Palazzo ISVEIMER
Vista frontale del palazzo ISVEIMER
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàNapoli
Indirizzovia Giulio Cesare Cortese, 29
Coordinate40°50′35.82″N 14°15′26.41″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1969-70, 1972
Usouffici
Realizzazione
ArchitettoLuigi Moretti
ProprietarioUniversità degli Studi di Napoli Federico II

Il Palazzo ISVEIMER è un moderno edificio di Napoli, ubicato in Via Giulio Cesare Cortese, presso la chiesa di Portosalvo. Il palazzo è la sede della Segreteria del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

Storia

[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo fu voluto dalla società ISVEIMER nella zona interessata al piano particolareggiato di via Marina redatto da Luigi Cosenza. Il fabbricato fu progettato tra il 1969-1970 e il 1972[1] dall'architetto Luigi Moretti. In seguito è stato acquistato dall'Università degli Studi di Napoli Federico II e colloquialmente noto come Palazzo degli Uffici[2][3].

La struttura occupa un isolato quadrangolare racchiuso tra via De Gasperi, via dei Chiavettieri e via Giulio Cesare Cortese, mentre il quarto lato confina con il fabbricato successivo attraverso una piccola stradina. La struttura è caratterizzata dalla presenza di una pensilina in calcestruzzo armato che racchiude, su via De Gasperi e via Cortese, il corpo di fabbrica.

Il corpo, il cui ingresso è in via Cortese, è formato da due parti distinte: una piastra, con piccola corte di altezza pari alla pensilina, e su di essa una struttura a torre. L'edificio è in calcestruzzo armato rivestito con pannelli prefabbricati leggeri e acciaio verniciato.

Note

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Vittorio Franchetti Pardo, L'architettura nelle città italiane del XX secolo. Dagli anni Venti agli anni Ottanta, Editoriale Jaca Book, 2003
  2. ^ Palazzo degli Uffici, su informatica-dsu.unina.it.
  3. ^ Nuovi edifici in via Marina, su Università Federico II.

Bibliografia

[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]