La sospensione farmaceutica è una modalità di preparazione e somministrazione di un farmaco.
È un sistema eterogeneo, in cui particelle solide insolubili sono disperse in un mezzo disperdente liquido. Le dimensioni di tali particelle sono generalmente comprese fra 0,1 e 100 micrometri.
La fase continua (o esterna) è un liquido o un semisolido, mentre la fase dispersa (o interna) può consistere di particelle separate le une dalle altre oppure di un gruppo di particelle risultanti da interazioni solido-solido.
Alcune sospensioni sono già pronte per l'uso, altre sono miscugli solidi di polveri o di granulati dai quali si ottiene la sospensione per aggiunta di un adatto veicolo, poco prima dell'uso.
Le sospensioni trovano impiego:
Le sospensioni iniettabili devono essere sterili e richiedono un accurato controllo della viscosità e delle dimensioni delle particelle, sia per ragioni di biodisponibilità sia perché il prodotto possa fluire liberamente dall'ago della siringa.
Varia entro limiti molto ampi ed compresa fra 5-10 per cento per scendere a 0,5-5 per cento nelle sospensioni iniettabili e salire al 50-75 per cento in alcune sospensioni di mezzi radioopachi come il solfato di bario.
Nella maggior parte dei casi si ha a che fare con sospensioni a fase esterna acquosa; più raramente si incontrano sospensioni oleose (per uso sia orale che parenterale).
Alcuni preparati si presentano in forma solida, da ricostituire al momento dell'uso per aggiunta dell'appropriato solvente (a questa forma di presentazione si ricorre quando il principio attivo non possiede stabilità chimica sufficiente sotto forma di sospensione pronta).
Quasi tutti i sistemi sospesi tendono, col tempo, a dare separazione di fase. Tuttavia non è importante cercare di eliminare la sedimentazione, quanto diminuire la velocità del fenomeno e ottenere la completa risospendibilità per semplice agitazione.