Taverna alla Giamaica | |
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Titolo originale | Jamaica Inn |
Autore | Daphne du Maurier |
1ª ed. originale | 1936 |
1ª ed. italiana | 1946 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | giallo |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Cornovaglia, circa 1815 |
Protagonisti | Mary Yellan |
Coprotagonisti | Jem Merlyn |
Antagonisti | Joss Merlyn |
Altri personaggi | zia Patience, Francis Davey, giudice Bassat |
Taverna alla Giamaica (Jamaica Inn) è un romanzo giallo di Daphne du Maurier, pubblicato nel 1936.
Nei primi anni del 1800, Mary Yellan, affascinante e coraggiosa ragazza ventitreenne, scende da una vettura davanti alla locanda Jamaica Inn sperduta tra le brughiere della Cornovaglia. Qui spera di trovare l'affettuosa ospitalità della zia Patience, unica parente rimastale dopo la morte della madre. L'incontro con lo zio Joss Merlyn, uomo imponente, villano e violento, la spaventa. Ancor più la demoralizza e la rattrista la vista della zia Patience ridotta a una larva umana e completamente soggiogata dal marito, mentre la ricordava come una graziosa e allegra ragazza. Anche se sconvolta, decide di rimanere per proteggere la zia e con la segreta speranza di convincerla ad andare via con lei. Per sopravvivere impara presto a tenere testa allo zio per il quale prova rabbia e repulsione, pur subendone, suo malgrado, il fascino sinistro e insinuante. Vivendo nella taverna Mary scopre i loschi traffici dello zio che pratica il contrabbando dalla costa all'interno della Cornovaglia. Dalla sua finestra intravede i carri che arrivano di notte, guidati da personaggi poco raccomandabili che depositano le merci in un magazzino all'interno della locanda. Una mattina si presenta allo zio il giudice di North Hill mister Bassat, ma non trova le prove del contrabbando perché la merce è già stata portata via. Mary conosce Jem, fratello minore di Joss, e lo trova attraente anche se somigliante al fratello. Jem consiglia Mary di andare via dalla locanda e le offre il suo aiuto ma la ragazza non si fida completamente di lui, resta alla locanda e decide di indagare. Seguendo lo zio nella brughiera, colta dalle tenebre, viene aiutata da Francis Davey, parroco di Altarnum, che la ospita a casa sua. Mary lo mette a parte dei suoi sospetti. In seguito accetta la corte di Jem Merlin, sperando anche di scoprire qualcosa. Assiste poi al naufragio di una nave, provocato dallo zio e dai suoi compagni servendosi di falsi segnali luminosi al fine di depredarne il carico e uccidere l'equipaggio. Mary vorrebbe denunciarlo ma lo zio viene ucciso nella locanda assieme alla zia. L'assassino è Francis Davey che lo ha eliminato per impedirgli di fare il suo nome ed egli è anche il capo dei contrabbandieri mentre Joss era solo un esecutore. Lo confessa lui stesso a Mary, di cui si è invaghito. Il parroco decide poi di portare la ragazza con sé per impedirle di parlare, in una disperata fuga sulle scogliere. Fortunatamente il giudice Bassat, grazie alle prove fornite da Jem, è al suo inseguimento. Francis Davey, sentendosi perduto, si lascia cadere dal picco Roughtor. Mary, finalmente libera, parte insieme a Jem in cerca di fortuna.
I luoghi della Cornovaglia descritti nel romanzo erano ben noti alla scrittrice che visse a lungo a Fowey e poi a Menabilly. La locanda Jamaica Inn, in cui è ambientato gran parte del romanzo, esiste realmente sulla strada fra Bodmin e Launceston. Grazie alla fortuna del libro, essa costituisce una tappa consigliata nei tour della Cornovaglia.
Dal romanzo fu tratto nel 1939 il film La Taverna della Giamaica diretto da Alfred Hitchcock con Maureen O'Hara, Robert Newton, Charles Laughton.[1]