Giacinto Vicinanza | |
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Nascita | Salerno, 5 ottobre 1882 |
Morte | San Martino del Carso, 28 giugno 1916 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana |
Anni di servizio | 1903-1916 |
Grado | Capitano |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Battaglia di Sciara-Sciat Occupazione di Misurata |
Comandante di | 5ª Compagnia del 47º Reggimento fanteria della Brigata Ferrara |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Giacinto Vicinanza (Salerno, 5 ottobre 1882 – San Martino del Carso, 28 giugno 1916) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2][3].
Nacque a Salerno il 5 ottobre 1882, all'interno di una famiglia di professionisti, figlio di Stanislao e di Alessandrina Barbaro.[1] Nel 1903 conseguì a Napoli la licenza in fisico matematica, e si arruolò nel Regio Esercito in qualità di allievo ufficiale nel 12º Reggimento fanteria, venendo nominato nel maggio 1904 sottotenente di complemento in forza all'11º Reggimento fanteria, della Brigata Casale.[1] L'anno dopo, superati gli esami, transitò nel ruolo degli ufficiali in servizio permanente effettivo.[1] Frequentata la Scuola di applicazione di fanteria, dove ottenne lusinghieri apprezzamenti per il telemetro da campagna di sua invenzione, fu assegnato al 42º Reggimento fanteria. Nel 1908 fu promosso tenente e l’anno seguente assegnato al truppe coloniali della Somalia.[1] Rientrato in Italia nel 1910, partì nell’ottobre del 1911 con il 63º Reggimento fanteria per la Libia dopo lo scoppio della guerra italo-turca.[1] Si distinse nei combattimenti di Henni e di Sciara Sciat dal 26 al 29 ottobre e di Hamidié il 6 novembre, venendo decorato di una medaglia d’argento al valor militare.[1] Fu decorato anche di una medaglia di bronzo al valor militare per essersi distinto nei combattimenti contro gli Orfella, a Misurata, il 18 luglio 1912.[1] Rientrato in Patria nel settembre successivo, nell'ottobre 1913 fu ammesso a frequentare i corsi della Scuola di guerra.[1] Divenuto capitano a scelta nel dicembre 1914, all’inizio della guerra contro l’'Impero austro-ungarico, il 24 maggio 1915, si trovava a disposizione del comando della 29ª Divisione per il servizio di Stato maggiore, e vi rimase per circa un anno.[1] Nel maggio 1916 assunse il comando della 5ª Compagnia del 47º Reggimento fanteria della Brigata Ferrara[4] che, il 28 giugno fu scelta, insieme alla 6ª per attaccare una forte trincea nemica antistante le rovine del villaggio di San Martino del Carso.[4] Alle ore 15:00[N 1] si lanciò decisamente all'attacco alla testa della sua compagnia irrompendo nella trincea avversaria e benché rimasto gravemente ferito, non abbandonò il combattimento finché non cadde colpito a morte da una raffica di mitragliatrice sparata dal Monte San Michele.[4] Alla trincea conquistata[N 2] con tanto coraggio e sacrificio fu successivamente dato il suo nome.[1] Con Decreto Luogotenenziale del 22 luglio 1916 fu insignito della medaglia d’oro al valor militare.[2] Un Istituto comprensivo di Salerno porta il suo nome.