Olimpia | |
---|---|
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 2001 |
Chiusura | 2007 |
Settore | Finanziario |
Prodotti | partecipazioni finanziarie |
Olimpia Spa era una finanziaria italiana che deteneva la maggioranza relativa (18%) del pacchetto azionario di Telecom Italia.
Olimpia faceva parte della struttura piramidale tramite la quale Marco Tronchetti Provera controllava Telecom Italia. Questa struttura piramidale portava Tronchetti Provera a controllare Telecom Italia possedendo solo lo 0,11% del capitale votante.
Olimpia viene creata nel 2001 per acquistare il 23,3% di Olivetti posseduto dalla Bell SA, una società lussemburghese che aveva il 51,02% di Telecom Italia, dopo la famosa Opa di Roberto Colaninno da 100.000 miliardi di lire.
Olimpia era controllata da Pirelli & C., che ne deteneva la maggioranza (58%). Gli altri azionisti erano Edizione Holding (16%), Hopa (16%), Banca Intesa (5%), e UniCredit (5%).
In seguito alla fusione per incorporazione di Telecom Italia in Olivetti, e col conseguente ridenominazione di Olivetti in Telecom Italia, la quota di Olimpia in Telecom Italia scende intorno al 30%.
In seguito alla fusione per incorporazione di TIM in Telecom Italia, la quota di Olimpia in Telecom Italia scende intorno al 18%.
Il 1º febbraio 2006, sotto pressione di Pirelli & C. e Edizioni Holding, Hopa protagonista dello scandalo Bancopoli annuncia la sua uscita da Olimpia. Dopo poco tempo, escono dalla società anche le banche.
Con la loro uscita, la partecipazione di Pirelli & C. in Olimpia sale all'80%, mentre quella di Edizioni Holding sale al 20%. In seguito, Edizione Holding cede le azioni Olimpia alla sua sub-holding Sintonia SA.
Nel maggio del 2007, a seguito della volontà di Pirelli di uscire dal mercato telefonico, la società Telco ha raggiunto un accordo per l'acquisto dell'intera Olimpia, a 2,82 euro per azione, in totale 4,1 miliardi di euro.
Telco incorporò Olimpia, e le quote Telecom (5,6%) portate in dote da Generali e Mediobanca, raggiungendo complessivamente il 23,6% di Telecom Italia. L'operazione viene chiusa a fine 2007. In un secondo momento, venne attuato un aumento di capitale di 900 milioni sottoscritto pro quota.[1]