Lettere
Titolo originaleἘπιστολαὶ
Ritratto di Platone nella moderna Accademia di Atene
AutorePlatone
1ª ed. originaleIV secolo a.C.
Genereraccolta
Sottogenereepistolare
Lingua originalegreco antico
SerieOpere di Platone, IX tetralogia

Le Lettere di Platone sono una raccolta di 13 epistole, inserita da Trasillo al termine della nona e ultima tetralogia di dialoghi.

Al giorno d'oggi gli studiosi ritengono queste lettere spurie, con l'eccezione della Lettera VII e (talvolta) anche dell’VIII, che molti ritengono autenticamente di Platone; tuttavia, come scrive Mario Vegetti, a questo proposito «la questione è probabilmente indecidibile sul piano strettamente filologico».[1][2]

Argomenti

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Lettera VII

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Delle tredici lettere, quella che ha maggiormente destato interesse negli studiosi per i suoi contenuti filosofici è stata la Lettera VII, la più lunga e l'unica che si possa plausibilmente attribuire a Platone. Scritta dopo la morte di Dione (quindi dopo il 354 a.C.)[6], e indirizzata ai suoi familiari a Siracusa, rappresenta un'importantissima fonte di informazioni sulla vita del filosofo e il suo stile filosofico.

Platone descrive la sua passione giovanile per la politica, le cause del suo interesse per la filosofia e le motivazioni che lo spinsero a compiere tre viaggi in Sicilia. Particolare attenzione è data al ricordo delle fasi che caratterizzarono l'insuccesso dei suoi tentativi di instaurare nella città megalogreca un governo guidato da un re-filosofo, fallimenti dovuti alla difficile situazione politica con cui si dovette scontrare. Oltre a ciò, Platone dedica, in quella che viene spesso definita "digressione filosofica" (341a-345c), anche alcune pagine ad una critica della scrittura, che può essere messa in relazione con il mito di Theuth, descritto nel Fedro (274b-276a).[7]

Lettera VIII

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Molti studiosi sostengono l'autenticità anche della Lettera VIII, sebbene l'interpretazione resti controversa. Dedicata anch'essa ai familiari di Dione e scritta in seguito alla sua morte, questa lettera descrive però una situazione politica differente da quella prospettata nella Lettera VII. In particolare, qui si parla di Ipparino, figlio di Dionisio I, il quale ha cacciato il tiranno Callippo ma è allo stesso tempo sotto la pressione di Dionigi II, che intende tornare in patria con le armi. Tutto ciò, dice Platone, va però a diretto vantaggio delle popolazioni confinanti, Fenici e Oschi, i quali potrebbero approfittare della situazione per invadere la Sicilia. La proposta di Platone è allora quella di salvaguardare l'indipendenza dell'isola istituendo un triregno, in cui a governare dovranno essere Ipparino, Dionigi II e il figlio del defunto Dione. Modello per i tre sovrani dovrà essere Licurgo, colui che formulò la legislazione di Sparta prevedendo due re che governano contemporaneamente ma limitati nei loro poteri dal senato e dagli èfori.

Note

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  1. ^ M. Vegetti, «Un paradigma in cielo». Platone politico da Aristotele al Novecento, Roma, Carocci, 2009, p. 16.
  2. ^ Per una discussione del problema dell'autenticità vedere Victoria Wohl, "Plato avant la lettre: Authenticity in Plato's Epistles", Ramus, 27, 1998, pp. 60-93; Luc Brisson nell'introduzione alla sua traduzione (Platon. Lettres, GF Flammarion, 1987) propone (p. 70) una tabella sulle prese di posizione di 32 studiosi concernenti l'autenticità delle Lettere da Marsilio Ficino (1484) a Dietrich Kurz (1983): 26 ritengono autentica la Settima e 25 l'Ottava; la Sesta è ritenuta autentica da 18 studiosi, la Terza da 14, mentre le altre sono considerate inautentiche dalla maggioranza.
  3. ^ Così A. Maddalena in: Platone, Opere complete, vol. 8: Lettere, Definizioni, Dialoghi spuri, Roma-Bari 1966, p. 3.
  4. ^ Platone, Opere Complete, vol. 8, cit., p. 5.
  5. ^ Platone, Tutte le opere, a cura di E.V. Maltese, Roma 2009, p. 2878.
  6. ^ Della morte di Dione si parla in 334a.
  7. ^ Lettera VII 341c.

Bibliografia

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Edizioni e traduzioni

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Studi

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Voci correlate

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Altri progetti

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