso gli anni ‘50 sono state scoperte delle “Neviere” o fosse granarie. Ne sono state trovate numerose, una accanto all'altra, scavate e incavate nella roccia, di forma ovale, profonde circa tre metri e larghe nel punto più ampio circa due metri, alcune ancora col coperchio di circa 60 centimetri. Purtroppo sono state tutte interrate e distrutte. E probabile che fossero del tempo dei Basiliani.

Altri monumenti

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Eventi

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I tre giorni vengono preceduti dalla Novena, in questi giorni di festa solenne le strade principali vengono addobbate dalle luminarie e da baracche. Nel giorno della Vigilia ricorre la Processione dopo la Santa Messa, per le strade con il simulacro del Santo accompagnato dalle associazioni ecclesiali, civili, cittadine e dalla banda. Il 29 vengono celebrate le San Messe in onore del patrono, verso mezzanotte avviene lo sparo dei fuochi pirotecnici e l'ultimo giorno di festa viene allietato dai concerti. A Noha il oatrono si festeggia anche l'8 maggio: giorno della Festa dell'Apparizione di San Michele sul Monte Sant'Angelo (Gargano-Puglia), nei registri parrocchiali del 1740 viene riportato un miracolo attribuito dal popolo al santo. Era il 20 marzo 1740: "Ad hore mezza della notte giorno di Domenica nella Congregazione di S. Maria delle Grazie haveva io colli fratelli incominciato l'esercizio della Congregazione: voltatosi un temporale tempestoso che non mai sene haveva così veduto, e tanto impetuoso e spaventevole che ne menava li tecoli per l'aria, S. Michele havendosi da se stesso tirato il velo che lo copriva havendolono visto coll'occhi molte donne che dentro la Chiesa si ritrovavano facendo orazione e di subbito diedero notizia a me sottoscritto che mi ritrovava dentro la detta Congregazione, ed io andato con tutto il popolo cantai le Litanie Maggiori havendo primieramente esposto sopra l'Altare del Glorioso S. Michele le reliquie di questa parrocchiale, e fu tanto lo terrore e lo spavento del miracolo perché vedeva ogn'uno la faccia del Santo tutta smunta di colore ed imbianchita come la stessa lastra che tenivo ed havendosi da me fatto un sermone al popolo finì la funzione con una disciplina pubblica, e licenziai il popolo verso le quattro hore della notte non volendo in nissuna maniera uscirne il popolo lacrimante ed incenerito per lo spettacolo e spavento del tempo che fuori cessò per l'intercessione del Protettore. Ita est Don Felice de Magistris, sustituto."

Fiera dei cavalli - Madonna della 'Cuddhrura' - lunedì dell'Angelo

Il giorno dopo Pasqua,Noha è protagonista di una fiera del bestiame in onore della Vergine di Costantinopoli. Nel pomeriggio dopo la processione con la statua della Madonna dalla Chiesa Madre alla chiesetta c'è l evento annuale della cuccagna.

La Compatrona viene festeggiata la seconda domenica di settembre preceduta dalla Novena nella nuova chiesa. Nel giorno di festa dopo le celebrazioni e la fiera dei cavalli, il popolo con la banda accompagna il simulacro della Vergine nella processione.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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