Il cartello Phoebus (in inglese Phoebus cartel «cartello Febo»)[1] fu un cartello di diverse società costituito nel 1924, sciolto nel 1939, per il controllo della produzione e della vendita di lampadine. Il nome deriva dalla società registrata a Ginevra nel 1916, la Phoebus S.A. Compagnie Industrielle pour le Développement de l'Éclairage.
La costituzione del cartello è considerata un passo importante nella moderna storia dell'economia e dell'obsolescenza pianificata, in quanto si è trattato del primo caso in cui un gruppo di aziende decise di accorciare deliberatamente la durata di vita di un prodotto, così da aumentare il numero di articoli venduti.[2]
I principali produttori europei e statunitensi di lampade ad incandescenza del tempo si riunirono a Ginevra, il 23 dicembre 1924 firmando il Cartello Phoebus con un termine ideale per il 1955, tuttavia la seconda guerra mondiale fece saltare l'accordo nel 1939.[3]
All'epoca del cartello esistevano diversi tipi non standardizzati di lampadine, per forma, incastro, tensione, potenza e luminosità: i produttori del cartello si imposero uno standard tecnico, primo caso nella storia della tecnologia, per omologare la produzione e i mercati europei e statunitensi: dato che nella standardizzazione fu imposto un limite di 1000 h per la durata di ogni lampadina, che fu definito come una «ragionevole aspettativa di vita, ottimale per la maggior parte delle lampadine»[3][4], furono e sono ancora fatte molte speculazioni su una sorta di primo tentativo di obsolescenza programmata.[5]
I produttori di lampadine si adeguarono al cartello: su molte confezioni di lampadine è ancora dichiarata una durata di 1000 h.
La dimostrazione che in America le lampadine (prima dell'accordo) potessero durare molto (anche se l'esempio in questione riguarda una lampadina a basso rendimento luminoso) viene da una caserma dei pompieri di Livermore, dove una lampadina che ora illumina come una equivalente da 4 W, chiamata la Centennial Light, è accesa da 123 anni.[6]
Va comunque segnalato che una lampadina a incandescenza tende naturalmente a perdere efficienza col tempo, ed una lampadina di durata maggiore avrebbe verosimilmente presentato un rendimento molto ridotto, in rapporto al consumo elettrico, che in molti casi ne avrebbe resa necessaria comunque la sostituzione.[7]
Data V come tensione nominale di funzionamento della lampadina:[8]
La riduzione della durata delle lampadine fu una delle decisioni strategiche adottate dal cartello Phoebus per mantenere una posizione di assoluto predominio nel mercato internazionale. Le pratiche messe in atto dal cartello furono al centro di un processo civile, iniziato negli Stati Uniti nel 1942 e concluso nel 1953 (caso Stati Uniti contro General Electric ed altri, azione civile n. 1364).[9] Nel 1949, la Corte Distrettuale del New Jersey ritenne General Electric responsabile di violazione della normativa antitrust USA (Sherman Act) congiuntamente ad altre aziende del cartello.[10] Una successiva decisione del 2 ottobre 1953, integrando la precedente nell'ambito dello stesso processo, impose specifiche prescrizioni al riguardo a carico di General Electric.[11]