Miopia
Nell'occhio miope, essendo allungato, la messa a fuoco si forma prima della retina. La lente corregge il difetto allungando il fuoco.
Specialitàoptometria
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM160700, 255500, 300613, 310460, 603221, 608367, 608474, 608908, 609256, 609257, 609258, 609259, 609994, 609995, 610320, 612554, 612717, 613969, 614166, 614167, 615420, 615431 e 615946
MeSHD009216
MedlinePlus001023

La miopia è un'ametropia o un'anomalia refrattiva, a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto posto all'infinito non si focalizzano correttamente sulla retina, ma davanti a essa: si avrà perciò una visione sfocata e confusa da lontano, ma chiara e nitida da vicino; tuttavia con miopie molto elevate la distanza massima di visione a fuoco diventa cortissima, rendendo di fatto la visione impossibile ad ogni distanza. La radice del termine è di origine greca e significa “socchiudere gli occhi”, un espediente comune per migliorare la nitidezza dell'immagine visiva; le palpebre, se “strizzate”, funzionano come un diaframma naturale, permettendo un aumento della profondità di fuoco.

Descrizione

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In un occhio miope i raggi luminosi che passano attraverso i mezzi diottrici (cornea, cristallino, ecc.) convergono, all'interno del bulbo oculare, davanti alla retina anziché su di essa (dunque il punto di fuoco risulta spostato verso la pupilla). In presenza di miopia, il punto remoto, cioè quello più lontano dall'occhio a cui vi è possibile una visione nitida, è posto a una distanza finita invece che all'infinito, come invece avviene in un occhio senza difetti di vista.

La distanza massima a cui un soggetto riesce a vedere nitidamente è inversamente proporzionale al grado della miopia. Per esempio, un miope di -2.00 diottrie riesce a vedere nitidamente al massimo a 50 centimetri (ossia a 1/2 metro). Tuttavia, il soggetto miope sarà in grado di ottenere una messa a fuoco per punti ancora più vicini rispetto a un soggetto emmetrope e avrà in generale una visione da vicino più confortevole per via del ridotto utilizzo del meccanismo di accomodazione. La conseguenza è che gli oggetti osservati tendono ad apparire sfocati (tanto più quanto maggiore è la miopia) e la visione migliora con la riduzione della distanza a cui si guarda.

Eziologia

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La miopia è dovuta generalmente a una lunghezza eccessiva del bulbo oculare. Un'altra causa può essere un'alterata curvatura delle superfici rifrattive dell'occhio. Nelle fasi iniziali e intermedie della cataratta oppure a seguito di alterazioni metaboliche si può manifestare miopia a seguito di alterazione dell'indice di rifrazione dei mezzi oculari, in particolare del cristallino.

Oltre a questa classificazione prevalentemente ottica possiamo citarne altre in base alla causa ereditaria oppure evolutiva: l'eccessivo sforzo e protrarsi del lavoro prossimale provoca o concorre a sviluppare miopia e a farla peggiorare; in particolare un defocus di tipo ipermetropico (dove il fuoco cade dietro la retina) stimola il bulbo oculare ad allungarsi, causando miopia, in modo tale da far cadere il fuoco sulla retina.[1]. Recenti studi hanno inoltre evidenziato come uno stile di vita sano possa tardare o rallentare la miopia; in particolare viene consigliato ai bambini e agli adolescenti di trascorrere ogni giorno del tempo all'aria aperta.[2] Per chi ha già sviluppato una lieve miopia invece si può evitare il peggioramento limitando l’uso degli occhiali correttivi alla sola visione da lontano, poiché indossandoli anche da vicino si verrebbe a ricreare quello sforzo della vista, dovuto alla continua accomodazione, che ha dato origine alla miopia; senza occhiali invece l’occhio leggermente miope ha già una corretta visione da vicino, oltre che più confortevole dal momento che si sollecita molto meno il sistema accomodativo rispetto ad un occhio normale (e la lente correttiva della miopia ovviamente riporta l’occhio come se fosse nella condizione normale).

Clinica

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La gravità della miopia, come tutte le ametropie, si misura in diottrie (indicano il potere delle lenti correttive necessario a compensare il difetto).

Fino a -3.00 diottrie si tratta di miopia lieve e si considera un difetto visivo in un occhio che di solito è altrimenti sano, da -3.00 a -6.00 diottrie si tratta di miopia media, mentre una miopia maggiore di -6.00 diottrie è considerata di grado elevato. La miopia è definita patologica, quando si associa a patologie corio-retiniche o oculari come distacco della retina o glaucoma. Vi sono però molti criteri e le classificazioni possono variare anche notevolmente. In rari casi (soprattutto nelle età che vanno oltre i 40 anni) si possono riscontrare miodesopsie, corpi mobili del vitreo che compaiono a causa dell'eccessiva lunghezza dell'occhio che lo deforma.

Tipologia

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Eziologica

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Clinica

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Patologica

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Le alterazioni che possono interessare il polo posteriore sono essenzialmente di due tipi: distrofiche (stafiloma miopico, rotture della membrana di Bruch, atrofia corioretinica, distacco di retina) ed essudative (neovascolarizzazione coroideale); è inoltre frequente la comparsa del glaucoma nei pazienti affetti da miopia patologica.

Miopie transitorie

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Stafiloma e atrofia corioretinica

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Lo stafiloma miopico è uno sfiancamento del bulbo oculare, accompagnato da una serie di alterazioni degenerative della coroide e della retina; è presente già da giovani e peggiora con l'età, per evolvere - in taluni casi - fino alla cecità legale.

Distrofia e atrofia corioretinica

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La retina, in corrispondenza dello stafiloma, presenta vasi stirati e la macula lutea diventa indistinguibile: spesso queste aree di assottigliamento evolvono verso la completa atrofia corioretinica.

Distacco della retina

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Il distacco di retina in presenza di miopia patologica può avvenire "spontaneamente", ovvero senza cause di origine traumatica, ma in realtà è determinato da lacerazioni del tessuto retinico assottigliato indotte dalla trazione del corpo vitreo (il liquido gelatinoso che riempie il bulbo). La terapia è chirurgica, ma un'efficace prevenzione può essere fatta mediante trattamenti laser, qualora venga rilevata una rottura retinica. In caso di miopia elevata, il rischio di distacco retinico nel corso della vita è di 1/20, decisamente più di frequente che nella popolazione generale.[3]

Neovascolarizzazione coroidale

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È una delle complicanze più gravi per la prognosi visiva per questa forma di malattia. Colpisce circa il 10% degli occhi affetti da miopia patologica e spesso compare in corrispondenza di una rottura della membrana di Bruch. I sintomi sono: visione distorta e annebbiata o scotoma assoluto centrale (in caso di emorragie sottoretiniche).

Trattamento

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I metodi di correzione possono essere svariati. Solitamente, il primo approccio è quello di compensarla con lenti negative che permettono di spostare il fuoco sulla retina e quindi vedere le immagini a fuoco. In caso di miopia leggera l’occhiale può essere tolto per vedere da vicino e, con l’insorgenza della presbiopia, bisognerà sempre farlo perché con gli occhiali correttivi si vedrà bene solo da lontano. Quando la presbiopia insorge su un soggetto con miopia media o elevata si dovrà invece fare un secondo paio di occhiali con gradazione più leggera per la visione da vicino, oppure passare a lenti multifocali. La correzione non è solo oftalmica, quindi mediante occhiali, ma può anche avvenire attraverso lenti a contatto (morbide, rigide), talvolta approcci rieducativi con esercizi che il professionista della visione può consigliare di fare a casa (visual training) e infine approcci chirurgici laser. In base al grado di miopia e alle esigenze del soggetto si preferirà un metodo correttivo piuttosto che un altro.

Per la correzione chirurgica si usa il termine chirurgia refrattiva, solitamente tramite laser, che modificano la curvatura della cornea, diminuendo il potere rifrattivo della cornea, compensando la miopia. Le tecniche più utilizzate sono la PRK e la LASIK. Altri trattamenti chirurgici in uso sono gli impianti di lenti fachiche, la sostituzione del cristallino e la cheratotomia radiale, tecnica chirurgica ideata dal medico russo Fëdorov[4].

Incidenza

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Sono numerosi ormai gli studi che confermano come l’incidenza di miopia sia in aumento da decenni nella popolazione mondiale. Si stima che entro il 2050 metà della popolazione ne sarà afflitta. La causa sembra risiedere nell'aumento dell'istruzione e nel conseguente maggior tempo trascorso fin da bambini al chiuso, osservando oggetti ravvicinati come libri e schermi.[5]

Note

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  1. ^ http://www.adnkronos.com/salute/2015/09/15/stare-all-aperto-riduce-rischi-miopia-nei-bimbi_j5HkDGCNZ2xKMcQULuafhM.html
  2. ^ Stare all'aperto riduce i rischi di miopia nei bimbi, su Adnkronos. URL consultato il 15 febbraio 2016.
  3. ^ http://www.centralfloridaretina.com/retinal-tears/
  4. ^ Svyatoslav Fyodorov, 72, Eye Surgery Pioneer - New York Times
  5. ^ Miopia, entro il 2050 la metà della popolazione mondiale dovrà mettere gli occhiali: come contrastarla, su corriere.it.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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