Sabato sera, domenica mattina
Titolo originaleSaturday Night and Sunday Morning
Paese di produzioneRegno Unito
Anno1960
Durata89 min
Dati tecnicib/n
Generedrammatico
RegiaKarel Reisz
SoggettoAlan Sillitoe (romanzo)
SceneggiaturaAlan Sillitoe
ProduttoreTony Richardson
Produttore esecutivoHarry Saltzman
FotografiaFreddie Francis
MontaggioSeth Holt
MusicheJohn Dankworth
ScenografiaTed Marshall
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

«Non ti credere che sia l'ultimo sasso che tiro»

Sabato sera, domenica mattina (Saturday Night and Sunday Morning) è un film del 1960, diretto da Karel Reisz, tratto dall'omonimo romanzo di Alan Sillitoe e adattato per il cinema dallo stesso autore.

Esordio nel lungometraggio di Reisz, dopo due opere brevi documentarie, Momma Don't Allow (1955) e We Are the Lambeth Boys (1958), è uno dei primi e più importanti risultati del movimento cinematografico britannico conosciuto come Free cinema.

Ebbe un grande successo non solo di critica, ma anche di pubblico[1] e lanciò la carriera cinematografica dell'attore teatrale Albert Finney, «irresistibile»[2] nel ruolo del giovane operaio Arthur Seaton, dopo che aveva esordito quello stesso anno in Gli sfasati di Tony Richardson.

Riconoscimenti

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Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al quattordicesimo posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.[3]

Critica

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Il Dizionario Mereghetti esprime un giudizio ampiamente positivo («A una grande libertà di forma e struttura si accompagna uno spirito demistificante e uno sguardo analitico sulla società»)[2] e lo definisce invecchiato meglio rispetto ad altri film del Free cinema, per «il suo umorismo caustico»[2] e «il suo ritmo da commedia brillante».[2] Per il Dizionario Morandini «un ottimo film sulla classe operaia inglese, sociologicamente e politicamente azzeccato.»[4]

Note

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  1. ^ Alberto Cattini, Karel Reisz, Firenze, La nuova Italia, 1985. p. 10
  2. ^ a b c d Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2008. Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2007. ISBN 9788860731869 p. 2548
  3. ^ (EN) The BFI 100, su bfi.org.uk. URL consultato il 18 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2004).
  4. ^ Il Morandini - Dizionario dei Film 2000. Bologna, Zanichelli editore, 1999. ISBN 8808021890 p. 1147

Collegamenti esterni

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