Alta Val Tidone (Älta Val Tidon ['æ:ltɐ val: ti'dõ] in dialetto piacentino e dialetto bobbiese, localmente ['a:ltɐ val: ti'dõ]) è un comune italiano sparso di 2 916 abitanti[2] della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna. È stato istituito il 1º gennaio 2018 a seguito della fusione dei comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara.
Il comune di Alta Val Tidone occupa un'ampia porzione della bassa e media val Tidone, all'estremità occidentale del territorio provinciale, al confine con l'Oltrepò Pavese. Oltre alla val Tidone, il territorio comunale comprende anche la val Tidoncello, formata dall'omonimo torrente affluente di destra del torrente Tidone la cui foce si trova appena a valle di Nibbiano[5], una piccola parte della valle formata dal torrente Chiarone, anch'esso affluente di destra del Tidone[6] e una piccola parte della val Versa, dove è situata la frazione di Moncasacco, posta a poca distanza dal centro abitato di Pometo, capoluogo del comune di Colli Verdi situato in provincia di Pavia; prima della fusione, la zona di Moncasacco costituiva un'exclave del comune di Caminata[7]. In questa porzione di territorio scorre, per un breve tratto, a partire dalla sua fonte, nel quale segna il confine con la provincia di Pavia, il torrente Versa[8].
Il territorio comunale si estende dalle prime propaggini collinari dell'Appennino ligure, sul confine con l'alta pianura Padana, nei pressi dell'imbocco nord-orientale della valle, dove sono presenti ampie parti di territorio sostanzialmente pianeggianti, dove è situata la frazione di Strà[9], fino a zone dalle caratteristiche tipicamente montuose poste nella media valle del Tidone, come Trebecco e nella val Tidoncello dove, nei pressi dello spartiacque tra quest'ultima valle e la val Trebbia si trovano le cime più alte del territorio comunale che superano i 1000 m s.l.m., la Pietra Corva (1078 m s.l.m.) e il monte Mosso (1007 m s.l.m.)[10].
Nella parte meridionale del territorio comunale, sul confine con il comune di Zavattarello, si trova il lago di Trebecco, bacino artificiale sorto a seguito della costruzione a fini idropotabili e idroelettrici, tra il 1921 e il 1928, di una diga lungo il corso del torrente Tidone e che prende il nome dalla frazione di Trebecco in quanto, al momento della costruzione dello sbarramento, gran parte dell'estensione del lago rientrava all'interno del territorio comunale trebecchino[11], comune in seguito soppresso ed aggregato a Nibbiano.
Il territorio di Alta Val Tidone venne abitato sin dall'epoca preistorica, come testimoniato dal ritrovamento di resti di insediamenti umani nella zona di Cicogni[10].
In epoca romana assunsero, invece, una certa importanza Caminata, che fu un abitato rurale caratterizzato dalla presenza di proprietà fondiarie e dove sono stati trovati i resti di una fornace situata alla foce del rio Cavaglione nel Tidone[12] e Nibbiano, in latino Curte Neblani, grazie alla sua posizione strategica, altri reperti dell'epoca furono rinvenuti più a nord a Trevozzo, dirimpetto alla foce del torrente Chiarone nel Tidone[13].
In epoca altomedievale i tre centri di Caminata, Nibbiano e Pecorara e le zone circostanti fecero parte, fin dal periodo longobardo, degli antichi possedimenti dell'abbazia di San Colombano di Bobbio citati nelle corti monastiche della val Tidone all'interno della carta redatta da Wala, abate dell'abbazia bobbiese nell'833[14].
Il 18 luglio 929 è testimoniato il passaggio a Nibbiano dell'arca contenente il corpo di san Colombano durante la traslazione della salma da Bobbio a Pavia e ritorno a Bobbio, operazione dell'abate Gerlanno resa necessaria per contrastare le mire del vescovo di Piacenza sui possedimenti bobbiesi[15]; questa data è stata scelta per le celebrazioni della festa patronale di san Colombano[16].
A partire dal X secolo, lungo tutta l'asta del Tidone vennero costruiti diversi castelli, tra i quali quelli di Nibbiano, Trebecco e Montemartino, oltre a diverse altre fortificazioni situate nei paesi limitrofi[10][17].
Dopo essere entrata a far parte del ducato di Milano negli anni del dominio visconteo, nel XIV secolo l'alta val Tidone, tra cui i territori di Caminata, Pecorara e Trebecco, venne concessa da parte di Gian Galeazzo Visconti a Jacopo Dal Verme, il quale era stato suo fedele capitano e consigliere[10], entrando così a far parte dello stato Vermesco.
Il territorio di Nibbiano, invece non entrò a far parte dello stato Vermesco, diventando, poi parte del ducato di Parma e Piacenza. Nel 1743, con il trattato di Worms, tutto il territorio entrò a far parte del regno di Sardegna, tuttavia, dopo il successivo trattato di Aquisgrana del 1748, mentre i territori di Caminata e Trebecco rimasero parte della provincia di Bobbio all'interno del regno di Sardegna, i territori di Pecorara e Nibbiano ritornarono al ducato di Parma e Piacenza. Sul confine tra i due stati sorsero diverse dogane tra cui una a Caminata[12] e una a Cicogni[18].
Tra il 1921 e il 1928, dopo che nei primi decenni del secolo ne era stata più volte paventata l'edificazione, venne costruita su progetto dell'ingegnere Augusto Ballerio, lungo il corso del torrente Tidone, all'interno del territorio comunale di Trebecco che sarebbe, poi, entrato a far parte del comune di Nibbiano, la diga del Molato, la quale diede origine al lago artificiale di Trebecco. L'infrastruttura venne inaugurata nel 1928 alla presenza del capo del governo Benito Mussolini[19].
Con l'unità d'Italia la divisione tra le due entità statali venne a cessare, ma rimase a livello provinciale, con i comuni di Caminata eTrebecco che entrarono a far parte del circondario di Bobbio della provincia di Pavia.
Nel 1923, con lo smembramento del circondario di Bobbio, i comuni di Caminata e Trebecco, insieme agli altri comuni vallivi di Ruino, Romagnese e Zavattarello, furono distaccati dalla provincia di Pavia e assegnati alla provincia di Piacenza[20].
Questa divisione comportò numerose proteste degli abitanti dei centri dell'alta valle, desiderosi di rimanere sotto la giurisdizione pavese. Le proteste culminarono nella marcia su Bobbio e nell'indizione di alcuni referendum che, tenutisi il 27 febbraio 1925, videro la vittoria della fazione che chiedeva il ritorno in provincia di Pavia[21]. Nel 1926, in parziale accoglimento dei risultati dei referendum, i comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello vennero annessi alla provincia di Pavia[22], mentre Caminata e Trebecco rimasero parte della provincia di Piacenza. Nel 1928 i comuni di Caminata e di Trebecco vennero soppressi ed il loro territorio venne inglobato nel comune di Nibbiano[23]. Nel 1937 le frazioni di Moncasacco, Mostarine e Casanova, in precedenza parte del comune di Caminata, vennero distaccate dal comune di Nibbiano e aggregate al comune di Pometo, tornando così a far parte della provincia di Pavia[24].
Durante la seconda guerra mondiale, nell'ambito della resistenza italiana, il territorio fu teatro diversi scontri tra le formazioni partigiane e le truppe nazifasciste, con le formazioni partigiane che arrivarono anche a liberare diverse porzioni di territorio nella parte alta della valle.
Tra gli episodi più rilevanti, il 30 luglio 1944 truppe tedesche e fasciste in fuga dalla zona della rocca d'Olgisio nei pressi della quale era avvenuto uno scontro con le forze partigiane, saccheggiarono e incendiarono diversi edifici nella frazione di Strà, prendendo, poi, in ostaggio nella bottega gestita dalla famiglia Riccardi 9 persone, che furono, poi, uccise lanciando diverse bombe a mano all'interno della bottega. L'evento fu forse una rappresaglia a seguito dell'uccisione di un soldato tedesco o per l'esito negativo dei combattimenti avvenuti nei pressi della rocca d'Olgisio[25]. Un altro tragico episodio avvenne il 31 dicembre dello stesso anno quando, nella località Aie di Busseto, le truppe nazifasciste uccisero 13 partigiani provenienti da varie zone d'Italia[26].
Nel 1950 venne ricostituito il comune di Caminata ripristinandolo nei confini in vigore fino al 1928[27].
Nel luglio 2016 i consigli comunali di Caminata, Nibbiano e Pecorara approvarono tre istanze per chiedere alla regione l'avvio della procedura di fusione dei tre enti locali. L'assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna approvò il progetto di legge per l'istituzione di un nuovo comune il 28 febbraio 2017, in seguito all'approvazione venne indetto un referendum consultivo nei tre territori comunali[28], poi fissato per il 28 maggio 2017[29]. Il referendum vide la vittoria del sì in tutti e tre i comuni, permettendo il proseguimento dell'iter di fusione[30]. Il referendum vide anche la scelta del nome del nuovo comune, Alta Val Tidone, che viene istituito il 1º gennaio 2018[31].
La sede del neocostituito ente venne fissata a Nibbiano, inoltre viene stabilito il nuovo santo patrono comunale, identificato per l'antica storia comune del territorio nel santo abate irlandese San Colombano[32].
Lo stemma e il gonfalone del comune di Alta Val Tidone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 1º agosto 2019.[33]
«Stemma partito: nel PRIMO, d'oro, alla effige di San Colombano, in maestà, il viso e le mani di carnagione, vestito con la tunica di verde, il piviale dello stesso, il capo coperto dalla mitria d'argento, ornata dello stesso, nimbato d'oro, tenente con la mano sinistra il pastorale d'oro, attraversato, nella parte inferiore del ricciolo, da una colombina d'argento, il petto del Santo ornato dall'ombra di sole d'oro; nel SECONDO, di rosso, al leone coronato d'oro; al capo di azzurro, caricato dal nibbio rivoltato, volante, d'argento. Sotto lo scudo, su lista bifida svolazzante di azzurro, il motto in lettere maiuscole di nero AUDENTER. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco bordato di azzurro.
Il comune di Alta Val Tidone comprende al suo interno i tre capoluoghi dei comuni che lo hanno originato tramite fusione: Nibbiano, Caminata e Pecorara e tutte le località che costituivano loro frazioni.
Nibbiano si trova sulla sponda destra del torrente Tidone, a un'altitudine di 284 m s.l.m.[54], a monte della foce del Tidoncello[5]. Caminata si trova anch'essa sulla sponda destra del Tidone, pochi chilometri a monte di Nibbiano, ad un'altitudine di 364 m.sl.m[5], mentre Pecorara si trova in val Tidoncello, sulla sponda destra del torrente[55], nei pressi della confluenza dei due rami che vi danno origine, il Tidoncello Merlingo e il Tidoncello di Sevizzano[56], ad un'altitudine di 481 m s.l.m.[54]
Fanno parte del territorio comunale le frazioni, in precedenza inserite nel comune di Nibbiano, di Strà, posta lungo la ex strada statale 412 della Val Tidone all'estremità settentrionale del comune[9], Trevozzo, centro abitato più grande dell'ente, situato pochi chilometri a monte di Strà, sempre lungo il percorso della ex strada statale 412, dirimpetto al centro di Pianello Val Tidone, insieme al quale forma un unico centro abitato, pur appartenendo amministrativamente a due comuni diversi[57], Trebecco posta in territorio prettamente montano, sulle pendici del monte Bissolo, in posizione dominante rispetto all'omonimo lago e i piccoli borghi di origine medievale di Genepreto, Pieve Stadera, Sala Mandelli e Tassara[9].
Nel territorio di Alta Val Tidone sono comprese anche le frazioni, precedentemente parte del comune di Caminata, di Moncasacco, Ca' Nova e Mostarine, situate tutte e tre in quella che era l'exclave di Moncasacco e appartenenti geograficamente alla val Versa.
Infine, fanno parte del comune di Alta Val Tidone le frazioni, originariamente dipendenti da Pecorara, di Cicogni, Busseto, Peschiera, Praticchia, Costalta, Lazzerello, Marzonago, Montemartino, Vallerenzo, Poggio Moresco, Caprile, Roncaglie e Sevizzano[58], nochè i centri storici di Pecorara Vecchia, Monte, Geneprino, Casella, Casa Follini, Casa Fracchioni, Morasco, Corneto e Cà Bazzarri[59].
Tra il 1908 al 1933 Nibbiano fu capolinea di una tranvia a vapore che collegava Nibbiano a Pianello Val Tidone, Castel San Giovanni e Piacenza e lungo cui si trovavano nel territorio comunale le fermate di Strà, Bivio Trevozzo, Trevozzo Chiesa, Trevozzo Corticelli, Genepreto, Pradaglia, Villa Solari, Lentino e Nibbiano[60]. Tra il 1933 e il 1938 il servizio sulla tratta fu limitato a Pianello[61]
Nel 1927 la SIFT, società che aveva in gestione la linea tranviaria, commissionò al Politecnico di Milano, nelle persone degli ingegneri Marco Semenza e Arturo Danusso un progetto che prevedeva la trasformazione delle tranvie della provincia di Piacenza, inclusa la Piacenza-Pianello-Nibbiano, in linee ferroviarie. Nello stesso anno venne costituita a Milano la società ferroviaria Sud Milano, nel cui partecipata dalla SIFT, con lo scopo di realizzare un collegamento ferroviario tra Milano e la val Tidone, con la prospettiva futura di un'ulteriore estensione verso sud. Nonostante gli intenti, nessuno dei progetti relativi a una linea ferroviaria per Nibbiano venne mai realizzato[62].
Il territorio comunale di Alta Val Tidone è attraversato da nord a sud dal percorso della ex strada statale 412 della Val Tidone[63] che, proveniente da Milano risale la val Tidone fino a congiungersi alla ex strada statale 461 del Passo del Penice qualche chilometro a valle dell'omonimo passo.
Oltre alla ex strada statale 412 il territorio comunale è interessato dal percorso della strada provinciale 34 di Pecorara che, diramandosi dalla ex strada statale 412 nei pressi di Nibbiano, risale la val Tidoncello raggiungendo Pecorara per poi riunirsi alla strada statale 461 in comune di Bobbio dopo aver valicato il Colle della Crocetta, la strada provinciale 59 di Moncasacco che collega l'omonima frazione con la provincia di Pavia, la strada provinciale 44 di Montalbo che collega Castel San Giovanni a Trevozzo passando per Montalbo, frazione del comune di Ziano Piacentino, la strada provinciale 45 di Tassara e la strada provinciale 45 bis di Stadera che collegano Trevozzo a Nibbiano passando per le frazioni di Tassara e Stadera, la strada provinciale 60 di Croce, la strada provinciale 49 di Rossarola che si dirama dalla ex strada statale 412 a monte di Caminata e raggiunge il confine con l'Oltrepò Pavese proseguendo, poi, per Pometo, la strada provinciale 70 di Costalta che si dirama dalla strada provinciale 34 nei pressi di Pecorara, raggiungendo l'omonima frazione e, in seguito, il confine con il comune di Romagnese, sullo spartiacque tra val Tidoncello e val Tidone, la strada provinciale 65 della Caldarola e la strada provinciale 68 di Bobbiano che raggiungono, da versanti diversi, il passo della Caldarola, valico situato sul confine con il comune di Bobbio[63][64].
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1º gennaio 2018 | 10 giugno 2018 | Leonardo Bianco | Comm. pref. | [65] | |
11 giugno 2018 | 14 maggio 2023 | Franco Albertini | Lista civica: Radici e futuro | Sindaco | [65] |
14 maggio 2023 | in carica | Franco Albertini | Lista civica: Alta Val Tidone Radici e futuro | Sindaco | [65] |