Le Soprintendenze archivistiche e bibliografiche sono in Italia organi periferici del Ministero della cultura di livello dirigenziale non generale, dipendenti funzionalmente dalla Direzione generale Archivi. Ai sensi del D.M. n. 44, 23 gennaio 2016, Riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo[1], le Soprintendenze hanno assunto tale denominazione (prima erano solamente Soprintendenze archivistiche), ad eccezione di quelle del Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia. Provvedono quindi alla tutela e alla valorizzazione dei beni archivistici e librari nel territorio di competenza. Con riferimento alle funzioni di tutela dei beni librari, le Soprintendenze archivistiche e bibliografiche dipendono funzionalmente dalla Direzione generale Biblioteche e possono avvalersi del personale delle biblioteche statali, anche avvalendosi del personale degli archivi di Stato operanti nel territorio della regione.
L'attività della soprintendenza consiste nella vigilanza e nella tutela degli archivi di enti ed organismi pubblici territoriali (Regioni, Province e Comuni) e non territoriali, di quelli privati reputati di interesse storico, esistenti nella regione; svolge inoltre attività di accertamento delle loro condizioni di conservazione, di progettazione e promozione dei loro inventari allo scopo di garantirne la consultazione e la valorizzazione. Attualmente le attività sopracitate si estendono anche al patrimonio bibliografico.
Il riordinamento di archivi storici di enti pubblici e di archivi di enti vigilati rientra a pieno titolo fra gli interventi sottoposti ad autorizzazione del soprintendente. Infatti, l'art. 21 del D.lgs. n. 42, 22 gennaio 2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio[2], stabilisce al comma 4 che "l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata all'autorizzazione del Soprintendente"; inoltre, l'art. 30 inserisce al comma 4 il riordinamento e l'inventariazione fra gli obblighi conservativi, per i quali l'art. 31 prescrive l'autorizzazione.
Tra i compiti propri della funzione di tutela delle soprintendenze si segnalano:
l'individuazione e il censimento degli archivi non statali;
la emanazione della "dichiarazione dell’interesse storico particolarmente importante" degli archivi privati come disposto dall'art. 13 del D.lgs. 42/0214;
le ispezioni;
la consulenza, a richiesta, sui metodi di conservazione, di ordinamento e di inventariazione;
la concessione del nulla-osta per lo scarto degli archivi degli enti pubblici e di quelli dichiarati di notevole interesse storico;
l'intervento in caso di inadempienza degli obblighi stabiliti dalla legge;
la valutazione delle priorità nell'erogazione dei contributi ai possessori di archivi privati ed ecclesiastici;
la valutazione dell'opportunità di acquisire fondi documentari di interesse storico offerti in vendita, in dono o in deposito agli Archivi di Stato.
Le soprintendenze svolgono inoltre attività di promozione e valorizzazione, coordinandosi con la Regione, gli altri enti territoriali e tutti i soggetti, pubblici e privati. Gli archivi vigilati sono, difatti, molte decine di migliaia: gli archivi comunali sono oltre 8.000 e gli enti pubblici non territoriali che hanno operato e operano in Italia dall'unificazione sono circa 50.000. Negli archivi comunali, soprattutto dell'Italia centro-settentrionale, si trovano documenti che risalgono al Medioevo. Documentazione antica si trova anche negli archivi degli enti ospedalieri e di enti assistenziali, di banche, di organismi mercantili; più recente, ma altrettanto di rilievo, è la documentazione di enti pubblici economici.
Anche il patrimonio costituito dagli archivi privati-familiari, personali, imprenditoriali, di istituzioni di varia natura, è molto ricco. La legge archivistica impone al privato l'obbligo di denunciare alla Soprintendenza archivistica il proprio archivio se contenga documenti anteriori agli ultimi 70 anni. I soprintendenti possono anche di propria autonoma iniziativa dichiarare "l'interesse storico particolarmente importante" degli archivi privati: a seguito di tale dichiarazione sorgono per i privati particolari divieti e obblighi connessi al regime vincolistico previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di protezione, conservazione e circolazione dei beni culturali.
Le competenze sono nettamente divise da quelle degli Archivi di Stato che, presenti in ciascuna provincia, si occupano invece degli archivi di enti pubblici statali centrali e periferici (questure, prefetture, ecc.) ed espletano una funzione tecnicamente detta di "sorveglianza".
Sorveglianza e vigilanza sono attuate soprattutto per verificare che gli archivi vengano gestiti secondo le norme esistenti nel settore archivistico, che i locali deputati agli archivi siano idonei, che lo scarto di documenti d'archivio[3], già citato tra i compiti delle Soprintendenze Archivistiche, sia effettuato correttamente mediante la predisposizione di un piano di conservazione e un massimario di scarto[4].
Il D.M. 27 novembre 2014[5] poi modificato dal D.M. 44/2016, ha ridisegnato la distribuzione degli istituti periferici e ha loro conferito anche le funzioni in materia libraria.
Il D.M. 28 gennaio 2020[6] ha ulteriormente modificato la configurazione delle soprintendenze archivistiche, divenute 17.[7]
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell'Abruzzo e del Molise– diretta da Giuseppina Rigatuso, con sede a Pescara;[8]
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Basilicata – diretta da Mauro Livraga, con sede a Potenza;[9]
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria – diretta da Giulia Barrera, con sede a Reggio Calabria;[10]
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania – diretta da Gabriele Capone, con sede a Napoli;[11]
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell'Emilia-Romagna – diretta da Paola De Montis, con sede a Bologna;[12]
Soprintendenza Archivistica del Friuli-Venezia Giulia – diretta da Luca Caburlotto, con sede a Trieste;[13]
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio – diretta da Aurora Raniolo, con sede a Roma;[14]
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria – diretta da Francesca Imperiale, con sede a Genova;[15]