Paolo Valera

Paolo Valera (Como, 18 gennaio 1850Milano, 1º maggio 1926) è stato un giornalista e scrittore italiano, esponente del verismo.

Biografia

Nacque in una famiglia proletaria (il padre omonimo era venditore ambulante mentre la madre Ambrosina Bianchi era cucitrice). Intorno al 1860 i Valera si stabiliranno a Rivolta d'Adda e nel marzo 1866 andranno ad abitare a Milano, nei Corpi Santi. Lo stesso anno il figlio, seppur minorenne, prese parte alla terza guerra di indipendenza italiana tra le file dei garibaldini. Di ideali estremamente progressisti, fondò il periodico La plebe e collaborò alle testate La farfalla e soprattutto La folla, da lui creato nel 1901.

Nel 1879 unì i vari reportages che aveva realizzato per le riviste sopra enunciate in un'unica grande opera dal titolo Milano sconosciuta, che per la crudezza dei suoi quadri gli attira un processo per diffamazione. Quest'opera, riscritta più volte, ha goduto di numerose ristampe, anche in periodo recente. Si tratta di un vivace anche se un po' pruriginoso reportage nei luoghi del "vizio" (ma anche della miseria e della disperazione) di Milano. Valera vi denuncia con forza il degrado sociale del sottoproletariato urbano, fornendo al tempo stesso una "mappa" di luoghi come bordelli o luoghi d'incontro omosessuale, che solleticò l'interesse del grande pubblico.

Seguono poi romanzi di impianto naturalistico, in cui sono denunciate con violenza le ingiustizie sociali e le miserie del proletariato e del sottoproletariato urbano: Gli scamiciati (1881), Alla conquista del pane (1884), Amori bestiali (1884).

Nel 1888 rimase coinvolto nello scandalo di Emma Allis, ex amante di Vittorio Emanuele II, quindi fu condannato a tre anni di carcere. Valera sfuggì all'arresto e visse fino al 1898 a Londra, salvo poi recarsi a Milano per prendere parte ai moti popolari repressi dal generale Fiorenzo Bava-Beccaris e scontò per questo alcuni mesi in galera: in questo periodo s'iscrisse al Partito Socialista Italiano. Processato con l'accusa di essere un sovversivo, venne assolto dall'accusa nel periodo giolittiano, a causa del nuovo clima politico più libero. Nel 1901 pubblicò il romanzo La folla (omonimo alla rivista) e nel 1907 fece pubblicare l'autobiografico La sanguinosa settimana del maggio '98 (1907). Fu anche traduttore e trascrisse in italiano il Quo vadis? di Henryk Sienkiewicz.

Tra il luglio e il dicembre del 1920 pubblicò in appendice sul giornale ticinese Libera Stampa il romanzo Per ammazzare il "Corriere della Sera", nel quale immagina la fondazione di un giornale d'ispirazione socialista, il Corrierissimo, capace di scalzare l’egemonia culturale del Corriere della Sera e di preparare l'avvento della repubblica in Italia.

Nel 1924 scrisse una biografia del duce, intitolata appunto Mussolini, che gli causò problemi su due fronti: il capo del fascismo venne dipinto come un voltagabbana (e per questo i gerarchi ordinarono la soppressione del libro) ma nonostante ciò egli auspicò il suo ritorno al socialismo (per tale causa Valera venne espulso dal PSI). Divenuto povero, nel 1925 diede alle stampe I miei dieci anni all'estero, una sorta di diario autobiografico che non ebbe successo.

I suoi resti riposano nel cimitero monumentale di Milano[1].

Note

  1. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.

Bibliografia

Traduzioni di Paolo Valera

Voci correlate

Altri progetti

Controllo di autoritàVIAF (EN56651263 · ISNI (EN0000 0000 8135 3393 · SBN CFIV035934 · BAV 495/258836 · LCCN (ENn81060062 · GND (DE119239760 · BNF (FRcb121722123 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n81060062