L'ordine tuscanico viene descritto da Vitruvio nel trattato De Architectura. Quest'ultimo gli attribuisce un'origine etrusca e ne dà una descrizione sommaria, concedendogli poca considerazione.[3] Non si può escludere che sia stato un adattamento in terra italica dell'ordine dorico, di cui mantiene quasi tutte le caratteristiche più importanti, anche se generalmente abbandona il fusto scanalato e riduce lo spessore dell'echino e dell’abaco.[4] Al tempo di Vitruvio, veniva ancora utilizzato prevalentemente in costruzioni lignee.
Nella codificazione rinascimentale degli ordini, la distinzione dal dorico è spesso accademica e difficile da interpretare nelle architetture, per cui, nel descrivere uno stesso monumento, gli studiosi utilizzano entrambi i termini.[5] La probabile origine etrusca dell'ordine tuscanico ne favorì il largo utilizzo nel Granducato di Toscana a partire dal ducaCosimo I.
Le caratteristiche principali di questo ordine architettonico sono le seguenti:
Base: l'ordine tuscanico è costituito da un semplice toro o una modanatura con profilo a semicerchio convesso;
Fusto: come nell'ordine dorico ma più snello, senza vistosa rastremazione verso l’alto, liscio. Tuttavia molti fusti, che oggi sembrano lisci, avevano in origine un rivestimento in stucco che riproduceva le scanalature;
Capitello: è più articolato rispetto all'ordine dorico e con abaco ed echino più schiacciati, meno imponenti rispetto al dorico;
^Joseph Rykwert, La colonna danzante. Sull'ordine in architettura, 2010, pag. 248.
^James S. Ackerman, The Tuscan/Rustic Order: A Study in the Metaphorical Language of Architecture, Journal of the Society of Architectural Historians, 42.1 (March 1983:15-34).