È compreso tra 189,6 ± 1,5 e 183,0 ± 1,5 milioni di anni fa (Ma),[1] preceduto dal Sinemuriano e seguito dal Toarciano, il quarto e ultimo stadio del Giurassico inferiore.
Lo stadio, che è coevo allo stadio regionale Charmouthiano nel Nord America, vide in Europa la deposizione degli strati del Lias. Il Pliensbachiano terminò con un evento di estinzione di massa noto come estinzione posta circa in corrispondenza del limite Pliensbachiano-Toarciano.
Il Pliensbachiano è suddiviso in Italia in: inferiore e superiore; più generalmente in Europa meridionale in due sottopiani, Carixiano e Domeriano, quest'ultimo identificato dal geologo italiano Guido Bonarelli[2], separabili da un evento biologico chiaro, cioè la comparsa dei generi di ammoniti tipici della Tetide Fuciniceras lavinianum e Cetonoceras psiloceroides, non presenti nel Carixiano.
Il Pliensbachiano deriva il suo nome dal villaggio di Pliensbach, situato nel comune di Zell unter Aichelberg, nelle Alpi della Svevia, circa 30 km a est di Stoccarda, in Germania. Il nome fu introdotto nella letteratura scientifica dal paleontologo tedesco Albert Oppel nel 1858.[3]
La base del Pliensbachiano è posta in corrispondenza della prima comparsa di ammoniti della specie Bifericeras donovani e dei generi Apoderoceras e Gleviceras. In Italia (Appennino umbro-marchigiano) il limite inferiore del piano è basato su altri ammoniti (Venturi e al. 2004,05,10, Meister e al. 2006,07, Meister 2010). tra questi molto importante è Catriceras catriense, indicatore zonale, la cui comparsa, fissa la base del piano; il genere non è presente nel GSSP inglese e nel dominio nord europeo, essendo invece tipico del dominio tetideo. L'esemplare di riferimento per il genere e la specie è figurato nella voce Wikipedia, Monte Catria. Vedi anche discussione della voce.
Il limite superiore del Pliensbachiano, nonché base del successivo stadio Toarciano, è dato in nord Europa dalla prima comparsa del genere Dactylioceras (più precisamente dal suo sottogenere Orthodactylites). In Tetide invece dal genere ammonitico Eodactylites. Tuttavia studi stratigrafici in Appennino pongono in dubbio se si deve utilizzare Eodactylites (assente per altro nel Regno Unito e in Francia, Howarth, 1992); ciò perché in Italia e in molte località mediterranee risulta presente diffusamente un intervallo anossico o disaerobico (OAE= Oceanic Anossic Event), che potrebbe corrispondere al limite. Nell'Appennino centrale il genere Eodactylites è presente ma è posto al di sotto dell'OAE. in questo caso nell'area i primi ammoniti toarciani potrebbero essere appartenenti ai generi, Hildaites, Martanites, Neotaffertia,Fibulocoeloceras e altri. In assenza della formalizzazione del limite, l'ipotesi resta da vagliare.
In Appennino (Tetide) delle zone elencate, dal basso, le prime 4 corrispondono al Pliensbachiano inferiore, mentre le altre 3 al Pliensbachiano superiore (o Domeriano).
Misurava circa sei metri in lunghezza e aveva un peso attorno a mezza tonnellata. La cararatteristica più evidente del Dilophosaurus è la coppia di creste attorno al capo, forse solo con funzione estetica.
I fossili del periodo includono belemniti, brachiopodi, gasteropodi e le ben più numerose ammoniti.
Una collezione di fossili del periodo si trova allo Städtische Naturkundliche Museum, a Göppingen in Germania. Per l'Appennino e la Tetide ammoniti italiani del piano sono figurate in parte da Howarth (2013) e in misura maggiore in Venturi e al. (2010).
^ab Commissione internazionale di stratigrafia, International Chronostratigraphic Chart, su stratigraphy.org, Unione internazionale di scienze geologiche. URL consultato l'8 marzo 2024.
^G. Bonarelli, Contribuzione alla conoscenza del Giura-Lias lombardo, Atti R. Acc. Sc. Torino, 30, 1894-95, pp. 81-96; Fossili domeriani della Brianza, Rendiconti R. Ist. Lombardo di Scienze e Lettere, s. II, vol. XXVIII, f. VI, 1895, pp. 326-341
^Albert Oppel; 1856-1858: Die Juraformation Englands, Frankreichs und des südwestlichen Deutschlands: nach ihren einzelnen Gliedern engetheilt und verglichen, 857 pp., Ebner & Seubert, Stuttgart.
^Meister, C.; Aberhan, M.; Blau, J.; Dommergues, J.-L.; Feist-Burkhardt, S.; Hailwood, E.A.; Hart, M.; Hesselbo, S.P.; Hounslow, M.W.; Hylton, M.; Morton, N.; Page, K & Price, G.D.; 2006: The Global Boundary Stratotype Section and Point (GSSP) for the base of the Pliensbachian Stage (Lower Jurassic), Wine Haven, Yorkshire, UK, Episodes 29(2), pp. 93-106.
Howarth, M.K.; 2002: The Lower Lias of Robin Hood's Bay, Yorkshire, and the work of Leslie Bairstow, Bulletin of The Natural History Museum. Geology Series 58, p. 81–152, Cambridge University Press, The Natural History Museum, (abstract)
Howarth, M.K.; 2013: Treatise online, num. 57, part L, Revised, vol. 3B, Chapter 4: Psiloceratoidea, Eoderoceratoidea, Hildoceratoidea. KU Paleont. Inst. Univ. Kansas, Lawrence, Kansas, USA, ISSN 2153-4012 (WC ·ACNP).
Meister, C.; Aberhan, M.; Blau, J.; Dommergues, J.-L.; Feist-Burkhardt, S.; Hailwood, E.A.; Hart, M.; Hesselbo, S.P.; Hounslow, M.W.; Hylton, M.; Morton, N.; Page, K & Price, G.D.; 2006: The Global Boundary Stratotype Section and Point (GSSP) for the base of the Pliensbachian Stage (Lower Jurassic), Wine Haven, Yorkshire, UK, Episodes 29(2), pp. 93–106.
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Meister, C. 2010: Worldwide ammonite correlation at the Pliensbachian Stage and substage Boundaries (Lower Jurassic), Stratigraphy, v. 7, n. 1; 1 - 17.
Venturi Federico, Nannarone Carlo, Bilotta Massimiliano; 2004: Eoderoceratidae (Mollusca, Ammonoidea) from the "Corniola" of the Central Apennines, related to the Sinemurian-Pliensbachian boundary in the Mediterranean area, Boll. della Soc. Pal. Italiana 42 (3), p. 361-382, Modena.
Venturi F., Nannarone C. & Bilotta M.; 2005: Early Pliensbachian ammonites from the Furlo Pass (Marche, Italy): two new faunas for the middle-western Tethys, Boll. della Soc. Pal. Italiana, 44 (2), p. 81-115, Modena.
Venturi, F., Rea, G., Silvestrini, G. & Bilotta, M.; 2010, Ammoniti, un viaggio geologico nelle montagne appenniniche, libro, Porzi edit. Stampa Tipolito Properzio S. Maria degli Angeli, Assisi. ISBN 88-95000-27-7.