Mario La Cava (Bovalino, 11 settembre 1908Bovalino, 16 novembre 1988) è stato uno scrittore italiano.

Biografia

[modifica | modifica wikitesto]

Nacque in una famiglia piccolo-borghese: il padre, Rocco La Cava, era insegnante elementare, mentre la madre, Marianna Procopio, pur essendo una casalinga, aveva peraltro una spiccata attitudine narrativa che di certo influì sulla formazione culturale del figlio.[1] Compiuti gli studi medi e superiori in Calabria, si trasferì dapprima a Roma, dove frequentò la facoltà di medicina, e poi a Siena dove conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1931.

Amico del siciliano Leonardo Sciascia[2][3], si dedicò successivamente alla letteratura e alla narrativa, intrattennendo col primo una fitta corrispondenza epistolare durata dal 1951 al 1988[4][5], che nel 1987 scrisse di lui:

«Credo di avere letto per la prima volta qualcosa di Mario La Cava nell'Italiano di Longanesi, tra il '36 e il '37… le cose di La Cava costituivano per me esempio e modello del come scrivere: della semplicità, essenzialità e rapidità a cui aspiravo.»

I nuovi impegni culturali non gli impedirono di tornare, prima possibile, nella sua amata terra nativa. Qui, appartato ma non estraneo, trascorse il resto della sua vita. Fu una scelta dettata, oltre che dalle ragioni del cuore, anche da motivazioni culturali direttamente legate alla sua attività di scrittore, come egli stesso ebbe a dichiarare: «Niente è più nocivo allo scrittore, che credere reale il mondo sofisticato dei salotti culturali. Solo nei piccoli centri è possibile seguire gli itinerari di vita della gente per ricavarne trame di romanzi.»[7]

Le sue opere si ispirano all'ambiente contadino calabrese, e parlano con sentita partecipazione di poveri emigranti e di gente emarginata. Il suo esordio come scrittore risale al 1935, anno in cui pubblicò su L'italiano (editore Longanesi), degli aforismi tipici della cultura contadina, che raccolse poi nella sua prima opera, Caratteri del 1939. Già prima però, con Il matrimonio di Caterina (1932) si era manifestata la sua vocazione narrativa legata alla vita di provincia anche sul piano affettivo. Da questo lungo racconto Luigi Comencini avrebbe poi tratto un film nel 1983. Oltre alla sua prolifica attività di scrittore, collaborò con numerose riviste e giornali: Corriere della Sera, La Stampa, Paese Sera, La Nazione, Il Giorno, L'Unità, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Mattino, Il Calendario del Popolo.

La morte lo colse a ottant'anni nel suo paese nativo che non aveva più lasciato. Nello stesso anno (1988) uscì il suo romanzo autobiografico Una stagione a Siena, in cui l'autore ripercorre la propria esistenza, a partire dagli anni universitari vissuti in quella città.

La produzione letteraria di Mario La Cava trova la sua espressione più congeniale nel bozzetto e nel frammento. Difatti egli «preferisce il respiro breve del ritratto e dell'osservazione morale, alle architetture narrative più solide e ampie.»[8] Altri limiti segnalati da alcuni critici contemporanei sono «l'omaggio, talvolta pedissequo, ai cascami del neorealismo» e, sul piano della scrittura, «la disuguaglianza del suo tono linguistico».[9]

Premi e riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Opere

[modifica | modifica wikitesto]

Autori che hanno scritto su Mario La Cava

[modifica | modifica wikitesto]

Note

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Patrizia Bartoli Amici, La Cava, Mario, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 63, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004.
  2. ^ Pier P. Pavarotti, «Piuttosto mi adatterò in un grande angolino nella produzione italiana»: la intermittente riscoperta di Mario La Cava, tra classicità ed attualità (PDF), in Kepos, vol. 4, n. 9, 2019, pp. 137-157, ISSN 2611-6685 (WC · ACNP), OCLC 8286252889. URL consultato il 20 febbraio 2020 (archiviato il 20 febbraio 2020). Ospitato su archive.is.
  3. ^ Due intellettuali meridionali del 900: Mario La Cava e Leonardo Sciascia, su larivieraonline.com, 17 novembre 2019. URL consultato il 20 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2020).
  4. ^ Maria Teresa D'Agostino, Il carteggio fra La Cava e Sciascia (Calabria Ora), su Rubbettino editore, Calabria ora. URL consultato il 20 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2020).
  5. ^ Luigi Tassoni, Dal carteggio La Cava-Sciascia un’idea di Italia e tutti noi, su amicisciascia.it. URL consultato il 20 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2020).
  6. ^ Leonardo Sciascia, Mario La Cava: esempio e modello del come scrivere, in La Stampa - Inserto "Tuttolibri", 27 giugno 1987 (archiviato il 20 febbraio 2020).
  7. ^ Delfino 1987, p. 32.
  8. ^ Sergio Blazina, in Grande dizionario enciclopedico, Appendice sesta, Torino, UTET, 1997, p. 330.
  9. ^ Pasquino Crupi, Mario La Cava, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume quarto, Milano, Marzorati, 1974, p. 587 e p. 593.
  10. ^ Albo d'oro, su circolorhegiumjulii.wordpress.com. URL consultato il 12 maggio 2019.
  11. ^ Premio Sila ’49, al via l’edizione 2014, su approdocalabria.it. URL consultato il 13 marzo 2022.

Bibliografia

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN175920 · ISNI (EN0000 0001 1584 3586 · SBN CFIV049022 · LCCN (ENn50061987 · GND (DE119194392 · BNF (FRcb13556676t (data) · J9U (ENHE987007278330805171