Frontespizio della Virgilii Maronis Opera, Roma: 1725, Pietro Santi Bartoli (1635-1700)

Pietro Santi Bartoli (Perugia, 1635Roma, 7 novembre 1700) è stato un pittore, antiquario, incisore al bulino e acquafortista italiano, antiquario del Pontefice, della Regina Cristina di Svezia a Roma e del Senato Romano[1].

Biografia

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Allievo di Jean Lemaire e di Nicolas Poussin, divenne famoso nell'incisione di antichità[2] classicheggianti, riprodusse con la tecnica del bulino pitture e copie di grandi autori[3]. Fu sepolto nella Basilica di San Lorenzo in Lucina con solenne funerale accanto alla tomba del suo maestro Poussin.

Sua maggior virtù fu la diffusione tramite incisione di opere poco conosciute dell'arte antica. Fra le numerose stampe pubblicate da Bartoli si annoverano gli archi trionfali antichi di Roma in 54 tavole; i sepolcri antichi Romani ed Etruschi scoperti a Roma ed in altre località in 110 tavole; le lucerne antiche sepolcrali figurate raccolte dalle cave e grotte di Roma in 119 tavole. La sua opera maggiore è stata la riproduzione in 55 tavole del Virgilio vaticano, nel 1677[4], mentre nel 1680 pubblicò trentacinque tavole che riproducevano gli affreschi della tomba dei Nasoni a Roma. Significative sono anche le riproduzioni dei fregi della Colonna Traiana e quelle della Colonna di Marco Aurelio.

Illustrazione alla recensione de Picturae antiquae cryptarum romanarum pubblicata sugli Acta Eruditorum del 1708
Illustrazione alla recensione de Le antiche lucerne sepolcrali figurate pubblicata sugli Acta Eruditorum del 1692

Johann Joachim Winckelmann lo apprezzava molto e lo proponeva ai giovani come modello di disegno delle antichità.[5] Johann Gottlob von Quandt nella sua opera Entwurf Zu Einer Geschichte Der Kupferstecherkunst (Lipsia 1826) diede di lui un giudizio più favorevole di quello espresso da Goethe nella sua Vita di J. J. Winckelmann.

Opere

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Note

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  1. ^ Giovanni Gori Gandellini, Notizie istoriche degl'intagliatori in rame, vol. 1, Siena, presso Vincenzo Pazzini Carli e Figli, 1771, p. 58. URL consultato il 1º luglio 2019.
  2. ^ Picturae antiquae cryptarum Romanarum et sepulchri Nasoniorum, in Acta Eruditorum, n. 27, Lipsiae, 1708, p. 368.
  3. ^ Lucernae sepulcrales antiquae, figuris insignes, e Cryptis romani collectae, in Acta Eruditorum, n. 11, Lipsiae, 1692, p. 225.
  4. ^ Publii Vergilii Maronis opera quae supersunt in antiquo codice vaticano ad priscam imaginum formam incisa a Petro Sancte Bartoli in bibliotheca Camilli Maximi cardinalis ann. MDCLXXVII, s.l., s.e., 1677.
  5. ^ Per l'opinione di Winckelmann su Bartoli si veda Georg Kaspar Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexicon, I, Leipzig, 1835, p. 285 e Johann Wolfgang Goethe, Winkelmann und sein Jahrhundert, ed. Leipzig, 1969, p. 127: «...Den Pietro Santo Bartoli kennen die Liebhaber aus seinen vielen schönen Blättern nach Antiken, Basreliefs und Gemälden, welche in Absicht auf Treue des Detail zwar nicht alle Wünsche befriedigen, den Geschmack der Antiken aber überhaupt sehr wohl darstellen».
  6. ^ Vorzeichnungen in der Bibliothek von Windsor Castle.

Bibliografia

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incisione tratta da Admiranda romananum antiquitatum ac veteris sculpturae vestigia di Pietro Santi Bartoli, 1693

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Collegamenti esterni

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