Renzo Francescotti (Cles, 22 settembre 1938) è un poeta e scrittore italiano.

Biografia

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Suo padre, originario della Val Giudicarie, era controllore zootecnico nelle valli di Non e di Sole; sua madre, maestra in un paese non lontano da Cles era di Pedersano, paese nei pressi di Rovereto.

Renzo a 17 anni perde il padre molto amato, per il quale ha scritto poesie incluse nella sua prima raccolta di versi Niente e qualcosa è la vita, che raccoglie poesie scritte tra i 16 e i 23 anni.

Nel febbraio del 1968, con un gruppo di studenti dell'Istituto “Tambosi” di Trento, fonda il Gruppo Interpretativo Giovanile che si intitolerà a Pablo Neruda nel 1972, all'indomani della morte del grande poeta sudamericano del quale il Gruppo aveva recitati versi sin dal 1969. Il Gruppo “Neruda” ha al suo attivo circa 700 letture, recital e soprattutto spettacoli di poesia, musica, canto, pittura messi in scena in Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e all'estero, in Ungheria, Germania e Francia. I testi degli spettacoli, in italiano ma più spesso in dialetto, sono di Renzo Francescotti, tratti dalle sue raccolte di poesia e dai suoi poemetti.

Con al suo attivi oltre cinquanta libri Renzo Francescotti è uno scrittore che utilizza vari registri linguistici; la sua produzione si inscrive in vari generi letterari: la poesia in dialetto e in lingua nazionale, la narrativa, i saggi storici, letterari e artistici, il teatro, il giornalismo.

Del 1968 è il suo primo libro di versi in dialetto, El ritorno, primo di tre poemetti il dialetto trentino sul tema dell'emigrazione, che saranno ripubblicati in unico volume, Emigranti (1988).[1]

A 26 anni, nel 1966, Francescotti pubblica a Torino Il Battaglione Gherlenda - romanzo storico sulla resistenza trentina che è stato preceduto l'anno prima dal saggio La Resistenza nel Tesino - primo suo romanzo e primo di una serie di sei romanzi ambientati tra le due Guerre mondiali. Sono romanzi che dal Trentino si allargano in altre regioni e all'estero, in cui i temi sociali e storici, anticipati in saggi storici precedenti, sono raccontati in un personale tono epico-lirico.

Hanno scritto su questo autore prefazioni e recensioni critici e autori famosi come Giorgio Bàrberi Squarotti, Tullio De Mauro, Cesare Vivaldi, Giacinto Spagnoletti, Raffaele De Grada, Paolo Ruffilli, Isabella Bossi Fedrigotti, Franco Loi.

Nel 1981 Tavo Burat lo definiva “uno dei maggiori ‘dialettali’ contemporanei”, mentre nel 1987 Tullio De Mauro lo citava assieme a suoi versi nel suo saggio L'Italia delle Italie.[2]

Il suo poemetto Celtica (1997) è stato tradotto e pubblicato l'anno seguente in Romania. Il suo capolavoro in dialetto è considerato Lóvi solagni-Lupi solitari, un poema di 350 pagine che unifica cinque poemetti, introdotto da un saggio del poeta e saggista piemontese Tavo Burat che così conclude: “Con questo poema Lovi solagni-Lupi solitari - portato avanti caparbiamente per l'arco di dodici anni, Renzo Francescotti ha dato al Trentino la più esemplare opera della sua letteratura dialettale, oltre che un poema che ha ben pochi esempi analoghi in campo nazionale".

Alcune sue opere sono state tradotte in inglese e pubblicate nel volume Dialect poetry of Central and Northern Italy. A Trilingual Anthology[3] realizzato dal dipartimento di lingue e letterature moderne dell'Università della Città di New York.[4]

Opere

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(elenco parziale)

Poesia

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Poesia in dialetto

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Narrativa

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Saggistica storica

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Note

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  1. ^ Franco Brevini, Le parole perdute, Torino, Einaudi, 1990, p. 394.
  2. ^ Tullio De Mauro, L'Italia delle italie, Roma, Editori riuniti, 1979, pp. 95; 110-111.
  3. ^ Dialect poetry of Central and Northern Italy. A Trilingual Anthology (PDF), su userhome.brooklyn.cuny.edu. URL consultato il 25 gennaio 2017.
  4. ^ Anthologies and Books di Luigi Bonaffini, City University of New York

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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