Se nelle prime opere l'artista, formatosi nella bottega del padre Giovanni, in cui alle suggestioni crivellesche si uniscono le novità della pittura umbra, si rifà ai modi crivelleschi, come nella pala di Ortezzano (1510 circa), con la pala di Corridonia (Pinacoteca parrocchiale, probabilmente del 1517) l'accrescimento nella resa dei tipi e della composizione è da riferire all'esempio di Luca Signorelli, conosciuto attraverso il polittico realizzato da quest'ultimo per Arcevia.
La cosiddetta Pala Oddi per la chiesa di San Francesco di Perugia (1553: oggi nella Galleria Nazionale dell'Umbria) considerata la sua ultima opera, venne realizzata insieme al Papacello.
Vincenzo Pagani, a cura di W. Scotucci e P. Pierangelini, Cinisello Balsamo 1994.
Macerata e il suo territorio: la Pittura di Giuseppe Vitalini Sacconi
Vincenzo Pagani. Un pittore devoto tra Crivelli e Raffaello, a cura di V. Sgarbi e W. Scotucci, catalogo della mostra del Palazzo dei Priori di Fermo del 2008