L'epitetogalea deriva dalla omonima parola latinagălĕa che significa "elmo" ed indicava il copricapo utilizzato dai soldati dell'esercito romano, che era originariamente di cuoio, e piu tardi anche di metallo.[3] Il nome scientifico Dolium, usato in passato per indicare la Tonna galea, oggi considerato un sinonimo della stessa, e il nome comuneDoglio, derivano entrambi dalla parola latina dolium, che indicava un recipiente di forma tondeggiante, chiamato anche orcio, giara o fusto, utilizzato dai Romani per conservare liquidi (olî, vino, ecc.).[4]
Conchiglia abbastanza grande, di forma ovato-globosa, ventricosa, sottile. Guglia conica, formata da sei volute convesse, ben distinte, caricate esternamente di costole larghe, piatte, leggermente rialzate, separate da solchi stretti e superficiali. I vortici della guglia sono isolati da una sutura incanalata profonda. Il vortice inferiore arrotondato e molto ventricoso. L'apertura è grande, subovata, internamente colorata di rossastro e segnata da nervature trasversali corrispondenti ai solchi esterni. Il labbro destro è dilatato, ondulato, sfumato di nero o marrone scuro sul bordo. Il labbro sinistro è biancastro, disteso in un piatto molto sottile sul ventre del vortice più basso. La columella è liscia, levigata, e forma alla sinistra dell'ombelico una spessa nervatura, segnata da strie trasversali, che termina all'emarginazione della base. La superficie esterna di questa conchiglia è di un uniforme colore fulvo rossastro; tuttavia le coste sono variegate con macchie larghe o macchie irregolari marroni e bianche che sono molto notevoli. Priva di opercolo. Il piede è largo e potente come in tutte le specie di Tonna.[5]
La Tonna galea è la specie più grande del genere. Le conchiglie hanno dimensioni medie comprese tra 130 e 200 mm, ma sono stati trovati rari esemplari superiori a 230 mm e almeno un paio di esemplari sono stati documentati superiori a 300 mm.[6]
La specie ha una distribuzione cosmopolita. Infatti si trova su entrambe le sponde dell'Oceano Atlantico: a ovest, dalla Carolina del Nord a sud attraverso il Golfo del Messico e il Mar dei Caraibi fino al Brasile e all'Argentina; a est, si estende dal Portogallo all'Africa nord-occidentale e attraverso il Mar Mediterraneo. Questa ampia distribuzione riflette la longevità dello stadio larvale fluttuante (planctonico), che ha facilitato la dispersione attraverso l'Oceano Atlantico attraverso la Corrente del Golfo.
La Tonna galea preferisce i fondali sabbiosi o fangosi al largo, e talvolta anche le praterie di posodonia, di solito a profondità che vanno da alcuni metri fino ad oltre 100-200 m.
Dieter Rockel, Werner Korn, Alan Kohn, Conus marmoreus Linnaeus, 1758, su biology.burke.washington.edu, Burke Museum of Natural and History and Culture. URL consultato il 2 febbraio 2021.
La sistematica degli esseri viventi è una scienza in cui la ricerca è continua e di conseguenza la tassonomia delle specie è in evoluzione. In uno stesso tempo possono coesistere diverse classificazioni sistematiche, o queste posso susseguirsi. Il taxon quì indicato è diventato obsoleto a causa di nuove ricerche e non fa attualmente parte della sistematica di gruppo adottata da Wikipedia in lingua italiana.
La sistematica degli esseri viventi è una scienza in cui la ricerca è continua e di conseguenza la tassonomia delle specie è in evoluzione. In uno stesso tempo possono coesistere diverse classificazioni sistematiche, o queste posso susseguirsi. Il taxon quì indicato è diventato obsoleto a causa di nuove ricerche e non fa attualmente parte della sistematica di gruppo adottata da Wikipedia in lingua italiana.
La sistematica degli esseri viventi è una scienza in cui la ricerca è continua e di conseguenza la tassonomia delle specie è in evoluzione. Il taxon quì indicato è diventato obsoleto a causa di nuove ricerche e non fa attualmente parte della sistematica di gruppo adottata da Wikipedia in lingua italiana.
Classificazione dei Gasteropodi La sistematica degli esseri viventi è una scienza in cui la ricerca è continua e di conseguenza la tassonomia delle specie è in evoluzione. Il taxon quì indicato è diventato obsoleto a causa di nuove ricerche e non fa attualmente parte della sistematica di gruppo adottata da Wikipedia in lingua italiana.
Il nastro radulare si forma nel sacco radulare, posto nella parte più interna della massa buccale. Questo nastro poggia su di un cuscinetto muscolare, detto odontoforo, responsabile della protrusione e retrazione dell'organo. Sul nastro sono situati i denti, disposti in file parallele e trasversali rispetto al nastro. I denti possono avere varie forme: in alcune specie sono stretti ed appuntiti come aghi, mentre in altre sono larghi con delle cuspidi. La cuspide centrale, di solito più grande delle altre, viene chiamata mesocono, mentre le cuspidi poste
verso la parte intermedia del dente prendono il nome di endoconi e quelle poste verso il margine esterno ectoconi. Normalmente ogni fila di denti ripete precisamente il numero e la forma dei denti della fila precedente e di quella successiva. Il dente centrale di ogni fila, se presente, viene chiamato dente rachidiano. Di norma la forma e posizione dei denti di una fila è simmetrica rispetto al dente rachidiano, ovvero alla posizipone centrale. Le dimensioni dei denti solitamente diminuiscono dal centro della fila verso l'esterno. Il gruppo di denti posti vicino al dente rachidiano vengono detti denti laterali, mentree quelli posti all'estremita esterna sono chiamati denti marginali.
In base al numero, la disposizione e la forma dei denti si distinguoo sei principali tipi di radula:[2]
Ripidoglossa: caratterizzata da un dente radulare grande e privo di cuspidi. I denti lareali sono solitamente 5 fiancheggiato da numerosi denti marginali lunghi e stretti a forma di falce e talvolta posti a ventaglio. E' tipica dei Neritimorpha e Vetigastropoda.
Docoglossa o stereoglossa : il dente radulare è assente, o se presente poco sviluppato. I denti latelali sono da 1–3 (con quello esterno dominante) e da pochi (3 al massimo) denti marginali uncinati. E' caratteristico dei Patellogastropoda (non a caso chiamati anche Docoglossa).
Tenioglossa: sette denti per fila. Il dente rachidiano e ai lati due marginali e un laterale per lato. É comune in gran parte dei Caenogastropoda.
Ptenoglossa: costituita da file di denti marginali senza il dente rachidiano. I denti sono lunghi appuntiti e falciformi. È presente negli Epitonioidea.
Rachiglossa o Stenoglossa: è un tipo molto semplice in cui per ogni fila di denti c'è il dente centrale ed eventualmente due denti laterali, uno per parte. Il dente rachidiano è multicuspidato ed i laterali, ove presenti, sono solitamente larghi e forniti provvisti di molte cuspidi. È tipico dei Neogastropoda, che infatti sono anche detti Stenoglossi.
Toxoglossa: la radula è costituita da uno o una coppia di denti marginali. Questi denti sono scanalati e molto lunghi e appuntiti, con canali da cui possono essere espulse delle neurotossine. è tipica di alcuni predatori come ad eesmpio i Conoidea (detti anche Toxoglossa).
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^ Riccardo Giannuzzi-Savelli, La radula dei gasteropodi e le loro abitudini alimentari, in Notiziario S.I.M., vol. 5, n. 11-12, Società Italiana di Malacologia, 1987, pp. 183-202.
I Vermetus sono dei molluschi che si presentano prevalentemente solitari o in piccoli grappoli. Gli avvolgimenti sono generalmente irregolari e la parete columellare è liscia, priva di lamine. Presentano tipicamente due vortici nucleari, di forma globosa o allungata. L'opercolo è sottile, a spirale, grande metà o meno del diametro dell'apertura. La conchiglia è per lo più ben attaccata; senza cicatrici del tubo di alimentazione. [1]
La prima descrizione del genere è attribuita alla zoologa francese Marie François Daudin,[2] che tuttavia nel suo lavoro fa riferimento ad una descrizione precedente di Michel Adanson che si riferisce al genere come Le Vermet.[3]
Il primo fossile che può qualificarsi come un vermetide è dell'età del Cretaceo superiore. Tuttavia, la conservazione non è abbastanza buona da consentire la sua accettazione incondizionata come gasteropode. Alcuni dei fossili del Basso Eocene, provenienti dal Cuisiano della Francia, sono indiscutibilmente vermetidi, poiché mostrano chiaramente le cicatrici dei tubi di alimentazione rotti caratteristici di diversi gruppi di vermetidi. L'avvolgimento di questi gusci suggerisce quello del genere Serpulorbis. Diverse specie simili si sono verificate in Europa durante il Medio e l'Alto Eocene, e ce n'erano poche sulla costa del Golfo degli Stati Uniti. Il genere ha continuato ad essere rappresentato in tutto il Terziario in Europa. All'inizio del Miocene, Petaloconchus con le sue lamelle a spirale interne, era apparso in Europa così come nell'area caraibica Dendropoma non è così facilmente riconosciuto allo stato fossile, ma Elliptovermetus, che sembra essere un suo sottogenere estinto, apparve nell'Alto Oligocene di Francia.[4]
Per quanto riguarda gli aspetti evolutivi, questi sono piuttosto difficili da stabilire, in quanto i vortici nucleari e gli opercoli sono difficili o impossibili da ottenere fossilizzati. Tuttavia qualche suggerimento sul loro modello di sviluppo può essere ottenuto osservando la gamma di forma di queste strutture nei moderni vermetidi. I vortici nucleari di alcune specie di Macrophragma (Petaloconchus) e di alcuni Serpulorbis sono quasi indistinguibili. Questo può rappresentare la forma primitiva, dalla quale la maggior parte dei gruppi si è spostata in direzioni diverse e in gradi diversi, con il Dendropoma che sembra essersi allontanato maggiormente. Lo stesso discorso si può fare anche per gli opercoli.[4]
Sono distribuiti principalmente in ambienti con acque temperate o tropicali, intercotidali e poco profonde.[5]
Per secoli il buccino comune è stato utilizzato per il consumo alimentare in Europa, ed in particolare nelle isole Britanniche, lungo la costa francese e della Manica, in Belgio e nei Paesi Bassi. Nell'Inghilterra meridionale e nel Canada orientale il buccino comune è stato pescato a fini commerciali dagli anni '40. I buccini sono stati sfruttati inoltre da decenni come esche per la pesca nelle Isole Fær Øer e in Islanda. In Islanda dal 1966 sono stati effettuati esperimenti per la pesca commerciale di buccini in varie località e nella baia di Breiðafjörður.[6]
Nel Mare del Nord i buccini sono stati tradizionalmente pescati per il cibo, sia con nasse innescate lungo la costa dell'Anglia orientale e Lincolnshire, sia con speciali reti da traino dentro e intorno al mare di Wadden tedesco e olandese e nelle acque olandesi sudoccidentali. Nel Mare del Nord centrale, i buccini vengono raccolti principalmente come catture accessorie. Nel Golfo del Maine, dove i buccini erano tradizionalmente raccolti come catture accessorie accidentali della pesca dell'aragosta, è stata attivata una nuova attività di pesca commerciale che utilizza trappole per buccini appositamente progettate.[7]
L'Annuario delle statistiche della pesca della FAO riporta una crescita di produzione annuale da circa 15.852 t. nel 1995 a 17.988 t. nel 1999 nell'area nell'Atlantico nord-orientale (Belgio, Channel Is., Danimarca, Isole Faroe, Francia, Islanda, Irlanda, Isola di Man, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito).[7]
La notizia che "Il flusso delle navi è parzialmente ripreso nella mattinata del 24 sfruttando un ramo storico del canale", è errata. Infatti la Ever Given si è messa di traverso, ostruendo totalmente il ramo del canale, (come si puo vedere dalla foto satellitare al lato) che sta a sud dei Laghi Amari, che è l'unica parte del canale a non essere stata raddoppiata nei lavori di ampliamento del canale del 2014/2015.
Ad oggi 26 marzo il canale è ancora bloccato e circa 300 navi sono in attesa da ambo i lati del canale.[8]
Come negli altri membri della famiglia Strombidae i caratteri distintivi di questo genere variano più volte nel corso della sua
ontogenesi. La configurazione finale avviene solo quando l'individuo raggiunge lo stadio adulto e la piena maturità sessuale. Il guscio
smette di crescere di dimensioni in seguito.[1]