Il Visual Vernacular[1] (in acronimo VV) è una forma d'arte derivante dalla lingua dei segni che fa parte della cultura sorda[2][3].

Etimologia

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Il termine in lingua italiana ancora oggi non esiste, per cui ha solo un aspetto di forme visive. In lingua francese è vision virtuelle. In lingua inglese è Visual Vernacular.

Storia

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Nel 1960 l'attore statunitense sordo Bernard Bragg[4] inventò il Visual Vernacular[5][6], per poi proseguire tra gli artisti sordi: i francesi Guy Bouchauveau e Simon Attia. In Italia l'artista più rinominato per l'arte VV è Giuseppe Giuranna e Nicola Della Maggiora[7][8][9].

Regole

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Sono nove le regole non fisse:

  1. Espressioni facciali
  2. Tecnica dello zoom
  3. 3D
  4. Capacità dello spazio
  5. Segnare in parallelo
  6. Metafore visive
  7. Ritmo
  8. Pantomima
  9. Immedesimazione nell'oggetto

Note

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  1. ^ Sguardi di Confine
  2. ^ Hand Speak
  3. ^ Veasyt
  4. ^ Silent Grapevine
  5. ^ Point du Jour International
  6. ^ Festival del silenzio: il tempo, il cinema e il visual vernacular di Fabio Zamparo
  7. ^ Sordi On Line
  8. ^ Deaf Fest
  9. ^ Storia dei Sordi

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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