In una lettera del conte Cesare Merenda al fratello Giuseppe intorno al 1750, così si parla dell'arte del Nessoli: «Fra li fiori si vedono molti del sig. Candido parmegiano e tra frutti otto quadri di mano del Nessoli di Forlì bravissimo pittore in tali cose naturali e di masserizie domestiche che sembrano vere.»[1]
Lo stile del Néssoli ebbe caratteri anche arcaizzanti, tanto che, ad esempio, il suo autoritratto da anziano è stato a lungo attribuito ad un altro pittore forlivese, Lodovico Vandi, che operò verso la metà del secolo XVI, "e la maniera del quale si accosta a quella dei Modigliani"[2], cioè a quella di Livio Modigliani e di Gian Francesco Modigliani, detto anche Francesco da Forlì.
Con berretta in testa, mostacchietti e barbetto, in aspetto ridente ed in età avanzata, autoritratto, olio su tela, misure 36,3 x 32,8 centimetri, Pinacoteca Civica di Forlì.[2]
Frutta: due grappoli d'uva, una pera e due mele, natura morta, olio su tela, misure 40 x 31 centimetri, Pinacoteca Civica di Forlì.
Giuseppe Adani e Piero Orlandi (a cura di), Natura picta : paesaggio e immagini dell'Emilia-Romagna nelle arti figurative, nella fotografia, nel cinema, Bologna, Federazione delle Casse di risparmio e delle Banche del Monte dell'Emilia e Romagna, 1992
Luigi Salerno, La natura morta italiana, 1560-1805, Roma, Ugo Bozzi, 1984
Giordano Viroli, La pinacoteca civica di Forlì, Forlì, Cassa dei risparmi di Forlì, 1980