Senato bolognese | |
---|---|
Facciata del Palazzo del Senato nel 1598, con le decorazioni provvisorie per l'ingresso in città di Clemente VIII | |
Nome originale | Quadraginta Reformatores status libertatis civitatis Bononiae |
Stato | Stato Pontificio |
Legazione | Legazione di Bologna |
Tipo | Senato cittadino |
Istituito | 1506 |
da | Papa Giulio II |
Soppresso | 1797 |
da | Repubblica Cispadana |
Nominato da | Papa |
Numero di membri | 40, poi 50 |
Sede | Bologna, Palazzo del Senato |
Il Senato di Bologna (detto anche Reggimento) fu il principale organo di governo, assieme al Legato papale, della città di Bologna nel periodo pontificio.
Il Senato nacque nel 1506 su volere di Giulio II come Consiglio dei Quaranta, fu abolito dallo stesso nel 1512 come reazione al breve ritorno al potere dei Bentivoglio.[1] L'anno seguente il successore Papa Leone X lo istituì nuovamente, inizialmente composto da trentanove membri, diventati quaranta nel 1528. Nel 1590 furono innalzati al definitivo numero di cinquanta tramite una bolla di Papa Sisto V.[2][3]
Nel 1796, con la destituzione del Legato pontificio da parte delle truppe francesi, il Senato divenne la principale autorità cittadina.[4] Il Senato così resse la transitoria Repubblica Bolognese, prima di essere sciolto con la costituzione della Repubblica Cispadana.
Il senato era composto, dopo il 1590, da 50 esponenti della nobiltà cittadina, la cui carica di senatore era vitalizia; essa era anche di fatto ereditaria, dato che la nomina era affidata al Pontefice, su selezione di quattro nomi scelti dai senatori, tra i quali erano presenti il figlio oppure un nipote o un fratello. Era presente anche un limite d'età, posto a venticinque anni. Il nome formale del Senato, Quadraginta Reformatores status libertatis civitatis Bononiae, riprendeva un'antica magistratura che risaliva all'epoca comunale, rifiutando tra l'altro l'addizione dei 10 senatori voluta da Sisto V.[5]
Il potere esecutivo era esercitato da un Gonfaloniere di Giustizia, coadiuvato da otto Anziani Consoli, eletti ogni due mesi dal Senato stesso. Gli Anziani Consoli, provenienti dalla nobiltà minore o dal ceto dei maestri di diritto, esercitavano compiti per lo più minori, risultando un relitto degli ordinamenti medievali. Il Gonfaloniere, formalmente al vertice del Senato, era colui che sottoscriveva i bandi assieme al Legato, ma nei fatti non era altro che un rappresentante dell'oligarchia cittadina espressa dal Senato. Il Gonfaloniere e gli Anziani Consoli erano obbligati a risiedere nel Palazzo Pubblico (quello che oggi viene chiamato Palazzo d'Accursio) durante l'esercizio della loro carica.[6][7][8]
Il senato si riuniva regolarmente due volte la settimana, il martedì e il venerdì.[3]
Per la concreta amministrazione degli affari di governo i senatori erano riuniti in collegi denominati Assunterie, paragonabili agli odierni dicasteri. Esse rimanevano in carica per un anno e potevano essere ordinarie o straordinarie a seconda dei compiti e della durata.[9]
Le principali assunterie ordinarie erano otto:
A queste si aggiungevano altre come ad esempio:
Erano invece assunterie straordinarie:
Ne esistevano altre come per esempio quelle di Gabella, Confini, Sgravamento, Arti, Tasse, Liti e Sollievo.[7][9][10]