La storia dei tre orsi
Titolo originaleThe Three Bears
Altri titoliI tre orsi
Riccioli d'oro e i tre orsi
Illustrazione di Arthur Rackham per English Fairy Tales di Flora Annie Steel
AutoreRobert Southey
1ª ed. originale1837
Generefavola
Lingua originaleinglese

La storia dei tre orsi (conosciuta anche come Riccioli d'oro e i tre orsi) è una fiaba per bambini, una delle più popolari in lingua inglese.[1]

Trama

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La famiglia di Orsi, composta da Mamma orsa, Papà orso e cucciolo, ognuno di dimensioni diverse (il papà è enorme, la mamma è più piccola e il cucciolo è molto piccolo), va a fare una passeggiata nel bosco aspettando che la zuppa per la colazione si raffreddi. Mentre sono via, una ragazza un po' maleducata di nome Riccioli D'Oro entra nella loro casa e comincia ad adoperare le loro cose, assaggia la zuppa di ognuno fino ad arrivare a quella che le piace, si mette sulle sedie di ognuno e, arrivata a quella dell'orsetto, la rompe; quindi si mette a dormire nei loro letti.

Gli orsi arrivano a casa e capiscono subito che qualcuno è entrato e il piccolo si lamenta nel vedere la sua sedia rotta e la sua zuppa completamente mangiata. Alla fine trovano la bimba nella camera da letto: lei si sveglia di soprassalto e scappa.

Origini

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La favola fu messa per la prima volta su carta dal poeta inglese Robert Southey[2] e pubblicata nel 1837 nel quarto volume della sua collezione The Doctor.[3] Lo stesso anno, lo scrittore George Nicol ne pubblicò una versione in rime sulla base del racconto in prosa di Southey[2][4] e con l'approvazione dello stesso.[5] Entrambe le versioni raccontano di tre orsi e di una anziana che entra nella loro proprietà.

In realtà la storia dei tre orsi era in circolazione molto prima della pubblicazione della versione di Southey.[4][6] Nel 1831, per esempio, Eleanor Mure regalò al nipote per il suo compleanno un libretto su tre orsi realizzato a mano[2][4] e nel 1894 l'esperto di folclore Joseph Jacobs scoprì la favola di Scrapefoot, un racconto con una volpe come antagonista[7]. Scrapefoot aveva una sorprendente somiglianza con il racconto di Southey e può essere derivata da una ancora più antica tradizione orale. Probabilmente nella sua stesura della storia Southey confuse il termine "vixen" come volpe con quello di una astuta donna anziana.[2]

Cambiamenti

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Dalla sua prima pubblicazione il racconto ha subito due importanti modifiche nel corso degli anni. La prima riguarda la protagonista che da una donna anziana è diventata nel tempo una graziosa bambina[5], che ha cambiato numerose volte nome[8] prima di arrivare nel 1904 ad essere chiamata Riccioli d'oro[2], mentre i tre orsi sono diventati papà, mamma e piccolo orso, benché la data di questo cambiamento sia oggetto di disputa: per alcuni si tratta del 1852[3], mentre per altri è il 1878, anno di pubblicazione della fiaba nei Racconti di Mamma Oca, pubblicata da Routledge.[4][8]

La storia, inizialmente crudele, è diventata una fiaba dai risvolti minacciosi più blandi. La stessa Riccioli d'oro, a differenza della volpe e della vecchia delle storie originali, non muore mai in alcuna versione del finale. Nella maggior parte dei casi infatti la bambina impara la lezione e riesce a fuggire all'ira degli orsi. Nella versione della Mure della favola dei Tre Orsi, nel finale la vecchia veniva impalata sul campanile della chiesa di St. Paul.[3] Anche il titolo della fiaba è stato rapidamente cambiato in Riccioli d'oro ed i tre orsi.

Adattamenti

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La favola nel corso degli anni è stata adattata in giochi, film ed altre opere.

Note

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  1. ^ Alan C. Elms, "The Three Bears": Four Interpretations, in The Journal of American Folklore, vol. 90, n. 357, luglio–settembre 1977, pp. 237–273.
  2. ^ a b c d e Iona Opie, Peter Opie, The Classic Fairy Tales, Oxford, Oxford University Press, 1974, pp. 199–200, ISBN 0-19-211559-6.
  3. ^ a b c Maria Tatar, The Annotated Classic Fairy Tales, New York, W.W. Norton & Company, Inc., 2002, pp. 245–246, ISBN 0-393-05163-3.
  4. ^ a b c d Katherine Mary Briggs, British Folk Tales and Legends, London, Routledge, 1977, 2002, pp. 128–129, ISBN 0-415-28602-6.
  5. ^ a b Charles Madison Curry, Children's Literature, Rand McNally & Company, 1921, p. 65.
  6. ^ Richard Mercer Dorson, The British Folklorists, London, Taylor & Francis, 1968, rep. 2001, p. 94, ISBN 0-415-20426-7.
  7. ^ Warren U. Ober, The Story of the Three Bears, Scholars Facsimiles & Reprints, 1981, v–xiv, ISBN 0-8201-1362-X.
  8. ^ a b Graham Seal, Encyclopedia of Folk Heroes, Santa Barbara, ABC-CLIO, 2001, p. 92, ISBN 1-57607-216-9.
  9. ^ "Goldilocks and the Three Bears", su disneyshorts.org, The Encyclopedia of Disney Animated Shorts. URL consultato il 21 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2009).
  10. ^ The Unmade Shorts, su disneyshorts.org, The Encyclopedia of Disney Animated Shorts. URL consultato il 2 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2010).
  11. ^ Internet Archive: Goldilocks and the Three Bears, su archive.org. URL consultato il 21 febbraio 2009.
  12. ^ Roald Dahl's Goldilocks (1997), su boosey.com. URL consultato il 3 gennaio 2009.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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