Franco Corelli

Franco Corelli, nome d'arte di Dario Corelli (Ancona, 8 aprile 1921Milano, 29 ottobre 2003), è stato un tenore italiano, fra i maggiori dagli anni cinquanta ai settanta del Novecento.

Biografia

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Gli inizi

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Nacque in una famiglia amante della lirica: il nonno Augusto Corelli fu tenore di buon livello e due zii paterni furono tenori coristi; il padre Remo e la madre Natalina Marchetti erano appassionati di canto, che praticavano a livello amatoriale[1].

Di fisico atletico, praticò il nuoto. Nel 1939 si diplomò come geometra e, dopo il servizio militare, nel 1942 trovò impiego al Comune di Ancona. In quegli anni cominciò a frequentare le riunioni che si tenevano nelle sale del "casino dorico", il circolo culturale del Teatro delle Muse, e nacque in lui la passione per la musica lirica e l'idea di dedicarsi al canto[1][2]. Disse lo stesso Corelli: «Ho cominciato a cantare per gioco. Con un amico ascoltavo dischi e cantavo per ore e ore, e fu così che mi innamorai del canto»[3]. Nel 1946 iniziò a frequentare la Corale Bellini della sua città, cantando da baritono[1]. In seguito Carlo Scaravelli, l'amico con cui collaborava come autodidatta, lo introdusse presso il maestro Arturo Melocchi del Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro, i cui insegnamenti gli permisero di estendere il proprio registro vocale a tenore. Disse Corelli a questo proposito: «Dopo alcuni mesi riacquistai la mia libertà nel canto e le mie note alte»[3].

Ne seguì la decisione d'intraprendere seriamente la carriera di cantante d'opera. Grazie a una voce di rara ampiezza ed estensione nel 1950 fu ammesso a un corso di perfezionamento presso il Teatro Comunale di Firenze. L'anno successivo vinse il concorso del Teatro lirico sperimentale "Adriano Belli" di Spoleto[4] e il 26 agosto debuttò nella cittadina umbra in Carmen, manifestando fin dall'inizio della carriera la prevalente vocazione ai ruoli di genere lirico-spinto e drammatico.

La carriera

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Già l'anno seguente debuttò in Giulietta e Romeo di Riccardo Zandonai al Teatro dell'Opera di Roma, seguita da Adriana Lecouvreur accanto a Maria Caniglia. Nel teatro della capitale apparve regolarmente fino al 1958, incontrandovi per la prima volta Maria Callas nel 1953 per un'edizione di Norma. Nei primi anni di carriera cantò in numerosi altri teatri italiani, anche di provincia[5].

Nel 1954 esordì alla Scala di Milano, accanto a Maria Callas, ne La Vestale di Gaspare Spontini. Nel teatro milanese apparve, nel decennio successivo, in molteplici rappresentazioni: La fanciulla del West e Turandot di Giacomo Puccini, Fedora e Andrea Chénier di Umberto Giordano, Giulio Cesare ed Ercole di Georg Friedrich Händel, Aida, Ernani, Il trovatore e La battaglia di Legnano di Giuseppe Verdi, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Il pirata di Vincenzo Bellini, Carmen di Georges Bizet, Poliuto di Gaetano Donizetti, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. Nel 1962 inoltre contribuì in modo determinante a riportare alla luce Gli ugonotti di Giacomo Meyerbeer, in una storica edizione diretta da Gianandrea Gavazzeni.

Continuò nel frattempo gli studi di perfezionamento vocale, condotti sotto la guida del collega ed amico Giacomo Lauri Volpi[6].

Il 27 gennaio 1961 debuttò al Teatro Metropolitan di New York nel ruolo di Manrico de Il trovatore (a fianco di un'altra debuttante d'eccezione: Leontyne Price), dando inizio a una carriera americana lunga e proficua. Al Metropolitan rimase per quindici stagioni consecutive, cantando le opere del grande repertorio: Don Carlo, Aida, La forza del destino, Ernani di Verdi, Turandot, Tosca, La fanciulla del West, La bohème di Puccini, Andrea Chénier, Cavalleria rusticana, Pagliacci, Adriana Lecouvreur del repertorio verista. Apparve inoltre ne La Gioconda, Roméo et Juliette, Werther, Lucia di Lammermoor. Corelli partecipò a 369 rappresentazioni al Met, concludendo l'attività nel teatro newyorkese nel 1975.

Fu presente anche negli altri più importanti teatri italiani (Firenze, Verona, Napoli ecc.), europei (Vienna, Londra, Berlino, Barcellona, Lisbona) e statunitensi (San Francisco, Chicago, Filadelfia). Dotato di innegabile fascino e grande presenza scenica, partecipò a diversi film-opera realizzati dalla RAI negli anni sessanta e settanta, sia in studio che da riprese teatrali.

Il ritiro

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L'ultima recita fu nel 1976 ne La bohème a Torre del Lago e l'addio definitivo al canto nel novembre del 1981 a Stoccolma, in occasione di un concerto in onore di Birgit Nilsson. Come dimostrano diversi documenti sonori, Corelli decise di ritirarsi, contrariamente a molti famosi colleghi di ogni epoca, solo a un lieve accenno di declino vocale, quando ancora era capace di notevoli prestazioni. Nel 1982 venne realizzato un film sulla sua carriera utilizzando le numerose incisioni discografiche. La città natale di Ancona, in collaborazione con la locale Associazione Amici della Lirica, per tre anni gli dedicò un concorso di canto, del quale fu presidente; durante la seconda edizione Corelli rilasciò una intervista video nella quale raccontò tutta la carriera. Di carattere riservato e gentile, non si vantò mai delle sue grandi qualità, limitandosi a dire in più occasioni di essere stato solo tanto fortunato.

Morì a Milano nel 2003 in conseguenza di un ictus[7]. Dopo la cremazione, le sue ceneri sono state deposte al Cimitero Monumentale di Milano[8][9]; successivamente il suo nome è stato iscritto al Famedio del medesimo cimitero[10]. A Franco Corelli è dedicato il Teatro delle Muse di Ancona.

Vocalità e note artistiche

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È stato, per mezzi vocali e valenza d'interprete, una delle massime figure tenorili della seconda metà del Novecento. Dotato della rara caratteristica di abbinare un registro centrale estremamente ampio ad acuti sfolgoranti, grazie allo studio assiduo ha saputo piegare a belle modulazioni un materiale vocale di non facile "gestione", proprio per il grande volume, e in origine non privo di asprezze e disomogeneità. Ha eccelso nel repertorio lirico-spinto e drammatico, con validissime puntate nel campo del tenore romantico ottocentesco di forza, di cui, prima del suo avvento, si era persa memoria. In un articolo sul mensile Musica Viva, Rodolfo Celletti ebbe a citare: «le colate in tutto bronzo del titanico Corelli», ed inoltre, nel volume Voce di tenore, lo stesso Celletti afferma: «...i suoi acuti sembravano addensarsi sulla platea della Scala come una cupola sonora»[11]: immagini che cercano di descrivere le sensazioni di ampiezza, potenza, morbidezza e duttilità che suscitava il suo canto.

Repertorio

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Ruolo Titolo Autore
Remo Romulus Allegra
Gualtiero Il pirata Bellini
Pollione Norma Bellini
Don José Carmen Bizet
Maurizio di Sassonia Adriana Lecouvreur Cilea
Edgardo Ravenswood Lucia di Lammermoor Donizetti
Poliuto Poliuto Donizetti
Andrea Chénier Andrea Chénier Giordano
Loris Ipanoff Fedora Giordano
Achille Ifigenia in Aulide Gluck
Faust Faust Gounod
Roméo Roméo et Juliette Gounod
Orfeo
Turno
Enea Guerrini
Sesto Pompeo Giulio Cesare in Egitto Händel
Illo Hercules Händel
Canio Pagliacci Leoncavallo
Turiddu Cavalleria rusticana Mascagni
Werther Werther Massenet
Raoul di Nangis Gli ugonotti Meyerbeer
Grigorij Boris Godunov Musorgskij
Andreij Chovanskij Chovanščina Musorgskij
Enzo Grimaldo La Gioconda Ponchielli
Pierre Bezhukov Guerra e pace Prokofiev
Rodolfo La bohème Puccini
Mario Cavaradossi Tosca Puccini
Dick Johnson La fanciulla del West Puccini
Calaf Turandot Puccini
Licinio La Vestale Spontini
Enrico di Braunschweig Agnese di Hohenstaufen Spontini
Ernani Ernani Verdi
Macduff Macbeth Verdi
Arrigo La battaglia di Legnano Verdi
Manrico Il trovatore Verdi
Gabriele Adorno Simon Boccanegra Verdi
Don Alvaro La forza del destino Verdi
Don Carlo Don Carlo Verdi
Radames Aida Verdi
Romeo Montecchi Giulietta e Romeo Zandonai

Discografia

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Incisioni in studio

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Registrazioni dal vivo

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Brani singoli

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Note

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  1. ^ a b c Giancarlo Landini, CORELLI, Dario Franco, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015. Modifica su Wikidata.
  2. ^ Intervista rilasciata in occasione della riapertura del teatro, di cui alcuni brani sono riportati alla pagina Addio a Franco Corelli, "divo" della lirica Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive..
  3. ^ a b Intervista a Franco Corelli di Stefan Zucker riportata alla pagina Corelli: tenore nel mondo Archiviato l'8 luglio 2015 in Internet Archive.
  4. ^ Carlo Belli (a cura di), Il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto nel suo primo ventennio, ed. "Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto Adriano Belli", Roma 1966, p. 68
  5. ^ Performance Annals and Discographies, Maria Callas, Franco Corelli, Giuseppe di Stefano, Opera in Philadelphia, Metropolitan Opera Discography, Russian Opera Librettos, su frankhamilton.org. URL consultato il 31 ottobre 2003 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2003).
  6. ^ Ciò avvenne in particolare per Poliuto, Il Pirata e Gli ugonotti. Tali opere imponevano un cambio di tecnica per accedere alle note estreme, ed attraverso gli insegnamenti di Lauri Volpi Corelli riuscì a compiere un vero miracolo unendo vocalità baritonale e tenorile estesa ai sopracuti[senza fonte], ciò che costituì l'impronta di eccellenza della sua vocalità, ma che purtroppo, a detta proprio di Corelli, ne accorciò notevolmente la carriera
  7. ^ I tanti appassionati di lirica si indignarono, in quella triste occasione, col più noto quotidiano italiano che relegò l'articolo sulla scomparsa di uno dei più grandi artisti italiani su due colonne, lasciando le rimanenti sette alla lite per un parcheggio occorsa ad un presentatore della televisione.[senza fonte]
  8. ^ Franco Corelli (1921 - 2003) - Find A Grave Memorial, su findagrave.com. URL consultato il 9 maggio 2017.
  9. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  10. ^ operaclick.com • Leggi argomento - Franco Corelli al Pantheon di Milano, su operaclick.com. URL consultato il 13 maggio 2017.
  11. ^ R.Celletti: Voce di tenore, Idea libri 1989
  12. ^ Questa edizione ha ricevuto il Grammy Award for Best Opera Recording 1965

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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