Giuseppe Zurlo | |
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Ministro dell'interno del Regno delle Due Sicilie | |
Durata mandato | 19 luglio – 11 dicembre 1820 |
Monarca | Ferdinando I |
Capo del governo | Giunta provvisoria |
Predecessore | Diego Naselli |
Successore | Raimondo de Gennaro |
Ministro dell'interno del Regno di Napoli | |
Durata mandato | 5 novembre 1809 – maggio 1815 |
Monarca | Gioacchino Murat |
Predecessore | Andrea Francesco Miot |
Successore | Donato Tommasi |
Dati generali | |
Partito politico | Conservatori murattiani |
Professione | Giurista |
Giuseppe Zurlo (Baranello, 6 novembre 1757 – Napoli, 10 novembre 1828) è stato un giurista e politico italiano, appartenente alla famiglia Zurlo.
Iscritto alla Massoneria diviene, nel 1784, Maestro Scozzese dell'aristocratica loggia "La Vittoria" di Napoli, elevata dalla Gran Loggia di Londra a Gran Loggia provinciale. Nel 1813 fu Gran Maestro aggiunto del Grande Oriente di Napoli.[1]
Fin da giovane ricopre cariche giudiziarie e amministrative di grande prestigio nell'ambito dell'amministrazione del Regno di Napoli, fino a quelle di Ministro delle finanze, sotto Ferdinando IV, e di ministro dell'interno durante il governo francese (1806-1815) e nel periodo dei moti del 1820. In qualità di ministro dell'Interno Zurlo gestì il processo di eversione della feudalità, decretata con una serie di provvedimenti approvati dai sovrani Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat tra il 1806 ed il 1811. Decretò il trasferimento dei contenziosi fra i baroni e la municipalità alla commissione feudale, sottraendoli alla magistratura ordinaria. La commissione, una magistratura straordinaria le cui procedure rispecchiavano la logica verticale tipica dell'esecutivo e le cui sentenze erano inappellabili, si rivelò molto più celere ed efficace nella risoluzione delle controversie e nell'esecuzione della legge.
Convinto assertore dell'esigenza di un radicale mutamento del sistema di governo, Zurlo, per la sua personale esperienza di vita, conosce da vicino i mali che affliggono le popolazioni del meridione. Oltre ai problemi economici e sociali della sua terra, il Molise, conosce a fondo le condizioni della Calabria dove soggiorna in due occasioni: la prima volta, come membro della commissione costituita per un'indagine sul terremoto del 1783 e, una seconda volta, nel 1790, quando è giudice della Gran Corte della Vicaria.
In questa occasione gli viene affidato l'incarico di effettuare una ricognizione delle «difese» delle regia Sila e una verifica delle occupazioni e delle usurpazioni di terre avvenute ad opera dei proprietari locali ai danni del demanio regio.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47529359 · ISNI (EN) 0000 0001 1635 9155 · SBN SBLV202499 · BAV 495/353103 · CERL cnp01388602 · GND (DE) 117026999 · BNF (FR) cb15029990q (data) |
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