Olivetti Elea 9003
computer
TipoComputer
Paese d'origineItalia
ProduttoreOlivetti
Inizio vendita1959
Esemplari prodottiCirca 40
RAM di serie20KB
RAM massima160 KB
Periferiche di serielettore, perforatore, stampante parallela a impatto
Consumo20 kW
PesoCirca 5 quintali
Dimensioni (A x L x P)equivalenti ad un campo da tennis (circa 25 x 13 m.)
Colorazionigrigio e verde
Olivetti Elea 9003
prodotto di disegno industriale
Dati generali
Anno di progettazione1957-1959
ProgettistaEttore Sottsass
Compasso d'oro nel1959
Profilo prodotto
Tipo di oggettocomputer
Idearendere a misura d'uomo un calcolatore elettronico
Concettimassima ergonomia e interazione, eleganza, funzionalità, semplicità.
ProduttoreOlivetti
Prodotto dal1959
Materialialluminio, plastica, rame, vetro
Notei dati presenti in questo box informativo si riferiscono solo al lavoro di Ettore Sottsass, non alla componentistica interna e alle soluzioni hardware e software.

Elea 9003 (Macchina 1T) è uno dei modelli di calcolatori mainframe ad altissime prestazioni sviluppati dall'Olivetti facenti parte della famiglia Olivetti Elea. Si tratta del primo computer a transistor commerciale prodotto in Italia e uno dei primi completamente transistorizzati del mondo[1]. Fu concepito, progettato e sviluppato tra il 1957 e il 1959 da un piccolo gruppo di giovani ricercatori guidati da Mario Tchou[2].

L'acronimo ELEA sta per ELaboratore Elettronico Aritmetico (successivamente modificato in Automatico per ragioni di mercato) e fu scelto come omaggio alla polis di Elea, colonia della Magna Grecia, sede della scuola eleatica di filosofia[3].

Contesto

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Progettato dall'ottobre 1957, fu interamente realizzato con tecnologia diode-transistor logic[4]. Dal punto di vista logico, la macchina era dotata di capacità di multitasking, potendo gestire tre programmi contemporaneamente[5]. Il design, estremamente innovativo[5], fu ideato dall'architetto Ettore Sottsass: il progetto, elegante e funzionale, valse a Sottsass il Compasso d'Oro[5], anche se in realtà il design che venne premiato è quello del precedente Elea 9002, sempre di Sottsass, ma rinominato Elea 9003, probabilmente per ragioni di marketing[6].

Elea 9003 fu anche l'unico della serie a essere realmente commercializzato, in circa 40 esemplari, il primo dei quali (Elea 9003/01) fu installato alla Marzotto di Valdagno (VI), mentre il secondo (Elea 9003/02) fu venduto alla Banca Monte dei Paschi di Siena[7]. Di questo esemplare, l'istituto bancario fece in seguito dono all'Itis "Enrico Fermi" di Bibbiena (AR), utilizzato a fini didattici[8]. Attualmente è l'unica versione esistente completa e parzialmente funzionante.

Parti dell'Elea 9003 si possono trovare presso l'InteractionDesignLab di Milano[9] dove è dedicata un'intera sala. Una console di comando è conservata al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano[10] e un'altra console è conservata assieme ad alcune componenti del corpo macchina presso il Museo delle poste e telecomunicazioni[11] di Roma.

Caratteristiche

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Dettaglio della tastiera

Il progetto di Elea 9003 incominciò con la realizzazione, nel 1957, di un prototipo sperimentale a valvole[5]. La filosofia progettuale, ispirata alla drastica scelta in favore dell'uso esclusivo dei transistor, anche per le memorie, per le quali erano richieste erogazioni di corrente in regime impulsivo a livelli di intensità allora non raggiungibili con i transistor[5]. L'opzione comportò la progettazione ex novo dell'intera architettura, e il superamento dei problemi tecnici legati all'uso dei transistor, un lavoro che fu completato a metà del 1958, quando vide la luce il primo prototipo interamente a transistor[5]. Il sistema definitivo fu approntato nel 1959[5]. Il nuovo sistema si presentava come un oggetto «assolutamente all'avanguardia»[5] sotto ogni punto di vista: per «concezione logico-sistemistica, tecnologia costruttiva e design»[5].

La potenza di calcolo (di circa 8-10 000 istruzioni al secondo) fu per alcuni anni superiore a quella dei concorrenti e l'uptime - come per tutti i computer dell'epoca - era inferiore al 50%, specialmente nella periferica a nastro. Questo significava avere a disposizione il computer tra la tarda mattina e il pomeriggio-sera, quando veniva riconsegnato ai tecnici. La necessità di disporre di 300 000 transistor e diodi molto affidabili per ogni calcolatore convinse Adriano Olivetti a realizzare una fonderia, denominata Società Generale Semiconduttori (SGS), in cooperazione con la società Telettra. La SGS diventerà in seguito la ST Microelectronics.

Il computer disponeva di una memoria a nuclei di ferrite di 20 000 posizioni, estendibile fino a 160 000. Il concetto di "word" non esisteva, e in una posizione di memoria si poteva scrivere un solo carattere alfanumerico. Una "istruzione" era composta da 8 caratteri e veniva letta in 80 microsecondi. Il tempo di esecuzione di una istruzione era variabile e dipendente dal tipo dell'istruzione stessa. Il sistema non disponeva di un sistema operativo, esigenza allora sconosciuta, e lo si poteva programmare mediante linguaggio base o linguaggio macchina, cioè scrivendo tutto il programma istruzione per istruzione[12].

Estetica, ergonomia, interazione e modularità

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Da un punto di vista esteriore, il calcolatore si presentava composto da moduli compatti, «a misura d'uomo»[5], ben diversi dai consueti grandi armadi che raggiungevano il soffitto[5]. Innovativo era anche il cablaggio tra i diversi moduli: il passaggio dei fasci di cavi, anziché sotto-pavimento, avveniva in eleganti condotti aerei, realizzati con blindosbarre progettate ad hoc[5]. Il progetto, il cui profilo estetico era stato curato da Ettore Sottsass[13], fu presentato nel 1959 alla Fiera Campionaria di Milano[5]. Si tratta di uno dei prodotti di design italiano più rilevanti del ventesimo secolo; rilevanza riconosciutagli sin dal primo anno di commercializzazione (1959) con il premio Compasso d'Oro[12], sia negli anni successivi entrando nelle collezioni permanenti di alcuni dei più importanti musei dedicati al disegno industriale di tutto il mondo. Per lo studio di interazione, ergonomia e usabilità, per lo studio degli assemblaggi, della disposizione dei volumi e degli ingombri e per l'innovativa scelta di utilizzare una logica "modulare" (studi e soluzioni che mai erano stati eseguiti prima per un apparecchio di questo tipo)[5][10] la rilevanza nel campo del design può essere considerata di pari valore di quella nel campo informatico.[5][10]

Esemplare preservato

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L'Elea 9003 appartenuto al Monte dei Paschi di Siena fu donato dalla banca negli anni 1970 all'Istituto Tecnico Enrico Fermi di Bibbiena (AR); lo smontaggio e rimontaggio nella nuova sede furono realizzai da un gruppo di tecnici guidato da Mario Babbini, il quale nei decenni successivi ne ha curato la manutenzione, il mantenimento in condizioni parziali di funzionamento e l'impiego a scopo didattico-espositivo, con la collaborazione dei volontari del Museo Informatico Bibbienese e di alcuni ex tecnici Olivetti.

Note

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  1. ^ (PDF) Olivetti Early Computers, Giovanni Cignoni, Fabio Gadducci, Università di Pisa, 25 giugno 2013
  2. ^ Giuseppe Rao, Mario Tchou e l'Olivetti Elea 9003, in Limes, 10 luglio 2008. URL consultato il 9 novembre 2013.
  3. ^ Franco Filippazzi, ELEA 9003: storia di una sfida industriale «Gli elaboratori elettronici Olivetti negli anni 1950-1960», su scribd.com, Università di Udine, 21 maggio 2008, 4-5. URL consultato il 9 novembre 2013. (dallo Scribd repository)
  4. ^ Olivetti, su museoaica.it, Museo AICA. URL consultato il 9 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Franco Filippazzi, ELEA 9003: storia di una sfida industriale «Gli elaboratori elettronici Olivetti negli anni 1950-1960», su scribd.com, Università di Udine, 21 maggio 2008, 4-6. URL consultato il 9 novembre 2013. (dallo Scribd repository) (file .pdf scaricabile Archiviato il 31 ottobre 2013 in Internet Archive.) (link alternativo Archiviato il 31 ottobre 2013 in Internet Archive.)
  6. ^ Elisabetta Mori, Ettore Sottsass jr. e il design dei primi computer Olivetti, in AIS/Design, 2 marzo 2013. URL consultato il 17 febbraio 2018.
  7. ^ Olivetti Elea 9003 - Monte dei Paschi (opuscolo pubblicitario), Olivetti / Monte dei Paschi di Siena, 1961.
  8. ^ Il primo calcolatore a transistor del mondo (ed ancora funzionante)!!!, su isisfermi.it. URL consultato il 9 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  9. ^ Elea 9003 Nuova sala del museo Tecnologic@mente dedicata all’Elea 9003, su interactiondesign-lab.com, Interaction Design Lab, 2010. URL consultato il 9 novembre 2013.
  10. ^ a b c Console di comando per sistema Olivetti Elea 9003, su museoscienza.org, Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci. URL consultato il 9 novembre 2013.
  11. ^ Fondazione Proposta: Museo Storico della Comunicazione
  12. ^ a b Giovanni A. Cignon, Breve cronistoria dei primi calcolatori Olivetti (PDF), su di.unipi.it, Dipartimento di Informatica - Università di Pisa. URL consultato il 9 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2013).
  13. ^ Alberto D'Ottavi, Elea 9003 il computer di Olivetti e Sottsass, su infoservi.it, 5 marzo 2010. URL consultato il 9 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2013).

Bibliografia

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Pubblicazioni su periodici
Manuali originali

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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