Linea Maginot
Ligne Maginot
Insegna generale di tutte le truppe stanziate lungo la linea Maginot. La frase recita : "On ne passe pas" ("Non si passa")
Localizzazione
StatoBandiera della Francia Francia
Stato attualeBandiera della Francia Francia
CittàFrancia
Informazioni generali
TipoLinea fortificata
Altezza93 m
Costruzione1928-1940
Materialecemento e acciaio
Condizione attualeIn parte abbandonato, in parte reso visitabile in seguito ad opere di restauro
Proprietario attualeDemanio militare francese. Molte aree sono ancora dichiarate zona militare ed è interdetto il transito ai non autorizzati
VisitabileSolo le opere restaurate e/o adibite a museo, quelle abbandonate sono visitabili tenendo conto dell'abbandono pluridecennale
Sito weblignemaginot.com
ligne-maginot.fr
Lunghezza400 km
Informazioni militari
UtilizzatoreBandiera della Francia Francia
Funzione strategicaDifesa dei confini nazionali con Belgio, Lussemburgo, Germania, Svizzera e Italia[1]. Durante la guerra fredda, fu progettato un suo reimpiego per la difesa del territorio francese da un attacco convenzionale del Patto di Varsavia, ma senza esito.
Termine funzione strategica1940, dopo l'occupazione tedesca della Francia
OccupantiEsercito francese fino al giugno 1940. Dal 1940 al 1944, Wehrmacht
Azioni di guerrabattaglia delle Alpi, campagna di Francia, operazione Dragoon, seconda battaglia delle Alpi
EventiRecupero di parte delle strutture in ambito NATO
Note inserite nel corpo del testo
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La Linea Maginot è un complesso integrato di fortificazioni, opere militari, ostacoli anticarro, postazioni di mitragliatrici, sistemi di inondazione difensivi, caserme e depositi di munizioni realizzato dal 1928 al 1940 dal governo francese a protezione dei confini che la Francia aveva in comune con il Belgio, il Lussemburgo, la Germania, la Svizzera e l'Italia. Il sistema è caratterizzato dalla non contiguità delle varie componenti, dall'utilizzo integrato e sistemico di tutte le possibili alternative offerte dalle moderne tecnologie balistiche. In tale quadro, le varie componenti fortificate utilizzano non solo il tiro diretto, ma anche quello fiancheggiante e quello indiretto. Prende il nome da André Maginot, veterano della Grande Guerra, che ne propose la costruzione.

Benché il termine "Linea Maginot" si riferisca all'intero sistema di fortificazioni che va dal Mare del Nord al Mare Mediterraneo (oltre alla Corsica), gli ambiti geografici dove furono realizzate le opere più complesse, sofisticate, moderne e potenti furono quello al confine nord-est con la Germania ed il Lussemburgo (detto anche "Anciens Fronts") e quello sul confine franco-italiano (la cosiddetta Linea Maginot alpina, in francese Ligne Alpine).[2]

Costruzione

La linea difensiva francese: la Linea Maginot

Dopo la Grande Guerra, tra lo stato maggiore dell'esercito francese, vi era una forte contrapposizione tra chi propugnava una difesa con un forte esercito mobile, in grado di muoversi rapidamente attraverso il territorio, e chi invece proponeva una difesa statica, formata da una impenetrabile serie di fortificazioni permanenti ancorate al terreno, da predisporre già in tempo di pace.

Sostenitore della costruzione della linea fu fin dal 1922 il maresciallo di Francia Philippe Pétain, che con l'appoggio di altri due ex combattenti a Verdun, il ministro André Maginot (che poi diede il nome alla linea) e il capo di stato maggiore francese Marie-Eugène Debeney, convinse il governo a cominciare la costruzione di un'imponente linea difensiva permanente[3].

Anche se alla fine prevalse una soluzione intermedia: la protezione del fronte nord, al confine con il Belgio[4] fu affidata a truppe mobili, mentre il confine nord-est con Lussemburgo, Germania ed il confine alpino con l'Italia, fu affidato in gran parte ad opere permanenti[5], la Linea iniziò ad essere costruita, e rappresentò per molti anni un ostacolo per i tedeschi. Ostacolo che nel 1940 aggirarono con l'impiego dei panzer.

La Linea Maginot, intesa come difesa costruita, non copriva interamente i confini nazionali, ma difendeva solo alcune parti di territorio francese e questo per diverse ragioni[6]:

Inizia la costruzione

Visuale dell'interno dell'Opera di Schœnenbourg, in Alsazia,[10] una delle più grandi opere di fortificazione della Linea Maginot.

Gli strateghi francesi concepirono una fortificazione adatta ad una guerra simile a quella appena terminata, tenendo, però, ben conto delle lezioni apprese. In particolare, si tenne ben presente la limitata efficacia combattiva dimostrata dai forti del cosiddetto Sistema Séré de Rivières (a partire dall'esperimento di Malmaison, durante il quale un test di bombardamento di uno di questi forti diede risultati clamorosamente negativi), provvedendo non solo a modernizzarne e potenziarne la protezione e l'armamento, ma anche a rivederne radicalmente l'architettura e l'organizzazione. Dato che non era possibile creare una linea fortificata continua, e non avrebbe potuto esserlo, vennero fortificati i settori più vulnerabili e importanti al confine con opere permanenti complesse e fortemente protette, mentre dove il territorio di per sé stesso rappresentava già un grosso ostacolo, vennero costruite casematte isolate che battevano il territorio o vennero predisposti territori da inondare in caso di necessità.

Il ministro francese della guerra, André Maginot, uno dei principali artefici della costruzione della linea

Nel progetto iniziale, quindi, la Linea Maginot era formata essenzialmente da due grandi regioni fortificate al nord-est, la Regione Fortificata di Metz e la Regione Fortificata di Lauter e da tre grandi settori fortificati sulle Alpi, il Settore Fortificato del Delfinato, quello della Savoia e quello delle Alpi Marittime. Solo successivamente vennero realizzate alcune opere a nord nei confini col Belgio, perché le due nazioni avevano firmato un'alleanza nel 1920, secondo il quale l'esercito francese avrebbe operato in Belgio se le forze tedesche lo avessero invaso. Ma quando il Belgio abrogò il trattato nel 1936 e dichiarò la neutralità, la Linea Maginot venne rapidamente estesa lungo il confine franco-belga, ma non con gli standard del resto della Linea[6].

Tutta la fascia di confine era suddivisa in Settori Difensivi (dove non erano previste opere permanenti) e Settori Fortificati (dove invece il fronte era dotato di opere C.O.R.F.[11]), a loro volta questi ultimi erano formati da Sottosettori, Quartieri e Sottoquartieri, comprendenti al loro interno un numero variabile di Opere di fortificazione.

Il problema dei finanziamenti iniziali, venne affrontato dal ministro della guerra André Maginot, che riuscì a convincere il parlamento ad investire in questo progetto garantendo i primi stanziamenti necessari all'avvio dei lavori, anche se non fece in tempo a vedere l'opera completa in quanto morì il 6 gennaio 1932[6].

Diversi furono gli organismi che curarono lo studio e la realizzazione delle opere, i più importanti dei quali furono la C.D.F. (Commissione di Difesa delle Frontiere) e la C.O.R.F. (Commissione di Organizzazione delle Regioni Fortificate). Determinante era il compito della C.D.F.: creata nel 1925, determinò le caratteristiche generali della nuova linea fortificata, la sua posizione e quali opere fortificate esistenti sarebbero potute essere riutilizzate, rimodernate o dismesse, a seconda della posizione geografica e del possibile impiego. La C.O.R.F. invece nacque nel 1927 con la funzione di decidere il posizionamento delle opere, le caratteristiche strutturali delle stesse[12], le planimetrie, la disposizione dei vari blocchi e le dotazioni interne[13].

La Linea venne costruita in diverse fasi a partire dal 13 gennaio 1928 dalla S.T.G. (Section Technique du Génie, Sezione Tecnica del Genio) supervisionata dalla C.O.R.F., ma i lavori accelerarono nel 1930, quando Maginot ottenne un cospicuo finanziamento dal governo.
La costruzione principale venne completata entro il 1935 ad un costo di circa tre miliardi di franchi. Le specifiche per le difese erano molto alte, con bunker numerosi e interconnessi per migliaia di uomini, c'erano 108 opere di fortificazione a 15 chilometri di distanza l'uno dall'altro, inframmezzati da opere fortificate minori e casematte. In tutto l'opera è costata 5 miliardi di franchi e nelle innumerevoli fortificazioni potevano alloggiare fino a 2 milioni di soldati. Ci fu uno sforzo finale nella fase realizzativa, nel biennio 1939-40, con miglioramenti generali lungo tutta la Linea. La Linea finale era più robusta attorno alle regioni industriali di Metz, Lauter e dell'Alsazia, mentre altre aree erano in confronto solo debolmente difese. La parte della Linea Maginot costituita da difese fortificate misurava un totale di 440 km, molto di meno rispetto alla Linea Sigfrido che la fronteggiava[14].

L'opera nel concetto

Ingresso per le munizioni dell'Opera di Kobenbusch.

Il concetto base della Linea Maginot era un'ossatura costituita da possenti opere di fortificazione (in francese dette Ouvrages), distanziate tra loro di circa 5 km e collegate sottoterra, con alcune postazioni "emergenti", armate prevalentemente con mitragliatrici e artiglierie di piccolo calibro, che si proteggevano reciprocamente e che controllavano i tratti di confine e le relative vie di accesso.

Tra queste erano posizionate fortificazioni minori (in francese petits ouvrages), casematte e bunker di varia potenza di fuoco e dimensioni che rendevano continuo il fronte, controllandolo con mitragliatrici e pezzi anticarro.

Molto importante era anche l'ostacolo passivo antistante tutta la Linea, costituito da un profondo reticolato di filo spinato e da sei file di putrelle infisse nel terreno[15], che doveva ostacolare la fanteria e i carri nemici. In posizione arretrata, inoltre, erano presenti due linee di resistenza. che consentivano alle truppe di ripararsi dai bombardamenti.

Altrettanto fondamentale fu la costruzione di un'importante rete stradale e ferroviaria che consentiva un adeguato approvvigionamento di materiali a tutta la Linea, e garantiva un'adeguata mobilità lungo tutta la stessa collegando una lunga serie di caserme di sicurezza dove erano sistemati i reparti di uomini a presidio della Linea, che così avrebbero potuto raggiungere le varie postazioni in breve tempo.

interno della casamatta CORF di Marckolsheim Sud

La Linea Maginot era poi completata da batterie allo scoperto, postazioni di artiglieria su affusto ferroviario, una complessa rete di distribuzione elettrica formata da cavi interrati e interconnessioni tra le diverse opere, una rete telefonica militare, una serie di avamposti destinati a rallentare le truppe avversarie prima che potessero raggiungere la Linea principale, ed infine le postazioni più avanzate in assoluto, cioè i dispositivi di confine, costituiti da barriere mobili, sbarramenti rapidi, case fortificate ubicate a pochi metri dal confine e necessarie a resistere durante le prime fasi dell'attacco nemico e per dare l'allarme in caso di attacco a sorpresa alla linea principale.

Un reticolato anticarro antistante la Linea Maginot

Suddivisione e struttura delle opere

La classificazione principale delle strutture della Linea Maginot riguarda le dimensioni delle opere di fortificazione, suddivise in opere minori e maggiori (in francese petits e grands ouvrages) dove le prime erano armate esclusivamente con mitragliatrici, mortai da 50 mm (in torretta o casamatta) ed eventualmente pezzi anticarro. Queste opere potevano essere sostituite, a seconda dei casi, da un'unica grande casamatta oppure da diversi blocchi (da 2 a 5) collegati da una serie di gallerie sotterranee; le seconde invece potevano collegare fino a 19 blocchi grazie a grandi sviluppi di gallerie sotterranee.

Alcune tra le opere maggiori di fortificazione raggiunsero notevoli dimensioni, ad esempio il forte Hochwald (Grand Ouvrage Hochwald), composto da 14 blocchi da combattimento più 9 casematte del fossato, collegate da 8 chilometri di gallerie, in grado di ospitare 1070 uomini e 21 pezzi, oppure il Grand Ouvrage Hackenberg con 19 blocchi, 8 chilometri di gallerie, 1082 uomini a presidio e 18 pezzi di artiglieria[2].

Generalmente le grandi opere di fortificazione erano formate da due ingressi principali, uno per materiali e munizioni e l'altro per gli uomini; da queste entrate si accedeva quindi a un complesso sistema di gallerie protette dalla roccia, dal quale si poteva accedere a caserme, ricoveri per la truppa, depositi di munizioni e viveri, camere per i gruppi elettrogeni e per i sistemi di ventilazione e comunicazione, oltre che alle numerose postazioni di difesa, il vero fulcro della Linea Maginot.

Dalle gallerie principali, binari a scartamento ridotto conducono a diversi pozzi verticali con ascensori e scale che portavano alle varie casematte di artiglieria o fanteria, torrette di artiglieria e fanteria oppure blocchi misti che comprendevano più tipologie e torrette di osservazione.

Analogamente, le opere minori di fortificazione avevano la stessa struttura di quelle maggiori, ma con dimensioni più modeste, una sola entrata, od, in alcuni casi, potevano essere costituite da un solo blocco di combattimento dove si potevano trovare le postazioni, le camerate e tutti i locali necessari[2]. Infine, per rendere la Linea il più continua possibile, furono costruiti tra le varie opere, una serie di piccole casematte e osservatori per dirigere il tiro.

Diverso territorio, diversa concezione

Al confine con la Germania, il terreno prevalentemente pianeggiante che caratterizzava il confine fece decidere agli ingegneri francesi la necessità di approntare la Linea sotterrandola il più possibile nel terreno e creando un complesso sistema di gallerie e ricoveri sotterranei per difendere la struttura da eventuali bombardamenti, e nel contempo, per allontanare il più possibile dalla zona di confine gli ingressi.

Mentre al confine con l'Italia, il terreno montuoso e quindi la difficoltà dell'avversario di mettere in posizione artiglierie pesanti in prossimità del confine, fece propendere gli ingegneri nel decidere di costruire opere di piccole dimensioni con minore sviluppo di gallerie, senza però diminuire la funzionalità e l'efficacia.

L'armamento e la sua protezione

Schema del complesso sistema di funzionamento di una torretta a scomparsa del tipo impiegato sulla Linea Maginot.

Esistono due tipi di protezione per le armi: le casematte e le torrette corazzate.

Le casematte sono dei blocchi in cemento armato spessi fino a 3,5 m in cui vengono installati i pezzi d'artiglieria e le armi di fanteria.

Le torrette corazzate possono essere divise in due categorie:

Armi di artiglieria

Mortaio da 81 mm in casamatta.

Armi di fanteria

Organizzazione generale

Regione fortificata di Metz

Postazioni da 75 dell'Ouvrage di Latiremont (una delle opere maggiori di fortificazione) nel settore fortificato di Crusnes

La Regione fortificata di Metz è considerata la linea più completa della Linea Maginot, che si estende da ovest dal comune di Crusnes fino alla regione della Saar a est.

Settore fortificato di Crusnes:

Settore fortificato di Thionville:

Settore fortificato di Boulay:

Questo settore comprende anche numerose piccole fortificazioni (Cuckoo, Hobling, Bousse, Berenbach, Bovenberg, Village Coume, Annexe Sud de Coume e Mottenberg).

Settore fortificato di Faulquemont:

Regione fortificata di Lautier

L'area fortificata prende il nome dal fiume Lauter che segna il confine tra la regione del Reno e la regione del Wissembourg. L'area, di 70 km di larghezza, è diviso in tre settori.

Settore fortificato di Rohrbach:

Settore fortificato del Vosgi:

Settore fortificato di Haguenau

Il resto dell'industria dalla piana di Alsazia fino al Reno è protetta da una linea di bunker sotto la protezione dell'Opera Schoenenbourg.

Linea Maginot alpina

Lo stesso argomento in dettaglio: Linea Maginot alpina.

Bunker nel settore alpino di Moutiere

La conformazione alpina del territorio ha causato un diverso approccio nelle tecniche costruttive e organizzative della Linea nei confronti della linea al confine della Germania.
Creste e vette facilitano fortemente la difesa delle posizioni per la loro posizione sopraelevata nei confronti dell'attaccante, quindi la Linea Maginot alpina non presenta fortificazioni di notevoli dimensioni, ma una serie di opere medio-piccole, ben distribuite nei punti nevralgici, ossia passi e vallate che sono gli unici punti in cui un esercito straniero può attaccare.

Questa parte della Maginot è relativamente più profonda rispetto ai settori di confine con lo Stato tedesco: decine di piccole casematte più o meno avanzate fungono da punti di avvistamento e resistenza lungo tutto l'arco difensivo, e dietro ad esse sono presenti centri di resistenza con artiglierie pesanti simili alla Maginot a nord, anche se le corazzature in generale sono meno spesse in relazione alla difficoltà di sistemare artiglierie pesanti per l'attaccante.

Settore Fortificato della Savoia:

Settore Fortificato del Delfinato

Settore Fortificato delle Alpi Marittime:

Le azioni di guerra

Lo stesso argomento in dettaglio: Campagna di Francia, Fall Gelb e Fall Rot.

L'invasione tedesca durante la seconda guerra mondiale

Il piano di invasione tedesco del 1940 (nome ufficiale Fall Gelb, ma spesso indicato anche come Sichelschnitt - "colpo di falce") venne pianificato tenendo in grande considerazione la Linea Maginot. Una forza civetta si appostò davanti alla Linea, mentre la vera forza d'attacco tagliò attraverso il Belgio e i Paesi Bassi, attraverso la Foresta delle Ardenne a nord delle difese principali dei francesi. In questo modo la forza d'attacco fu in grado di aggirare la Linea Maginot. Il 10 maggio le truppe tedesche varcarono i confini della Francia nel giro di soli cinque giorni e continuarono la loro avanzata fino al 24 maggio, quando si fermarono vicino a Dunkerque. Ai primi di giugno i tedeschi avevano tagliato la Linea dal resto della Francia. A quel punto il governo francese iniziò a trattare l'armistizio. Quando le forze alleate a loro volta invasero la Francia, nel giugno 1944, la Linea costruita venne ancora una volta ampiamente aggirata, con i combattimenti che toccarono solo una parte delle fortificazioni vicino a Metz e nel nord dell'Alsazia, verso la fine del 1944.

L'attacco italiano

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia delle Alpi.

Mentre da nord i reparti corazzati tedeschi avanzavano implacabilmente, il 10 giugno il governo italiano dichiarò guerra ad una Francia quasi in ginocchio e, dopo quasi dieci giorni di stasi nelle operazioni, il 20 gli italiani attaccarono le postazioni francesi senza grandi risultati. Dopo giorni di combattimenti l'esigua avanzata italiana fu aiutata dalla firma dell'Armistizio di Villa Incisa che permise all'Italia di entrare in territorio francese senza incontrare resistenza, concludendo così la battaglia delle Alpi.

Il dopoguerra

Dopo la guerra la Linea rientrò a far parte delle infrastrutture demaniali militari dello Stato francese, anche se fin dall'inizio ne fu decisa la dismissione, a causa degli enormi cambiamenti che avevano subito le dottrine, le tecnologie e le tattiche di combattimento durante la seconda guerra mondiale, che, di fatto, l'avevano resa assolutamente inutile. Con la nascita della deterrenza nucleare indipendente della Francia nel 1969, la struttura fu abbandonata e intere sezioni furono vendute all'asta a privati. Ad oggi gran parte delle strutture sono visitabili, alcune dopo un attento restauro possono essere visitate con all'interno ancora tutti i comfort dell'epoca, altre invece sono in parte o del tutto abbandonate ma comunque visitabili con cautela.

La linea come stereotipo

Il termine "Linea Maginot" è stato preso a metafora per indicare qualcosa in cui si ha forte affidamento constatando poi, alla conclusione, come questo risulti inefficace. In realtà la Linea fece ciò per cui era prevista, sigillando una parte dei confini della Francia, tanto che costrinse l'aggressore a girarle attorno. Nella visione originaria, la Linea Maginot era parte di un più ampio piano di difesa, nel quale gli attaccanti avrebbero incontrato ulteriormente la resistenza dei difensori; ma i francesi non resero operante l'ultima parte, portando di fatto alla perdita di efficacia della Linea.

Note

  1. ^ Nonostante il Belgio fosse alleato (e successivamente neutrale) e la Svizzera neutrale, la linea fu concepita e costruita in funzione di un attacco tedesco attraverso i territori di tali Stati.
  2. ^ a b c Davide Bagnaschino, Mauro Amalberti e Antonio Fiore, La Linea Maginot del Mare - www.davidebagnaschino.it
  3. ^ Alistair Horne, Il prezzo della Gloria, Verdun 1916, 2003, pag. 343.
  4. ^ Ciò era dovuto al fatto che anche Belgio e Paesi Bassi erano intenti a costruire diverse fortificazioni difensive, e al fatto che in caso di invasione dei due alleati neutrali, la Francia non avrebbe abbandonato al loro destino i due Paesi, ma sarebbe intervenuta attivamente con l'esercito.
  5. ^ Anche se il confine corrispondente al fiume Reno, fu dotato di casematte essendo il fiume di per sé un ostacolo molto difficile da superare inoltre estesi territori furono allagati, così da renderli intransitabili.
  6. ^ a b c Davide Bagnaschino, Mauro Amalberti e Antonio Fiore, La Linea Maginot del Mare
  7. ^ Prerogativa delle fortificazioni, è il poter impiegare un esiguo numero di soldati protetti dalle strutture contro un nemico numericamente superiore.
  8. ^ Tempo notoriamente più lungo di quello utile alla Wehrmacht, che fin dal 1933 puntò al riarmo con un utilizzo di mezzi motorizzati superiore a quello che fecero gli altri eserciti.
  9. ^ Al termine della guerra in Germania operarono diversi movimenti rivoluzionari di sinistra e di destra, che in un primo periodo furono tenuti sotto controllo dalla Repubblica di Weimar.
  10. ^ L'Opera di Schœnenbourg si trova circa 12 km a sud, di Wissembourg seguendo la D264 e la D65. Cfr. Alsazia- La Guida Verde, Michelin/MFPM, 2007.
  11. ^ Commission d'Organization des Régions Fortifiées, ossia "Commissione di Organizzazione delle Regioni Fortificate".
  12. ^ Il tipo di calcestruzzo, le corazzature, gli armamenti, la gittata delle artiglierie.
  13. ^ Numero e tipo dei gruppi elettrogeni, l'autonomia in viveri e acqua, collegamenti telefonici, ...
  14. ^ Pierre Martin, Pierre Grain, La ligne Maginot, cette inconnue: les défenses françaises du nord, de l'est et du sud-est en 1940, Publibook, 2009, p. 76, ISBN 2-7483-4781-1.
  15. ^ In alcuni rari casi sostituite da un fossato anticarro.

Bibliografia

In italiano

In francese

Voci correlate

Altri progetti

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