Concordia | |
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Dactylorhiza maculata | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
Ordine | Asparagales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Orchidoideae |
Tribù | Orchideae |
Sottotribù | Orchidinae |
Genere | Dactylorhiza |
Specie | D. maculata |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Liliidae |
Ordine | Orchidales |
Famiglia | Orchidaceae |
Genere | Dactylorhiza |
Specie | D. maculata |
Nomenclatura binomiale | |
Dactylorhiza maculata (L.) Soó, 1962 | |
Sinonimi | |
Orchis maculata (Bas.) | |
Nomi comuni | |
Orchide macchiata |
La concordia (Dactylorhiza maculata (L.) Soó, 1962) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]
Il nome generico (dactylorhiza) è formato da due parole greche: “dito” e “radice” e si riferisce ai suoi tuberi suddivisi in diversi tubercoli (tuberi a forma digito-palmata). L'epiteto specifico (maculata) fa riferimento alle foglie macchiate.
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Orchis maculata, proposto dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné (1707 - 1778) in una pubblicazione del 1753, modificato successivamente in quello attualmente accettato (Dactylorhiza maculata), proposto dal botanico ungherese Károly Rezső Soó (1903 – 1980) nel 1962.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Geflecktes Knabenkraut; in francese si chiama Orchis tacheté; in inglese si chiama Spotted-orchid.
Questa pianta, fondamentalmente glabra, è alta da 15 a 45 cm (massimo 70 cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni
Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi.
Le foglie sono oblunghe o ovalo-lanceolate, carenate e ripiegate verso l'alto e comunque a disposizione eretta (quasi patente); la superficie presenta delle "macchie" scure (da cui il nome della specie) a forma ellissoide-allungata; in alcuni casi le macchie si infittiscono fino a sovrapporsi; sono presenti inoltre delle nervature parallele (non troppo evidenti) disposte longitudinalmente. Le foglie possono essere sia radicali (o basali) che caulinari; entrambe sono amplessicauli e abbraccianti il fusto.
L'infiorescenza è composta da fiori raccolti in dense spighe. Nella prima fioritura la forma dell'infiorescenza è conica, poi a fine fioritura si stabilizza in una forma più cilindrica. I fiori sono posti alle ascelle di brattee membranose a forma lanceolato-lineare e lunghe quasi come l'ovario (possono presentarsi rosseggianti all'apice). I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione dell'ovario[2]; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza dell'infiorescenza: 5 – 15 cm.
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[3]. I colori variano dal rosa chiaro fino al porpora ed anche al bianco con screziature più scure presenti soprattutto sul labello (a volte anche ai margini dei tepali). Dimensione del fiore: 10 – 15 mm.
Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]
La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:
All'interno del genere Dactylorhiza l'orchidea di questa voce fa parte della sezione Maculatae caratterizzata dall'avere dei tuberi profondamente divisi in diversi tubercoli e lo sperone del labello più breve dell'ovario (nell'altra sezione Sambucinae i tuberi sono divisi solamente all'apice e lo sperone è più lungo dell'ovario)[8].
Il numero cromosomico di D. maculata è: 2n = 40,60,80 (forma tetraploide)[9][10].
Dactylorhiza maculata subsp. maculata (L.) Soó fa parte del gruppo Goup of Dactylorhiza maculata (L.) Soó (gli altri componenti di questo gruppo sono la subsp. fuchsii e la subsp. saccifera; un'altra dozzina di entità fanno parte del gruppo, ma non interessano la flora spontanea italiana). La struttura interna di questo gruppo è ancora in via di definizione e non trova concordi i vari specialisti del settore. La causa principale di queste difficoltà è dovuta alla facilità di ibridazione tra le varie entità, ma anche a fenomeni di introgressione: si fissano così in una data area delle popolazioni con caratteri intermedi. Anche i vari areali sono di difficile delimitazione. Ad esempio passando dalle Alpi occidentali a substrato siliceo a quelle orientali a substrato calcareo non si rileva una chiara soluzione di continuità tra i vari gruppi, rendendone difficile l'individuazione e/o la separazione. Un altro motivo deriva dalla capacità di queste piante di adattarsi velocemente e facilmente ad ambienti diversi e substrati diversi[11]. I caratteri comuni al gruppo possono essere così riassunti:
Sono note le seguenti sottospecie:[1]
Le sottospecie Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii (Druce) Hylander e Dactylorhiza maculata subsp. saccifera sono state elevate al rango di specie (rispettivamente Dactylorhiza fuchsii (Druce) Soó e Dactylorhiza saccifera (Brongn.) Soó).
L'orchidea Dactylorhiza maculata oltre ad ibridarsi con altre specie dello stesso genere, si ibrida facilmente anche con specie di generi diversi (ibridazione intergenerica). L'elenco che segue indica alcuni di questi ibridi intergenerici (questi ibridi non sempre sono riconosciuti da tutti i botanici):
La specie di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Una specie molto simile a quella di questa voce è la Dactylorhiza majalis (Rchb.) P.F.Hunt & Summerh.; si distingue per i seguenti caratteri: le macchie delle foglie sono meno allungate, le brattee dell'infiorescenza sono più lunghe e quelle inferiori travalicano l'infiorescenza stessa, quest'ultima tende ad essere meno cilindrica (un po' più globosa), il fusto è cavo (e non pieno), le foglie sono leggermente più grandi. La Dactylorhiza maculata può essere confusa anche con Dactylorhiza incarnata (L.) Soó o con la Dactylorhiza traunsteineri (Saut. ex Rchb.) Soó, ma queste due orchidee sono più rare e inoltre la prima ha non ha le foglie maculate, mentre la seconda ha un portamento decisamente più gracile ed esile.
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
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In alcune zone del Medio Oriente (Turchia e Iran) con i tuberi si fanno delle minestre. In Grecia i tuberi vengono essiccati e quindi sfarinati. Cuocendo questa farina con miele si prepara una bevanda popolare bevuta soprattutto come prima colazione[12].
L'uso che attualmente viene fatto di queste piante è nel giardinaggio rustico e alpino.