Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari “Lamberto Loria”
Il museo in una fotografia del 1950
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRoma
IndirizzoPiazza Guglielmo Marconi, 8 - Roma
Coordinate41°50′01.86″N 12°28′19.78″E
Caratteristiche
TipoMuseo di antropologia ed etnografia
Intitolato aLamberto Loria
Istituzione1906
FondatoriLamberto Loria
Apertura1956
Chiusura2016 (confluito nel Museo delle Civiltà)
ProprietàMinistero della Cultura
GestioneMuseo delle Civiltà
DirettoreAndrea Viliani
Sito web

Il Museo nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari “Lamberto Loria”[1] è stato un museo statale italiano, con sede a Roma. Dal settembre 2016 il Museo, assieme ad altri quattro istituti, è confluito nel nuovo Museo delle Civiltà.

Descrizione

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Il Museo raccoglie oggetti che testimoniano le arti e le tradizioni popolari tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX, documentando la vita quotidiana, il lavoro e la religiosità popolare nel periodo precedente all'industrializzazione.

Il nucleo principale delle collezioni venne raccolto alla fine dell'800 e nei primissimi anni del '900 dall'etnologo Lamberto Loria (1855-1913) ed altri suoi pari e illustri collaboratori – Aldobrandino Mochi, Alessandro D’Ancona, Francesco Baldasseroni, Giuseppe Pitré e Raffaele Corso – e venne esposto alla Mostra Etnografica, tenutasi a Roma nel 1911 in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Le collezioni, arricchite di numerose acquisizioni e donazioni, sono state collocate nell'attuale sede dell'EUR nel 1956, mentre il Museo fu aperto al pubblico nel 1957.[2]

Il Museo ospita inoltre mostre tematiche su arti e tradizioni popolari italiane ed estere, nonché mostre di arte contemporanea di autori le cui opere sono realizzate con metodi e materiali riconducibili alla tradizione.

Storia

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L'inaugurazione della sede attuale, nel Palazzo delle Tradizioni Popolari dell'EUR, ebbe luogo il 20 aprile 1956, ma le sue origini sono più lontane e risalgono al 1906, anno della nascita a Firenze del Museo di Etnografia voluto da Lamberto Loria. In virtù del museo fiorentino, il Comitato esecutivo delle celebrazioni del cinquantenario dell'Unità d'Italia offrì a Loria l'incarico di organizzare una Mostra etnografica delle regioni, fornendo così l'opportunità di integrare i circa 5.000 oggetti del museo fiorentino con oltre 30.000 oggetti frutto di un'intensa attività di ricerca, e inoltre testimonianze a stampa, manoscritte e iconografiche che rappresentano oggi una documentazione unica del patrimonio etnografico italiano. La mostra si tenne nel corso dell'Esposizione Nazionale del 1911, in piazza d'Armi,[3] a Roma.

Conclusa la mostra, la collezione ebbe alterne vicende, in attesa di trovare una collocazione definitiva che arriverà solo con la programmazione delle manifestazioni legate all'Esposizione Universale di Roma prevista per il 1942. In questa occasione venne assegnato alla mostra l'edificio che diventerà poi sede del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, progettato dagli architetti Castellazzi, Morresi e Vitellozzi. La decorazione esterna è opera di Enrico Prampolini, che nel 1941 realizzò il grande mosaico delle corporazioni; la decorazione interna del Salone d'Onore, commissionata agli artisti Amato, Barillà, Barrera, Bertoletti, Cascella, Cavalli, Colao, Gambetta, Guberti e Varagnolo, presenta una serie di affreschi ideati da Cipriano Efisio Oppo e ispirati ai temi della vita tradizionale italiana, in parte incompiuti a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Ad Amerigo Tot si deve invece il bassorilievo Elementi caratteristici del folklore che decora il portale d'ingresso al Salone d'Onore.

L'acuirsi degli eventi bellici causò anche la sospensione dell'esposizione dei numerosi oggetti che verrà realizzata soltanto nel 1956, anno di apertura del Museo, su allestimento di Paolo Toschi. Dal 1997 è stato proposto un nuovo percorso espositivo basato su diverse tematiche relative al lavoro, alla vita quotidiana e alle tradizioni italiane, piuttosto che sul regionalismo su cui era imperniato il precedente allestimento.

Descrizione

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Il palazzo

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Storia della costruzione

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Il Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari venne progettato nel 1938 ed ultimato nel 1942[4].

Il bando di concorso del 1937 voleva che il palazzo fosse il nucleo centrale dell'Esposizione Universale di Roma del 1942, mai avvenuta a causa della Seconda Guerra Mondiale: esso doveva ospitare su tre lati i Musei d'arte antica, d'arte moderna e della scienza, e sul quarto lato il cinema-teatro[4].

L'esterno

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La facciata è prospiciente piazza Guglielmo Marconi (ex Piazza Imperiale) e presenta un portico con colonnato che si sviluppa attorno ad un cortile, e due corpi sporgenti dei quali uno termina in una quinta architettonica con colonne che chiude la piazza[4].

Presso il colonnato che chiude la piazza vi è il mosaico dal titolo "Le corporazioni" di Enrico Prampolini[4] e, dirimpetto a questo, il mosaico "Le professioni e le arti" di Fortunato Depero realizzato su una delle pareti del Palazzo delle Scienze.

Esternamente l'edificio è molto simile al palazzo opposto che ospita le collezioni del Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini"[4], il Palazzo delle Scienze, e agli edifici sull'altro lato della piazza, originariamente destinati ad ospitare altri musei.

L'interno

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Nell'atrio era previsto un pavimento con intarsi di marmo raffigurante l'opera "Costumi, maschere ed altri elementi decorativi" di Ferruccio Scattola[4]. Attraverso un portale, decorato dal bassorilievo "Elementi caratteristici del folklore" di Amerigo Tot, si accede al salone d'onore, le cui due pareti brevi sono decorate ad affreschi, in parte rimasti incompiuti a causa delle vicende belliche.[4]

Sulla parete d'ingresso:

Sulla parete di fondo:

Il Museo

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Il Museo è ordinato secondo i seguenti temi: La terra e le risorse; Vivere e abitare; Riti, feste e cerimonie.

Galleria d'immagini

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Collegamenti

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È raggiungibile dalla stazione EUR Fermi.

Note

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  1. ^ La dedica a Lamberto Loria non è mai stata regolarizzata con decreto: cfr. il sito ufficiale del museo.
  2. ^ Arti e tradizioni popolari, su Museo delle Civiltà. URL consultato il 1º agosto 2022.
  3. ^ Allora uno spiazzo sterrato adiacente alle caserme al limite del centro abitato, oggi piazza Mazzini nel Q. XV Della Vittoria.
  4. ^ a b c d e f g h Autori Vari, Palazzo del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari in EUR guida degli istituti culturali, pagg. 64-65, Leonardo arte, Milano (1995). ISBN 88-7813-545-3

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN148504367 · ISNI (EN0000 0001 1941 9782 · LCCN (ENn79063964 · J9U (ENHE987007360370005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79063964