Principes
Manipolo di principes (e velites) secondo Polibio
Descrizione generale
AttivaIV - I secolo a.C.
NazioneRoma Antica
Tipofanteria
Dimensione1.200 fanti per legione
Guarnigione/QGaccampamento romano
Equipaggiamentospada, pilum, scudo ovale ed elmo
PatronoMarte dio della guerra
Comandanti
Comandante attualeCenturione
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I principi (latino: principes) formavano la seconda linea dell'esercito della Roma repubblicana. Erano soldati di esperienza che formavano la seconda linea da battaglia nelle legioni manipolari della Roma repubblicana, dietro la prima degli hastati e davanti alla terza dei Triari.

Armamento

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I principes (come gli hastati ed i triarii) avevano l'obbligo di portare un'armatura completa (detta panoplia),[1] che era costituita da:

Utilizzo tattico

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Secondi nello scontro "corpo a corpo" con il nemico, essi lanciavano dapprima l'asta (da 15-20 passi dal nemico) e poi si avventavano, serrando le file, con la spada in pugno. Ecco come descrive il primo scontro Tito Livio:

«Quando l'esercito aveva assunto questo schieramento, gli hastati iniziavano primi fra tutti il combattimento. Se gli hastati non erano in grado di battere il nemico, retrocedevano a passo lento e i principes li accoglievano negli intervalli tra loro. [...] i triarii si mettevano sotto i vessilli, con la gamba sinistra distesa e gli scudi appoggiati sulla spalla e le aste conficcate in terra, con la punta rivolta verso l'alto, quasi fossero una palizzata... Qualora anche i principes avessero combattuto con scarso successo, si ritiravano dalla prima linea fino ai triarii. Da qui l'espressione latino "Res ad Triarios rediit" ("essere ridotti ai triarii"), quando si è in difficoltà.»

I triarii, dopo aver accolto hastati e principes tra le loro file, serravano le file ed in un'unica ininterrotta schiera si gettavano sul nemico.[11]

Vi è, infine, da aggiungere che mentre hastati e principes, per le loro caratteristiche legate all'armamento ed alle modalità di combattimento, erano votati all'attacco, al contrario i triarii, seppur veterani dotati di grande esperienza anche individuale, erano destinati alla difesa. A loro era affidata l'ultima resistenza per sopravvivere.[12]

Classe sociale ed età

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In quel periodo la coscrizione era regolata sul censo e ogni soldato doveva procurarsi a proprie spese l'equipaggiamento. I principes, fra le tre linee di fanteria pesante, avevano possibilità economiche medie rispetto agli hastati ed ai triarii. Erano i più maturi rispetto alla prima linea.[13]

Storia

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L'esercito liviano durante la prima guerra sannitica e quella latina (341-338 a.C.)

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Attorno alla metà del IV secolo a.C., durante la guerra latina, era utilizzata all'interno della legione, la formazione a manipolare (dal latino manipulus). La legione a sua volta era divisa in tre differenti schiere:

Queste prime due schiere (formate da 30 manipoli) erano chiamate antepilani.[17]

L'esercito polibiano prima della seconda guerra punica (fine III secolo a.C.)

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La legione manipolare polibiana al principio della seconda guerra punica (218 a.C.).[18]

La nuova organizzazione interna dell'esercito romano descritta da Polibio è da datarsi al principio della seconda guerra punica (218-202 a.C.). I fanti erano ora suddivisi in quattro differenti categorie, sulla base della classe sociale/equipaggiamento ed età:[19]

  1. primi ad essere arruolati erano i Velites, in numero di 1.200[20] (tra i più poveri ed i più giovani).[13]
  2. seguono gli hastati, il cui censo ed età erano ovviamente superiori,[13] in numero di 1.200.[20]
  3. poi vengono i principes,[13] sempre in numero di 1.200.[20]
  4. ed infine i triarii, i più anziani.[13] in numero di 600,[20]

La riforma di Gaio Mario

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Gaio Mario abolì la differenza fra hastati, principes e triarii riformando la legione manipolare nella coorte legionaria e a tutti i soldati diede lo stesso equipaggiamento e per tutti la stessa arma da lancio, il pilum.

Note

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  1. ^ Polibio, Storie, VI, 23, 1.
  2. ^ Livio, Ab Urbe condita libri, IV, 59-60; e VIII, 8, 3.
  3. ^ Polibio, Storie, VI, 23, 2.
  4. ^ Polibio, Storie, VI, 23, 6.
  5. ^ Polibio, Storie, VI, 23, 7.
  6. ^ a b c Polibio, Storie, VI, 23, 8.
  7. ^ Polibio, Storie, VI, 23, 9-10.
  8. ^ Polibio, Storie, VI, 23, 12-13.
  9. ^ Polibio, Storie, VI, 23, 14.
  10. ^ a b Polibio, Storie, VI, 23, 15.
  11. ^ Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 8, 13-14.
  12. ^ Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1.Dalle origini ad Azio, pp.119-120.
  13. ^ a b c d e Polibio, Storie, VI, 21, 7.
  14. ^ a b Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 8, 6.
  15. ^ P.Connolly, Greece and Rome at war, pp.126-128.
  16. ^ Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 8, 5.
  17. ^ a b Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 8, 7.
  18. ^ P.Connolly, Greece and Rome at war, pp.129-130.
  19. ^ Polibio, Storie, VI, 21, 8.
  20. ^ a b c d Polibio, Storie, VI, 21, 9.

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne

Collegamenti esterni

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