Scout palestinesi cristiani a Betlemme, 2006

I palestinesi cristiani (in arabo الفلسطينيون المسيحيون?) costituiscono una cospicua minoranza dei palestinesi. Sono affiliati principalmente alla Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme, alla Chiesa greco-cattolica melchita, alla Chiesa maronita e a varie chiese evangeliche. Le più grandi comunità palestinesi cristiane sono concentrate in Galilea e in Cisgiordania, mentre una vasta proporzione è emigrata in America Latina.

Etimologia

In lingua araba i cristiani sono chiamati Naṣrānī (derivato dal termine Nazareno) o Masīḥī (derivante dal termine arabo Masīḥ, ossia "Messia").[1] I parlanti ebraico li chiamano invece Notzri o Notsri (Nazareni", originari cioè della cittadina di Nazareth).[2]

Demografia

Nel 2015 i cristiani assommavano approssimativamente a 1-2,5% della popolazione araba della Cisgiordania e a meno dell'1% nella Striscia di Gaza.[3][4] Secondo le stime delle autorità britanniche durante il loro Mandato in Palestina, la popolazione cristiana di Palestina assommava nel 1922 al 9,5% della popolazione complessiva, non casualmente calata al 7,9% già nel 1946.[5] Un gran numero di cristiani arabi fuggì o fu espulso dalle aree sotto controllo ebraico della Palestina mandataria durante la guerra arabo-israeliana del 1948, e un piccolo numero lasciò la Palestina durante il periodo 1948–1967, in cui una parte della Palestina fu governata dalle autorità giordane, per ragioni essenzialmente economiche. Dal 1967 la popolazione cristiana palestinese è aumentata rispetto all'emigrazione continua.[6] Vi sono anche molti palestinesi cristiani che discendono da rifugiati palestinesi dopo gli eventi successivi al 1948, fuggiti in Paesi a maggioranza cristiana e convertiti alle fedi religiose lì prevalenti, che formano un'ampia diaspora cristiana.[7][8]

In tutto il mondo esiste circa un milione di cristiani palestinesi. Essi vivono prevalentemente nei Paesi arabi confinanti con la Palestina storica e nella diaspora, particolarmente in Sud America, Europa e Nord America.

Nel 2009, esistevano all'incirca 50 000 cristiani nei territori palestinesi, in gran parte nella Cisgiordania e circa 3 000 nella Striscia di Gaza.[9] Della consistenza cristiana palestinese in Israele di 154000 persone, quasi l'80% è definito "arabo", molti dei quali identificantisi in "palestinesi".[10][11] La maggioranza (56%) dei cristiani palestinesi vive nella diaspora palestinese.[12]

Attorno al 50% dei palestinesi cristiani appartiene alla Chiesa ortodossa di Gerusalemme, una delle 15 Chiese della Chiesa ortodossa. Questa comunità è nota anche come "cristiani arabi ortodossi", appartenenti alla Chiesa greco-ortodossa. Vi sono anche maroniti, melkiti-cattolici orientali, giacobiti, caldei, cattolici di obbedienza romana, chiamati localmente "Latini", siro-cattolici, copti ortodossi, copti cattolici, armeni ortodossi, armeni cattolici, quaccheri (Friends Society), metodisti, presbiteriani, anglicani (episcopali), luterani, evangelici, pentecostali, nazareni, Assemblee di Dio, battisti e altri protestanti; oltre a piccoli gruppi di Testimoni di Geova, mormoni e ulteriori gruppetti.

Il Patriarca ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III di Gerusalemme, è il capo della Chiesa ortodossa di Gerusalemme, ma Israele ha rifiutato di riconoscere la sua nomina.[13] Se confermata, egli rimpiazzerebbe il patriarca Ireneo (in carica dal 2001), il cui status nella Chiesa è stato messo in discussione dopo un periodo caratterizzato da controversie che hanno suscitato polemiche e scandalo derivante dal fatto che egli ha venduto proprietà palestinesi a israeliani ebrei ortodossi.[14] L'arcivescovo Teodosio (Hanna) di Sebastia è il prelato palestinese di più alto rango nella Chiesa ortodossa di Gerusalemme.

Note

  1. ^ Chad Fife Emmett, Beyond the Basilica:Christians and Muslims in Nazareth, University of Chicago Press, 1995, p. 74, ISBN 0-226-20711-0.
  2. ^ Bromiley, Geoffrey W., «Nazarene», su: The International Standard Bible Encyclopedia: K-P, pp. 499–500.
  3. ^ The World Factbook, su cia.gov. URL consultato il 28 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2014).
  4. ^ http://imeu.org/article/palestinian-christians-in-the-holy-land
  5. ^ Report to the League of Nations on Palestine and Transjordan, 1937, su unispal.un.org, British Government, 1937. URL consultato il 14 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2013).
  6. ^ Jewish Council for Public Affairs, JCPA Background Paper on Palestinian Christians (PDF), su org2.democracyinaction.org. URL consultato il 23 luglio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2012).
  7. ^ Rockford Institute, Chronicles - Volume 26, 2002, p. 7.
  8. ^ The Palestinian Diaspora, p. 43, Helena Lindholm Schulz, 2005
  9. ^ FACTBOX – Christians in Israel, West Bank and Gaza, in Reuters, 10 maggio 2009. URL consultato l'11 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2013).
  10. ^ They're Palestinians, not 'Israeli Arabs'.
  11. ^ Arab Israeli Village Celebrates Chechnya Roots, in The Forward.
  12. ^ Bernard Sabella, Palestinian Christians: Challenges and Hopes, su al-bushra.org, Al-Bushra, 12 febbraio 2003. URL consultato l'11 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2010).
  13. ^ Meron Rapoport, Government's precondition for Orthodox patriarch's appointment: 'Sell church property only to Israelis', su haaretz.com, 11 febbraio 2007. URL consultato il 15 dicembre 2007.
  14. ^ International Religious Freedom Report 2006: Israel and the Occupied Territories Archiviato il 28 febbraio 2011 in Internet Archive.. United States State Department. Accessed 10 May 2009.

Bibliografia

Voci correlate

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