Guerra regia e guerra di popolo è un'espressione che ricorre nella storiografia del Risorgimento italiano per indicare una forma possibile di lotta per la conquista dell'indipendenza e dell'Unità d'Italia, quella basata sull'iniziativa popolare, in alternativa a quella su iniziativa dei sovrani[1]. Bisogna anche considerare che nel termine "guerra di popolo" vengono inclusi i moti del '48 che si ricollegavano a quelli del '21 e del '31 organizzati dai movimenti carbonari e mazziniani, storicamente ricollegati alla massoneria.

Prima guerra d'indipendenza

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Nella prima guerra di indipendenza, dal risultato sfavorevole alla causa italiana, ci fu un contemperamento delle due iniziative:

Guerra di popolo

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I momenti salienti della guerra di popolo furono:

Guerra regia

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Seconda guerra d'indipendenza

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La seconda guerra di indipendenza fu un tipico esempio di guerra regia. Vittorio Emanuele II, alleato a Napoleone III condusse la guerra contro l'Austria.
Unico limitato apporto della guerra di popolo furono i Cacciatori delle Alpi, un corpo di volontari, comandati da Giuseppe Garibaldi considerata un'unità speciale dell'esercito regio.[2]

Spedizione dei Mille

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La spedizione dei Mille fu completamente un fatto di guerra di popolo, avendo come figura centrale Giuseppe Garibaldi.[3]

Terza guerra d'indipendenza

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Anche la terza guerra di indipendenza, con le sconfitte di Custoza e di Lissa, furono essenzialmente un fatto di guerra regia. Il corpo di volontari guidato da Garibaldi conseguì la vittoria di Bezzecca.

Analogie con la Resistenza

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Lo stesso schema di contrapposizione tra guerra regia e guerra di popolo è stato applicato dagli storici[4][5][6] anche alla seconda guerra mondiale dove il Regno del Sud (guerra regia) contro la Repubblica Sociale del fascismo, è succeduta in concomitanza alla fase cruenta ma con momenti di riscatto della Resistenza[7] (guerra di popolo).

Note

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  1. ^ L'espressione ha un uso corrente anche aldi fuori dei testi accademici vedi Stefano Biguzzi, L'Austria, su ilgiornaledivicenza.it, 3 aprile 2011. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
  2. ^ Repubblica
  3. ^ Il Veltro vol 4.
  4. ^ Amato Rossi La resistenza italiana Edizione Lucarini (1981) p.169
  5. ^ *Roberto Battaglia, Storia della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945), Torino, Einaudi, 1964,
  6. ^ * Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Bari, Laterza, 1963
  7. ^ Mosghetti Baden

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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