Giovanni Bòine

Giovanni Bòine (Finale Marina, 2 settembre 1887Porto Maurizio, 16 maggio 1917) è stato un poeta e scrittore italiano.

Biografia

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La Voce, primo numero del 20 dicembre 1908

Giovanni Boine fu uno degli intellettuali più eminenti ma anche atipici del gruppo "vociano". Ligure per nascita, studiò a Milano dove s'iscrisse, nell'anno accademico 1906 -1907, alla Regia Accademia scientifico-letteraria ed ebbe, come compagni di corso, Clemente Rebora e Antonio Banfi. Soggiornò anche a Parigi dove approfondì gli studi filosofici.

Si espresse soprattutto come saggista, scrivendo riflessioni religiose e filosofiche: in quegli anni passò da una posizione di simpatia verso i cattolici modernisti ad una di decisa polemica.

Si avvicinò infatti al gruppo dei modernisti lombardi fin dal gennaio 1907 collaborando alla rivista Il Rinnovamento. Nel 1908 iniziò la sua collaborazione a La Voce dove portò il contributo di una personale riflessione religiosa vissuta intensamente anche se in modo contraddittorio.

Nel 1910 conobbe Maria, una suora di origini siciliane con cui ebbe una tormentata relazione clandestina fino a quando non venne trasferita in una nuova località ignota forse anche a causa di possibili pettegolezzi in città e di lei non si seppe più nulla[1]. Questa esperienza, che segnò profondamente Boine, sarà al centro del suo unico romanzo, Il peccato, pubblicato inizialmente a puntate su La Riviera ligure nel 1913, rivista con cui aveva iniziato a collaborare dall'anno precedente.[2]

Su questa stessa pubblicazione tenne, dal marzo 1914 all'ottobre 1916, una rubrica di critica militante Plausi e botte, e sulla stessa pubblicò i suoi scritti più importanti.

Nel 1909 si manifestarono i primi sintomi della tisi ed egli si stabilì ad Imperia dove trascorse il resto della sua breve vita tra esperienze intense, amori turbolenti (tra cui Eva Kühn e Sibilla Aleramo che scriverà della sua relazione ne Il frustino del 1932)[2] e attività culturali significative. Alla vigilia della guerra scrisse per le edizioni de La Voce i Discorsi militari (1914) che, con 30 000 copie vendute, ottenne un successo insperato, diventando un vero “best seller” e portando Boine alla ribalta tra gli intellettuali interventisti. Boine nell’opera svolge “i temi che si son dati agli esami di sottotenente in un’accademia militare, quest’anno” e scrive nei fatti un costruttivo breviario per i futuri ufficiali di complemento piccolo-borghesi. Dando dignità al gregariato militare Giovanni Boine vuole giustificare il gregariato civile secondo un’opzione conservatrice tendenzialmente distante dalla linea politico-ideologica degli “illuministi” vociani. Il vero problema per Boine non sta infatti tanto nella politica estera – dove sposa idee e slogan dei salandrini – quanto nella politica interna. L’Esercito come “generatore d’ordine” rispetto ad un Paese diviso dalle lotte sociali è la soluzione, l’antidoto a quella “cancrena spirituale” che ha invaso le coscienze ed il cui sbocco può essere solo la guerra civile o la servitù straniera. Schierandosi con la tesi dei conservatori, alfieri e custodi delle prerogative apartitiche – ma non apolitiche – dell’Esercito, Boine ne condivideva l’idea secondo cui la vita militare, a fronte di un radicale indebolimento dell’istruzione pubblica e delle ancora sostanziose differenze tra il nord ed il sud del Paese, era l’unico esempio di “pedagogia nazionale” esistente ed attuabile in Italia[3]. Dopo un periodo di difficoltà economiche, morì di tisi a Porto Maurizio il 16 maggio del 1917[4].

Poetica

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Boine, a causa della sua forte esigenza di integrità, non sempre riuscì a distinguere tra la pagina della discussione filosofica (Esperienza religiosa, 1910), della narrazione (Il peccato, 1914), della interpretazione critica (Plausi e botte, rubrica di segnalazioni librarie tenute su La Riviera ligure fra il 1914 e il 1916) e della prosa lirica (Frantumi, 1918, edizione postuma).

Friedrich Nietzsche (1882)

La sua opera nasce infatti dal contrasto tra tensione anarchica, libertaria, e un'esigenza di organicità ed ordine. Tra i vociani egli fu colui che sentì maggiormente la caduta delle certezze che derivarono dalla crisi del positivismo e ne dedusse una visione della vita priva di valori e significati, solamente animata dal senso di un disfacimento imminente della società contemporanea. Per superare il subbuglio della sua vita psichica fu portato a ricercare, soprattutto nelle prose liriche, rime e simmetrie sforzate e artificiose.

La sua poesia si trova soprattutto in alcuni frammenti di prosa descrittiva dove si vede lo sforzo nel cercare l'equilibrio tra il desiderio della lucidità, il controllo della ragione e la veemenza delle allucinazioni. In questo senso Boine può considerarsi l'unico scrittore del suo tempo che abbia in sé parte dell'angosciata densità di Nietzsche. Egli infatti rifiutò gli schemi rassicuranti della filosofia crociana e si accostò a quelle filosofie irrazionalistiche che sembravano offrirgli modalità di rapporti con la realtà più densi di problematiche ma anche di spiegare meglio la contraddittorietà e complessità dell'esistenza.

Opere

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Giovanni Boine nel 1911

Epistolari

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Raccolte

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Altre edizioni

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Note

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  1. ^ Giovanni Boine, nota, in Giulio Ungarelli (a cura di), Il peccato, collana Centopagine 39, Einaudi, p. 18.
  2. ^ a b Massimo Onofri, La Liguria «minima» di Giovanni Boine, su avvenire.it, 21 agosto 2014.
  3. ^ Filippo Del Monte, Irregimentare le masse: i Discorsi Militari di Giovanni Boine, su Progetto Prometeo, 22 novembre 2019. URL consultato il 5 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2021).
  4. ^ a b c Giulio Ungarelli, Nota bio-bibliografica, in Il peccato (Giovanni Boine), collana Centopagine, Einaudi, 1976, pp. I-XXI.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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