Kadıköy: monumento commemorativo della riforma della alfabeto turco operata da Atatürk

Una riforma linguistica è un tipo di pianificazione linguistica che implica un massiccio cambiamento del linguaggio. Gli strumenti tipici della riforma della lingua sono la semplificazione e la purificazione: la semplificazione rende la lingua più facile da utilizzare attraverso la regolarizzazione del glossario e della grammatica; la purificazione fa divenire il linguaggio conforme ad una versione della lingua percepita come più pura.

Semplificazione

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Il tipo di riforma linguistica di gran lunga più comune riguarda la semplificazione dell'ortografia; ciononostante, anche la morfologia, la sintassi, il vocabolario e i procedimenti di formazione e derivazione delle parole possono essere anch'essi oggetto di riforma. Ad esempio, in italiano esistono numerosi prefissi con significato "negatorio": il latino in-/im- (insuccesso, impossibile, contrari di successo, possibile), ed i greci a-/an- (amorale, anionico), dis- (disarmonico, disabile). Un'eventuale riforma linguistica potrebbe proporre di eliminare i prefissi greci ed usare il solo prefisso latino, ad esempio in-/im-: immorale (aggettivo peraltro esistente e utilizzato), *inionico, *inarmonico, *inabile. D'altro canto, esistono numerose parole (come ad esempio buono e cattivo) che esprimono di per sé concetti opposti; in termini di semplicità potrebbe applicarsi lo stesso principio e dire *imbuono (o *incattivo; ma usualmente, in tali casi il concetto prescelto è sempre quello "positivo"), eliminando del tutto dalla lingua cattivo (o buono).

Tale procedimento è ovviamente del tutto teorico, e reali interventi di questo genere in una lingua sono pressoché impraticabili, perlomeno come riforma pianificata. Pur essendo in senso lato stati presi a modello per la costruzione di lingue artificiali, come l'esperanto, caratterizzate dalla necessità di un'assoluta regolarità morfologica con la totale assenza di eccezioni, sono considerate inapplicabili ad una lingua naturale. Non a caso, proprio da una riforma di tale genere è costituito il Newspeak, la "Neolingua" inglese ideata da George Orwell nel suo "1984", titolo del romanzo scritto nel 1948, nel quale vedeva una riforma di tale genere, su una lingua esistente, come espressione di una società totalitaria.

La forma più comune di semplificazione è senz'altro la riforma ortografica. Alcune lingue tra le maggiori del mondo hanno subito nella loro storia delle massicce riforme ortografiche: lo spagnolo nel XVIII secolo, il portoghese nel 1910, in Portogallo, e a più riprese (1946, 1972) in Brasile, il tedesco (nel 1901/02 e nel 1996/98) e il russo, prima nel 1728 e poi nel 1919.

Purismo

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Il purismo linguistico è l'opposizione ad ogni forma di cambiamento in una data lingua, oppure il desiderio di eliminare alcuni cambiamenti che la lingua ha subito nel passato. A volte, delle riforme in senso puristico possono inavvertitamente riuscire a complicare una lingua, proponendo grafie etimologiche non rispondenti all'effettiva pronuncia (come nel Rinascimento italiano, con forme come correcto, adapto per corretto, adatto). Il caso più tipico in questo senso è quello dell'inglese: sempre durante il Rinascimento, furono spesso proposte e adottate false ortografie etimologiche sul modello latino (ad esempio, iland "isola" divenne island, con interferenza di insula, sebbene island sia una parola di pura origine germanica, come si evince dal confronto con il tedesco Eiland; propriamente, "terra insulare". Il termine primario germanico per "isola" è stato mantenuto nell'islandese ey, nello svedese ö, nel danese ø).

Vantaggi e svantaggi

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Come per ogni tipo di riforma, esistono motivi per essere favorevoli ed altri per essere contrari. Tutta la letteratura, i documenti digitali, le indicazioni stradali e le mappe dovrebbero essere oggetto di riscrittura. Inoltre, ognuno sarebbe costretto a "reimparare" la lingua. I bambini e chi studia una data lingua come lingua straniera si troverebbero alla lunga senz'altro meglio con una nuova e più facile ortografia, ma nel breve periodo sarebbero anche costretti a compiere notevoli sforzi per allontanarsi da una consuetudine già acquisita. Alcuni affermano che le lingue perderebbero la loro poeticità se sottoposte ad un cambiamento ortografico.

Tuttavia tali critiche non sono motivate. La maggior parte di esse si basa sull'assunto che una riforma spezzerebbe la catena tra il presente e il passato di una lingua. In realtà, una moderata riforma ortografica può contribuire all'istruzione e alla cultura, più che danneggiarle. Il costo della transizione può essere ben sostenuto mediante una buona pianificazione, un tempo sufficiente per la transizione e lo sfruttamento del favore popolare.

Lingue riformate in passato

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Alcune lingue che hanno subito riforme sono state:

Note

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  1. ^ In Portogallo si parlerà «brasiliano», Corriere della Sera. e Accordo ortografico del portoghese. Nuovi strumenti di supporto on line, Glottodidatticamente (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2011).

Voci correlate

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