Medoro
Angelica e Medoro, dipinto di Simone Peterzano (collezione privata).
Sagaciclo carolingio
Lingua orig.Italiano
AutoreLudovico Ariosto (Orlando furioso)
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
Luogo di nascitaTolomitta
Affiliazioneesercito di Dardinello

Medoro è un personaggio dell'Orlando Furioso, opera di Ludovico Ariosto. Egli è un semplice fante dell'esercito saraceno: di lui però si innamora Angelica, donna a sua volta amata dal protagonista dell'intera opera, Orlando. Medoro e Angelica hanno scritto i loro nomi sulle cortecce degli alberi e sulle pareti delle grotte, dove il loro amore si è consumato innumerevoli volte: ciò scatenerà l'ira di Orlando.

Il personaggio

Le origini

Medoro appare per la prima volta nel libro diciottesimo del poema: giovane guerriero bellissimo d'aspetto, anche per via dei capelli insolitamente biondi per un Moro d'Africa, è legato da amicizia al commilitone Cloridano. Entrambi sono sudditi del re Dardinello, che ha trovato la morte duellando contro Rinaldo.

«

Duo Mori ivi fra gli altri si trovaro,
d'oscura stirpe nati in Tolomitta;
de quai l'istoria, per sempio raro
di vero amore, è degna esser descritta.
Cloridano e Medor si nominaro,
ch'a la fortuna prospera e a l'afflitta
aveano sempre amato Dardinello,
et or passato in Francia il mar con quello.
Cloridan, cacciator tutta sua vita,
di robusta persona era et isnella;
Medoro avea la guancia colorita;
e bianca e grata ne la età novella;
e fra la gente a quella impresa uscita,
non era faccia più gioconda e bella:
occhi avea neri; e chioma crespa d'oro:
angel parea di quei del sommo coro.

»

L'amicizia con Cloridano e la strage dei cristiani addormentati

Il corpo di Dardinello è stato lasciato insepolto, e ciò spinge Medoro a recuperarlo. Cloridano in un primo momento cerca di dissuadere l'amico da quella che ritiene una folle impresa, ma comprendendo l'indole temeraria di Medoro decide infine di accompagnarlo. I due entrano in azione di notte, facendo irruzione nel campo dei cristiani: recuperano così il cadavere del loro sovrano, dopo aver ucciso alcuni nemici sorpresi nel sonno. Medoro in particolare fa due vittime illustri, Malindo e Ardalico, ovvero i giovani figli del conte di Fiandra, nonché pupilli di Carlo Magno, i quali si erano da poco uniti al resto dell'esercito cristiano.

L'incontro con Angelica

Pietro Liberi, Angelica e Medoro, quadro dipinto prima del 1687

Usciti dall'accampamento nemico, Cloridano e Medoro si imbattono in una torma di cavalieri cristiani guidati dal principe scozzese Zerbino, che fa prigioniero Medoro. Nel tentativo di salvare la vita al compagno, Cloridano, che si è nascosto tra gli alberi, uccide con le sue frecce due nemici. Zerbino, adirato, si scaglia con la spada su Medoro ma decide di risparmiarlo dopo averlo guardato in viso e aver riconosciuto la sua disarmante bellezza (questo non va inteso come indice di un'attrazione fisica per Medoro da parte del condottiero cristiano, bensì come una dimostrazione del fatto che un'avvenenza così rara può essere considerata un dono, una virtù degna di essere risparmiata). Ma un compagno di Zerbino, ignaro della decisione presa da quest'ultimo, colpisce Medoro che cade a terra apparentemente privo di vita. Cloridano esce allora allo scoperto per affrontare i cristiani e vendicare l'amico, morto ai suoi occhi, ma rimane ucciso. Dopo la partenza dei cavalieri, Medoro viene soccorso dalla bella Angelica, che, passando per caso da quelle parti, ha visto il giovane ferito e se ne è subito innamorata: la fanciulla cura le piaghe di Medoro e fa seppellire i corpi di Cloridano e Dardinello. La coppia partirà quindi per il Catai, la terra da cui Angelica proviene.

Interpretazione dell'episodio

La fonte cui Ariosto ha attinto è l'episodio virgiliano di Eurialo e Niso: se ne scosta per il finale meno tragico. Inoltre nel poema ariostesco mancano descrizioni relative al ritrovamento dei guerrieri uccisi nel sonno.

Medoro nella letteratura post-ariostesca

Jean-Baptiste Bénard, Angelica incide il nome di Medoro, quadro dipinto prima del 1789

Medoro nelle arti figurative

Lo stesso argomento in dettaglio: Angelica e Medoro.

Giovanni Lanfranco, Angelica soccorre Medoro, quadro dipinto prima del 1647

Tra i tanti artisti che hanno immortalato la figura del fante saraceno si ricordano Giambattista Tiepolo coi suoi affreschi nella Sala dell'Orlando Furioso di Villa Valmarana "Ai Nani", Simone Peterzano, esecutore del dipinto Angelica e Medoro, e Giovanni Lanfranco, cui si devono ben tre dipinti intitolati Angelica soccorre Medoro.

Medoro nell'opera lirica

Nella cultura di massa

Fonti

Bibliografia

Voci correlate

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