Domenico Bartolucci cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Il cardinale Bartolucci nel 2013 | |
Psallam Deo Meo | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 7 maggio 1917 a Borgo San Lorenzo |
Ordinato presbitero | 23 dicembre 1939 dal cardinale Elia Dalla Costa |
Creato cardinale | 20 novembre 2010 da papa Benedetto XVI |
Deceduto | 11 novembre 2013 (96 anni) a Roma |
Domenico Bartolucci (Borgo San Lorenzo, 7 maggio 1917 – Roma, 11 novembre 2013) è stato un cardinale, compositore e direttore di coro italiano. Maestro perpetuo[1] della Cappella Musicale Pontificia Sistina e accademico di Santa Cecilia, è noto nel campo musicale, sia come compositore che come direttore.
Considerato tra i più autorevoli interpreti di Giovanni Pierluigi da Palestrina[2], ha compiuto, con il coro della Cappella Sistina, numerose esibizioni in tutto il mondo; ha anche diretto numerosi concerti con il Coro dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia (è da ricordare la tournée nell'ex Unione Sovietica).
Ha inoltre diretto il coro della RAI e i principali complessi sinfonico-corali italiani a Roma, Venezia, Trieste, Palermo, ecc.
Nato in una famiglia operaia (il padre lavorava in una fornace) entrò giovanissimo nel seminario maggiore di Firenze. Le sue doti canore e musicali furono subito apprezzate e incoraggiate. Iniziò a comporre le prime messe, i primi mottetti, le musiche organistiche, i madrigali e la musica da camera.
Nel 1939 ricevette gli ordini sacri e si diplomò in composizione. Alla morte del maestro Bagnoli gli succedette come direttore della Cappella della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Alla fine del 1942 si recò a Roma per approfondire la conoscenza della musica sacra.
Dopo aver ricoperto il ruolo di vice maestro di San Giovanni in Laterano, nel 1947 divenne maestro della Cappella Musicale Liberiana di Santa Maria Maggiore come successore di Licinio Refice. Nel 1952, su indicazione di Lorenzo Perosi, maestro della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" dal 1898, fu nominato maestro sostituto. Alla morte di Perosi, avvenuta nel 1956, Pio XII gli conferì l'incarico di direttore perpetuo della Cappella Sistina.
Il complesso della Cappella Musicale Sistina alla morte di Perosi versava in precarie condizioni. Avviò un'opera di risanamento, sostenuto anche da papa Giovanni XXIII. Nei 40 anni della sua direzione le esecuzioni durante le liturgie papali si alternarono a tournée in vari paesi.[3]
Negli anni del Concilio Vaticano II (1962-1965), contrario all'abbandono del latino, si impegnò affinché la riforma liturgica non prendesse un indirizzo ostile nei confronti della musica sacra. I suoi riferimenti in campo musicale furono la tradizione polifonica palestriniana e il canto gregoriano. Continuò a celebrare la messa tridentina anche dopo la riforma.
Nel 1997 fu sostituito - contravvenendo quindi la nomina papale a perpetuità - alla guida della Cappella Musicale Sistina da mons. Giuseppe Liberto, evento che destò alcune controversie nel contesto della musica liturgica: verosimilmente si volle optare per un'innovazione dello stile che più si confacesse alle celebrazioni di massa care a Giovanni Paolo II, e della cui regia era responsabile mons. Piero Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, a detta di molti tra i responsabili del suo accantonamento. Tra coloro che più avversarono la decisione fu il cardinale Joseph Ratzinger[4], il quale, divenuto papa, il 24 giugno 2006 lo richiamò a dirigere un concerto nella Cappella Sistina.[5]
Nel concistoro del 20 novembre 2010 papa Benedetto XVI lo elevò alla dignità cardinalizia all'età di 93 anni, 6 mesi e 13 giorni. Si trattava all'epoca del cardinale nominato più anziano di sempre nella storia della Chiesa Cattolica[6]. Gli fu assegnata la diaconia dei Santissimi Nomi di Gesù e Maria in via Lata.
Si spense l'11 novembre 2013 all'età di 96 anni. Le esequie si tennero il 13 novembre alle ore 15.30 all'Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro. La liturgia esequiale venne celebrata dal cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio. Al termine della celebrazione papa Francesco presiedette il rito dell'ultima commendatio e della valedictio. La salma venne poi tumulata in un loculo nel cimitero della Venerabile Confraternita di Misericordia di Borgo San Lorenzo. Il 24 novembre la salma venne estumulata e traslata in un sarcofago all'interno della cappella della Santa Croce dello stesso cimitero.[7]
Bartolucci si è dedicato sia all'insegnamento che alla composizione. Il corpus di opere già pubblicate supera i quaranta volumi e comprende Mottetti, Madrigali, Messe, Laude, Inni, musiche sinfoniche, organistiche e da camera, e soprattutto una serie di oratori per soli, coro e orchestra. È da menzionare anche il Brunellesco, un'opera lirica in tre atti mai eseguita con l'autore in vita.
La concezione della musica per Bartolucci si fonda sul "dire" con naturalezza e spontaneità, rifuggendo astrattezze e astruserie. I suoi punti di riferimento sono il canto gregoriano, Giovanni Pierluigi da Palestrina e Giuseppe Verdi. Caratteristica di tutta la concezione estetica del compositore è quella di un ossequio alla tradizione, alla cui base colloca «una notevole severità di canto e quella limpida e solida polifonicità» indicate nella prefazione del suo Primo Libro dei Mottetti.
D'azzurro, cappato d'argento: nel 1º alla stella a 8 punte d'oro; nel 2º all'arpa al naturale, a destra e al giglio aperto e bottonato di rosso, a sinistra.
Nello scudo sono presenti 3 elementi: la stella, l'arpa e il giglio di Firenze.
Nello scudo, inoltre, sono utilizzati principalmente 2 colori, l'azzurro e l'argento, che esprimono ciascuno un profondo significato:
Le opere di Domenico Bartolucci sono edite in 49 volumi da Edizioni Cappella Sistina.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 51536651 · ISNI (EN) 0000 0000 7826 3004 · SBN CFIV118640 · Europeana agent/base/39010 · LCCN (EN) nr89017343 · GND (DE) 140254757 · BNE (ES) XX4825320 (data) · BNF (FR) cb138912029 (data) |
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