Prima Repubblica
Motto: (BR) Ordem e Progresso
(Ordine e Progresso)
Prima Repubblica - Localizzazione
Prima Repubblica - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica degli Stati Uniti del Brasile
Nome ufficialeRepública dos Estados Unidos do Brasil
Lingue ufficialiPortoghese e lingue regionali
Lingue parlatePortoghese
InnoHino nacional brasileiro
CapitaleRio de Janeiro
Politica
Forma di StatoStato federale
Forma di governoDittatura militare autoritaria (1889-1894)
Repubblica presidenziale federale oligarchica (1894-1930)
Capo di GovernoPresidenti del Brasile
Organi deliberativiCongresso Nazionale
Nascita15 novembre 1889 con Manuel Deodoro da Fonseca
CausaCaduta dell'Impero del Brasile con la deposizione di Pietro II e proclamazione della repubblica
Fine3 novembre 1930 con Washington Luís Pereira de Sousa
CausaRivoluzione del 1930
Territorio e popolazione
Bacino geograficoAmerica del Sud
Territorio originaleBrasile
Massima estensione8.515.767 km² nel 1903
Popolazione30.635.605 nel 1920
Economia
ValutaReal brasiliano
Religione e società
Religioni preminentiCattolicesimo
Evoluzione storica
Preceduto da Impero del Brasile
Succeduto daBandiera del Brasile Seconda Repubblica brasiliana
Ora parte diBandiera del Brasile Brasile
Bandiera provvisoria utilizzata dal 15 al 19 novembre 1889.

La Prima Repubblica o República Velha (letteralmente "Vecchia Repubblica" in portoghese) è il periodo della storia brasiliana che va dal 1889 al 1930. La Republica Velha terminò il 3 novembre 1930 con la rivoluzione militare del 1930 che insediò Getúlio Vargas come nuovo presidente, dopo aver deposto l'ultimo presidente effettivo, Washington Luis. In tale periodo il Brasile prese la denominazione di Stati Uniti del Brasile, in conformità alla Costituzione del 1891.[1]

Gli storici dividono la Prima repubblica brasiliana in due periodi.

Secondo la nuova Costituzione repubblicana promulgata nel 1891, il governo era una democrazia costituzionale, ma la democrazia era nominale. In realtà, le elezioni erano truccate, gli elettori delle zone rurali erano sottoposti a pressioni o indotti a votare per i candidati scelti dai loro padroni (vedi coronelismo)[4] e, se tutti questi metodi non funzionavano, i risultati elettorali potevano comunque essere modificati da decisioni unilaterali della commissione di verifica dei poteri del Congresso (le autorità elettorali nella República Velha non erano indipendenti dall'esecutivo e dal legislativo, dominati dagli oligarchi al potere).

La repubblica brasiliana non discendeva ideologicamente dalle repubbliche nate dalla Rivoluzione francese o da quella americana, anche se il regime brasiliano avrebbe tentato di associarsi a entrambe. La repubblica non aveva un sostegno popolare sufficiente per rischiare elezioni aperte. Si trattava di un regime nato da un colpo di Stato che si manteneva con la forza.[5] I repubblicani nominarono Deodoro presidente (1889-91) e, dopo una crisi finanziaria, nominarono il maresciallo Floriano Vieira Peixoto ministro della Guerra per assicurarsi la fedeltà dei militari.[5]

Storia

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Il primo partito repubblicano del Brasile fu il Partido Republicano Paulista (PRP), creato dalla Convenzione di Itu, nel 1873. Il PRP era un partito legalizzato, benché il Brasile del tempo fosse una monarchia. Il PRP riuscì a far eleggere solo tre deputati nell'Assemblea Generale dei Deputati, durante l'Impero del Brasile (1822-1889), tuttavia riuscì ad infiltrarsi nell'ambiente militare, il che fu decisivo per la caduta della monarchia costituzionale brasiliana, e pertanto dell'imperatore Pietro II. Assieme allo sviluppo economico del Secondo Impero; gli scontri con la Chiesa; i conflitti con l'esercito; il movimento repubblicano;[6] e la fine della schiavitù, nel caso di quest'ultima, gli agrari, dapprima fedeli a Pietro II, si ribellarono alla monarchia e tradirono il sistema in vigore, diventando repubblicani poiché l’Impero non aveva previsto un congruo indennizzo (agli ex proprietari) per l'emancipazione degli schiavi.[7]

Proclamazione

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Il colpo di Stato militare del 15 novembre 1889 ebbe successo, e detronizzò l'imperatore Pietro II. Comportamenti simili, in caso di "fiasco", avrebbero esposto a sanzioni per grave crimine, giusta il Codice penale del 1830:

"'Art. 87. Tentativo per posta, e con atti, di detronizzare l'Imperatore; di privarlo in tutto o in parte della sua autorità costituzionale; o di alterare il legittimo ordine di successione. Pena la reclusione con lavori forzati da cinque a quindici anni. Se il crimine è consumato: pene di ergastolo con lavori forzati nel massimo grado; pene di reclusione con lavori forzati per vent'anni nel medio grado; e per dieci anni nel minimo grado”.

I repubblicani di allora, come quelli che avevano fondato il Partito Repubblicano Carioca,[8] furono chiamati, a partire dal 15 novembre, "repubblicani storici". I politici che aderirono alla repubblica solo dopo la sua proclamazione vennero chiamati "repubblicani del 16 novembre", il più noto dei quali era Ruy Barbosa.

Il 18 novembre, il Diário Popular di San Paolo pubblicò un articolo del giornalista Aristides Lobo, che era stato nominato Ministro degli Interni nel Governo Provvisorio ed era stato testimone oculare della proclamazione della Repubblica. In questo articolo di grande impatto, si dimostra che il movimento era essenzialmente militare, senza alcuna partecipazione popolare alla proclamazione della repubblica:

«Per il momento il colore del governo è puramente militare e tale deve rimanere. Il fatto era loro, solo loro, perché la collaborazione dell'elemento civile era quasi nulla. Il popolo piangeva per l'intera faccenda con stupore, meraviglia, sorpresa, senza sapere cosa significasse. Molti credevano seriamente di assistere a una parata"!»

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República da Espada

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Con la vittoria del 15 novembre 1889 del movimento repubblicano capeggiato dagli ufficiali dell'esercito, fu stabilito un governo provvisorio, diretto dal maresciallo Deodoro da Fonseca, in cui tutti i membri dell'esecutivo insediati il 15 novembre erano massoni.[9]

Durante il governo provvisorio fu decretata la separazione tra Stato e Chiesa; fu concessa la cittadinanza a tutti gli immigrati residenti in Brasile; furono nominati governatori alle province che si trasformarono in Stati.

La famiglia imperiale brasiliana fu bandita dal territorio brasiliano, e poté rientrarvi solo dal 1920, poco prima della morte (1921) della Principessa Isabella, erede al trono, e poco prima del centenario dell'indipendenza del Brasile, festeggiato nel 1922.[10] Il decreto n. 120 del 3 settembre 1920 revocò il bando della famiglia imperiale.

Il "Governo provvisorio" terminò con la promulgazione della prima Costituzione repubblicana del Brasile, la Costituzione del 1891, il 24 febbraio 1891. Da quel giorno Deodoro divenne presidente costituzionale, eletto dal Congresso nazionale, e avrebbe governato fino al 15 novembre 1894. Deodoro, sostenuto dai militari, sconfisse il candidato civile Prudente de Morais.

Il 19 novembre fu creata una nuova bandiera nazionale, con il motto positivista "Ordine e Progresso", anche se l'intero motto dei positivisti era "Amore come principio, ordine come base e progresso come fine". Furono mantenuti i colori verde e giallo della bandiera imperiale, perché il decreto n. 4, che creò la bandiera repubblicana, nelle sue premesse afferma che: "i colori della nostra vecchia bandiera ricordano le lotte e le gloriose vittorie dell'esercito e della marina in difesa della patria, e che questi colori, indipendentemente dalla forma di governo, simboleggiano la perpetuità e l'integrità della patria tra le altre nazioni".

Il 23 dicembre 1889, il decreto 85A creò la prima legge repubblicana sulla stampa, in base alla quale una giunta militare poteva perseguire e giudicare sommariamente gli abusi dell'espressione del pensiero; questo decreto si guadagnò il soprannome di "decreto tappo" e fu rafforzato ed esteso dal decreto 295 del 29 marzo 1890. Era la prima volta che la stampa veniva censurata dal regno di Pedro I. Questi decreti che istituivano la censura sulla stampa furono revocati il 22 novembre 1890 con il decreto 1069.

Costituzione del 1891

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All'inizio del 1890 iniziarono le discussioni per la stesura di una nuova costituzione, che sarebbe stata la prima costituzione repubblicana e sarebbe stata in vigore durante tutta la Vecchia Repubblica. Dopo un anno di negoziati con i poteri che governavano il Brasile, il 24 febbraio 1891 fu promulgata la Costituzione brasiliana del 1891. Il principale autore della Costituzione della Vecchia Repubblica fu Ruy Barbosa. La Costituzione del 1891 era fortemente ispirata alla Costituzione degli Stati Uniti. Un altro elemento rilevante in questo contesto fu l'influenza del Positivismo, una corrente filosofica formulata in Francia da Auguste Comte.

Governo Deodoro da Fonseca

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Il maresciallo Deodoro da Fonseca è stato il primo presidente del Brasile, governando per 1 anno e 3 mesi nel "Governo provvisorio" e per 9 mesi come presidente eletto dall'Assemblea nazionale costituente il 25 febbraio 1891, ancora nella cosiddetta "Repubblica della Spada". Il suo governo fu segnato da crisi economiche e movimenti contro il suo modo autoritario di governare.

Il presidente, cercando soluzioni ai problemi economici del Brasile e di industrializzare davvero il Paese, optò per la continuazione nel processo di liberalizzazione dell'economia, chiamato enchilamento, iniziato già durante la monarchia, sotto l'ultimo ministro delle finanze imperiale, il visconte di Ouro Preto, e continuato da Ruy Barbosa, che consisteva nel permettere il credito gratuito alle imprese che avessero desiderato insediarsi nel territorio nazionale. Questa politica economica consentiva alle banche di emettere moneta senza alcun requisito di copertura aurea. Questa politica economica avrebbe dovuto consentire alle imprese di pagare i propri lavoratori e, aumentando il mercato dei consumatori, stimolare l'industria. Quel che avvenne, invece, fu che l'inflazione si impennò esageratamente. Le IPO alla borsa valori di Rio de Janeiro avvenivano con disinvoltura, anche per imprese fantasma, aggravando ulteriormente gli effetti negativi e minando la credibilità del processo.

Il 22 agosto 1891, il Congresso Nazionale approvò una serie di leggi volte a ridurre il potere del presidente della repubblica, Deodoro da Fonseca, che poi attuò un golpe con il Colpo del Tre Novembre, avvenuto nel 1891.[11] I suoi decreti firmati in questo giorno (scioglimento della legislatura e stato d'assedio) furono contrastati dalla resistenza in tutto il Paese. Dopo le pressioni dei militari, che puntarono i cannoni su Rio de Janeiro, Deodoro da Fonseca si dimise il 23 novembre 1891, lasciando al suo posto il vicepresidente Floriano Peixoto.

Tuttavia, il governo di Floriano Peixoto fu considerato incostituzionale perché si riteneva che Deodoro da Fonseca non avesse ancora compiuto due anni di mandato, come stabilito dall'articolo 42 della Costituzione del 1891,[12] e che si dovesse procedere a nuove elezioni per il presidente e il vicepresidente.

L'articolo 42 della Costituzione del 1891 recitava: "Se, in caso di vacanza, per qualsiasi causa, della presidenza o della vicepresidenza, non sono ancora trascorsi due anni del mandato presidenziale, si procederà a nuove elezioni".

Floriano Peixoto argomentava, tuttavia, che Deodoro da Fonseca aveva prestato giuramento come Presidente della Repubblica il 15 novembre 1889, il che significava che era in carica da più di due anni, terminati il 15 novembre 1891, otto giorni prima delle dimissioni di Deodoro da Fonseca.

Governo di Floriano Peixoto

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Durante il suo governo, Floriano Peixoto, cercando il sostegno popolare, adottò misure per migliorare le condizioni di vita della popolazione brasiliana, che dopo un governo di crisi economiche si trovava in una situazione tutt'altro che privilegiata. Il presidente cercò di ridurre le tasse sui beni di prima necessità e persino di azzerare l'imposta sulla carne. Nonostante ciò, non ricevette molto sostegno per rimanere al potere e il suo governo fu osteggiato dalla Rivoluzione Federalista e dalla Rivolta della Marina. A Floriano Peixoto successe il vincitore delle elezioni, Prudente de Morais, segnando la fine della "Repubblica della Spada" con l'elezione di una persona non militare e l'inizio della Repubblica oligarchica, caratterizzata dalla "politica del caffellatte".

República oligárquica

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Il Brasile nel centenario della sua indipendenza (1922)

Nel 1894, con l'uscita di scena di Floriano Peixoto, cominciò a formarsi la República Oligárquica, dominata dalle oligarchie paulista, mineira e gaúcha. Minas Gerais era lo Stato [federato del Brasile] più popoloso, con il maggior numero di rappresentanti alla Camera dei Deputati, seguito da [lo Stato di] San Paolo.

I militari, che avevano portato alla Proclamazione della Repubblica, non si ritirarono immediatamente dalla politica. Solo dopo la morte di Floriano Peixoto nel 1895, il logoramento dell'esercito a causa della Campagna di Canudos, e l'assassinio del Ministro della Guerra del governo De Morais,[13] i militari si ritirarono dal potere, tornando in politica solo tra il 1910 e il 1914 nel governo di Hermes da Fonseca e nel movimento noto come tenentismo negli anni 1920. Per questo si può dire che la Repubblica oligarchica si consolidò solo il 15 novembre 1898, con l'insediamento del secondo presidente civile, Campos Sales.

Nella República oligárquica (1894-1930), il potere politico federale rimase nelle mani delle oligarchie del caffè di San Paolo e Minas Gerais, influenzate anche dalla figura del senatore gaúcho Pinheiro Machado fino al 1916. São Paulo e Minas Gerais dominarono il governo federale per la maggior parte di questo periodo, dal 1894 al 1930, attraverso la cosiddetta "politica del caffellatte". Il termine "caffè" si riferisce allo Stato di São Paulo, il più grande centro di produzione ed esportazione di caffè del Paese, mentre "latte" si riferisce a Minas Gerais, un tradizionale produttore di latte. Minas Gerais era il secondo produttore di caffè della República Velha.

Il Rio Grande do Sul era determinante per la politica nazionale grazie al prestigio personale del senatore Pinheiro Machado, che però fu assassinato nel 1916.[14] Da quel momento in poi, l'influenza del Rio Grande do Sul diminuì perché quello Stato fu dilaniato dall'annoso conflitto tra il Partido Republicano Rio-Grandense e il Partido Libertador. Quando questi due partiti furono finalmente uniti da Getúlio Vargas nel 1928, il Rio Grande do Sul poté finalmente lanciare un candidato alla presidenza: lo stesso Getúlio nel 1930.

Politica del caffellatte

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Il paulista Campos Sales. Fu con questo presidente che ebbe inizio formalmente la politica del caffellatte

La politica del café com leite fu un accordo firmato tra le oligarchie statali e il governo federale, affinché ci fosse un'alternanza di potere tra i politici di São Paulo e Minas Gerais. Fu istituita formalmente dal governo Campos Sales.[15] Il nome di questo accordo riflette il fatto che San Paolo era importante produttore di caffè e Minas Gerais di latte. La scelta del presidente veniva quindi lasciata, a turno, al Partito Repubblicano Paulista (PRP) e al Partito Repubblicano Mineiro (PRM).[15] Tale politica era aspramente criticata dagli imprenditori legati all'industria, che proprio in quel periodo stava in una fase di espansione.[16]

Per garantire che il risultato del voto fosse quello desiderato dagli organizzatori della politica del caffellatte, essi utilizzavano diversi strumenti, tra cui il coronelismo,[4] il voto "con la cavezza"[17] e la politica dei governatori.[18][19]

Questo equilibrio fu infranto da Washington Luís, che era dello Stato di São Paulo e sostenne un altro paulista, Júlio Prestes, per la presidenza. Con questa candidatura si ruppe il patto di staffetta tra São Paulo e Minas Gerais, che portò Minas Gerais ad allearsi con i politici del Rio Grande do Sul e a sostenere un altro candidato alla presidenza.[18]

Da un lato, la politica rafforzò l'agricoltura e l'allevamento nel sud-est del Brasile. Da un altro, le regioni del Centro-Ovest, del Nord e del Nord-Est furono trascurate dai politici e i problemi di queste regioni si esacerbarono.[16]

La politica del caffellatte, che inizialmente era un accordo politico in cui un uomo di San Paolo si candidava alla presidenza e un uomo di Minas Gerais alla vicepresidenza, nacque dalla preoccupazione di Campos Sales per la stabilità politica del Brasile, che non aveva partiti politici organizzati a livello nazionale. Fu l'espressione di Campos Sales della necessità di condurre la propria successione presidenziale nel 1902, per la quale Campos Sales nominò Rodrigues Alves, di San Paolo, come suo candidato alla presidenza:[20]

«Se fossimo in condizioni normali di vita politica, con partiti politici ben marcati, ciascuno dei quali obbedisce all'autorità dei suoi legittimi leader [...] resterei in una posizione neutrale per offrire ai contendenti tutte le garanzie elettorali, ma la situazione della repubblica è ben diversa [...] e bisogna evitare con determinazione le agitazioni senza base nell'interesse nazionale, che servirebbero solo a portare nell'arena politica le ambizioni inquietanti che sono state e saranno sempre un eterno imbarazzo. ] ed è necessario evitare, con deciso impegno, agitazioni prive di fondamento nell'interesse nazionale, che servirebbero solo a portare nell'arena politica le inquietanti ambizioni che sono state e saranno sempre gli eterni ostacoli alla proficuità dell'azione amministrativa [...] (e spiega la necessità di un vicepresidente di Minas Gerais per Rodrigues Alves). Ho ragione di credere che il Minas accetterà solo la combinazione che include anche un mineiro e per evitare imbarazzi penso che sarebbe consigliabile nominare Silviano Brandão come vicepresidente!»

Il pernambucano Rosa e Silva, vicepresidente del governo Campos Sales. Il Rio Grande do Sul e il Pernambuco erano rispettivamente il terzo e il quarto Stato più industrializzati del Brasile nel 1907 (primo decennio della politica del caffellatte), dopo Rio de Janeiro, quindi il Distretto Federale, e São Paulo[21]

Una caratteristica peculiare della politica brasiliana durante la Repubblica oligarchica fu la "politica degli Stati", comunemente nota come "politica dei governatori",[19] istituita sotto Campos Sales.

Le elezioni presidenziali si tenevano ogni quattro anni il 1° marzo e gli eletti venivano insediati il 15 novembre dell'anno delle elezioni presidenziali. Il candidato ufficiale alla presidenza della Repubblica veniva scelto attraverso un accordo nazionale tra i presidenti di Stato.

Secondo questa opera di ingegneria politica, il potere federale non interferiva nella politica interna degli Stati e i governi statali non interferivano nella politica dei Comuni, garantendo loro autonomia politica e tranquillità nazionale.

Il Presidente della Repubblica appoggiava le azioni dei presidenti degli Stati, come la scelta dei loro successori, e in cambio i governatori davano sostegno politico al governo federale, collaborando all'elezione dei candidati al Senato federale e alla Camera dei deputati che davano il loro pieno appoggio al Presidente della Repubblica. In questo modo, gli eletti degli Stati al Senato federale e alla Camera dei deputati non ostacolavano il Presidente della Repubblica, che era libero di guidare il suo governo. I presidenti della Repubblica sarebbero sempre stati ex presidenti di Stato, il che garantiva loro una grande esperienza amministrativa.

A proposito della sua Politica degli Stati, Campos Sales spiegò:[22]

«Altri hanno etichettato la mia politica come "politica dei governatori". Avrebbero avuto ragione se avessero detto "Politica degli Stati". Questo nome esprimerebbe meglio il mio pensiero!»

Note

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  1. ^ CONSTITUIÇÃO DA REPÚBLICA DOS ESTADOS UNIDOS DO BRASIL, DE 1891, su pdba.georgetown.edu. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  2. ^ FAUSTO, Boris, História do Brasil, EDUSP, 2012
  3. ^ LESSA, Renato. A Invenção Republicana, Topbooks, 1999
  4. ^ a b Il coronelismo, (pronuncia portoghese: [koɾoneˈlizmu]), era la macchina politica brasiliana durante la Vecchia Repubblica (1889-1930), nota anche come "governo dei colonnelli", responsabile dell'accentramento del potere politico nelle mani di un oligarca localmente dominante, noto come coronel, che dispensava favori in cambio di fedeltà. Le macchine politiche clientelari delle campagne permisero agli oligarchi agrari, in particolare ai piantatori di caffè nello Stato dominante di San Paolo, di dominare a proprio vantaggio le strutture statali, in particolare le deboli strutture statali centrali che di fatto devolvevano il potere alle oligarchie agrarie locali. Col tempo, la crescita degli scambi, del commercio e dell'industria nello Stato di São Paulo sarebbe servita a scardinare il dominio della politica della Repubblica da parte dell'aristocrazia terriera di São Paulo (dominata dall'industria del caffè) e di Minas Gerais (un altro importante Stato produttore di caffè, ma noto per le dimensioni della sua industria lattiero-casearia) - nota allora agli osservatori come politica del caffellatte (café com leite). Sotto Getúlio Vargas, il Brasile si è orientato verso una struttura statale più centralizzata che è servita a regolarizzare e modernizzare i governi statali, orientandosi verso il suffragio universale e il voto segreto, liberando gradualmente la politica brasiliana dalla morsa del coronelismo. Tuttavia, l'eredità delle oligarchie è ancora fortemente visibile in quello che viene descritto come neo-coronelismo o coronelismo elettronico. La politica brasiliana è ancora nota per essere altamente patrimoniale, oligarchica e personalistica.
  5. ^ a b Hudson, Rex A. Brazil: A Country Study. Washington: GPO for the Library of Congress, 1997, pg.22
  6. ^ (PT) Como a monarquia deu lugar à república no Brasil?, su EBC, 17 ottobre 2014. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  7. ^ (PT) Senado e Câmara aprovaram Lei Áurea em 5 dias — Senado Notícias, su Senado Federal. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  8. ^ Nell'uso brasiliano, carioca è il demonimo riferito alla città di Rio de Janeiro. Quello per lo Stato omonimo è fluminense.
  9. ^ CASTELLANI, José, A Maçonaria na Década da Abolição e da República, Editora A Trolha, 2001.
  10. ^ Marly Silva da Motta, A nação faz 100 anos: a questão nacional no centenário da independência, 1992.
  11. ^ - Os 120 anos do Cerco da Lapa e o preço da consolidação da República Floriano Peixoto implantou uma ditadura militar no início da República e com isso gerou uma série de rebeliões. O Cerco da Lapa faz parte desse cenário de luta pelo poder e de debilidade política, su gazetadopovo.com.br. Jornal Paranaense - Gazeta do Povo
  12. ^ Contituição brasileiro de 1891, su www2.camara.gov.br, Câmara dos Deputados do Brasil. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  13. ^ Il 5 novembre 1897, durante una cerimonia militare in cui doveva ricevere due battaglioni dell'esercito di ritorno da Canudos presso l'Arsenale della Guerra (oggi Museo Storico Nazionale), De Morais subì un attentato da parte del sospetto Marcellino Bispo de Mello; ne uscì illeso, ma il suo ministro della Guerra, il maresciallo Bittencourt, morì per difendere la vita di Prudente. Il presidente decretò quindi lo stato d'assedio per il Distretto Federale (Rio de Janeiro e Niterói), riuscendo così a liberarsi degli oppositori più scomodi. In un primo momento, il vicepresidente Manuel Vitorino, che aveva divergenze politiche con Prudente de Morais, fu incriminato per complicità nell'inchiesta sull'attentato. Vitorino rispose con un manifesto che proclamava la sua innocenza e il suo nome non fu incluso nella sentenza finale, ma la sua carriera politica fu rovinata. Marcellino, arrestato e trovato impiccato in carcere con un lenzuolo, non era altro che un mero strumento di cospirazione politica. Nonostante la sua morte avesse compromesso le indagini, il capitano Deocleciano Martire e José de Souza Velloso furono indicati come le menti del crimine.
  14. ^ (PT) José Gomes Pinheiro Machado, in R7, Algo Sobre. URL consultato l'8 settembre 2012.
  15. ^ a b Vitor Amorim de Angelo, Política do café-com-leite:Acordo marcou a República Velha, su educacao.uol.com.br, UOL. URL consultato il 7 giugno 2011.
  16. ^ a b REPÚBLICA VELHA, su portalsaofrancisco.com.br, Portal São Francisco. URL consultato l'8 giugno 2011.
  17. ^ Il voto de cabresto è un meccanismo per ottenere l'accesso alle cariche elettive comprando voti attraverso l'uso di prassi amministrative distorte, o l'abuso di potere economico. È un meccanismo molto ricorrente nell'interno del Brasile come caratteristica del coronelismo. Il "colonnello" (coronel) era un grande proprietario terriero che usava il suo potere economico per garantire l'elezione dei candidati che sosteneva. Il colonnello costringeva e usava persino la violenza per convincere gli elettori del suo "recinto elettorale" a votare per i candidati da lui sostenuti. Poiché il voto era palese, gli elettori venivano intimiditi e controllati dagli scagnozzi del colonnello affinché votassero per i candidati da lui nominati.
  18. ^ a b Antonio Gasparetto Junior, Política do Café com Leite, su historiabrasileira.com, História Brasileira, 20 gennaio 2010. URL consultato l'8 giugno 2011.
  19. ^ a b La politica dei governatori, o politica degli Stati, fu un accordo dei primi anni della Vecchia Repubblica (1889-1930), in cui il governo federale sosteneva i governi statali senza restrizioni e, in cambio, questi ultimi si avvalevano dei loro "colonnelli" (vedi coronelismo) e dei consiglieri eletti a favore del governo federale, in modo che né il governo federale né i governi statali dovessero affrontare alcun tipo di opposizione. Questo sistema ebbe inizio con il governo di Campos Sales, che propose il nome di "politica degli Stati" affermando che "ciò che pensano gli Stati, lo pensa l'Unione". Questa politica è stata la progenitrice della politica del caffellatte e ha certamente plasmato diverse pratiche politiche nel Brasile di oggi.
  20. ^ CAMPOS SALES, Manuel Ferraz de, Da Propaganda à Presidência, Editora Senado Federal, Edição Fac Similar, Brasília, 1998
  21. ^ Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE), Contas Regionais — Valor da produção - Indústria - Total - Estados brasileiros, 1907, su ipeadata.gov.br, IPEAData. URL consultato il 19-10-2019.
  22. ^ CAMPOS SALLES, Manuel Ferraz de, Da Propaganda à Presidência, Editora UNB, 1983.

Bibliografia

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