Il Nepal è uno stato dell'Asia meridionale nella catena montuosa dell'Himalaya, al confine con l'India e la Cina (Tibet). Si trova nel [[subcontinente indiano

]][1].


Superficie

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Il Nepal si presenta come una stretta striscia di terra larga dai 145 a 241 km e che si estende per 800 km.

Morfologia

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Pur essendo uno Stato di dimensioni medio-piccole, il Nepal presenta una notevole varietà di climi ed ambienti naturali, comprendendo territori che spaziano dalla pianura del Gange alla catena montuosa dell'Himalaya.

Tre dei quattordici "ottomila" del pianeta sono interamente compresi in territorio nepalese: il Dhaulagiri I, l'Annapurna I ed il Manaslu. Altri quattro sono invece condivisi con la Cina: l'Everest, il Lhotse, il Makalu ed il Cho Oyu. Infine il massiccio del Kangchenjunga è condiviso con l'India. Numerose altre vette superano i 7 000 metri.Il Nepal è percorso longitudinalmente da alcune catene montuose, intervallate da valli e conche. Seguendo l'andamento del dislivello si possono anche genericamente definire le zone climatiche.

Le montagne dell'Himalaya sono coltivate fino all'altitudine in cui il clima lo consente, poi seguono i boschi e per finire, intorno ai 4 000 m, vi è l'ultima vegetazione erbacea.

Orografia

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Annapurna I (sinistra) e Sud (destra) visti dal Poon Hill

Volendo elencare questi giganti orografici, senza peraltro essere esaustivi, si può osservare che le vette principali, ordinate da ovest ad est, sono le seguenti:

Il resto dell'orografia nepalese, ancorché non certo trascurabile, è insignificante, almeno in termini meramente statistici, a fronte dei giganti sopra menzionati.

La catena dei Mahabharat Lekh, sfrangiandosi in catene minori interrotte dalle valli degli innumerevoli fiumi che scendono dall'Himalaya e dal Tibet per affluire direttamente ed indirettamente nel Gange, corre parallela all'Himalaya poco più a sud di quest'ultima dall'ovest all'est di tutto il Nepal, ma si erge con vette ben inferiori ai 3 000 m (quella più elevata è di soli 2 794 metri, nel settore occidentale della catena) ed ha importanza più che altro dal punto di vista climatico nel fermare una consistente quota delle precipitazioni monsoniche lungo i suoi versanti meridionali.

Idrografia

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Il fiume Kali Gandaki tra Jomosom e Kagbeni

Tutto il territorio del Nepal tributa al bacino del Gange.

I maggiori affluenti e subaffluenti di sinistra (specie per portata d'acqua) del corso d'acqua indiano provengono quasi tutti dal Nepal. A parte i tributari minori, sostanzialmente si fa riferimento a tre bacini idrografici principali. Da occidente a oriente, nell'ordine, essi sono: il bacino del Karnali, quello del Narayani-Gaṇḍakī e quello del Sapt Kosi.

Essi traggono origine dalla sezione più elevata della catena dell'Himalaya, e talvolta addirittura dallo stesso altopiano del Tibet. Nel secondo caso percorrono a volte centinaia di chilometri prima d'entrare in territorio nepalese dopo essersi scavati numerose gole che tagliano la catena dell'Himalaya.

Il loro regime è comunque torrentizio, essendo influenzato sia dallo scioglimento delle nevi dei ghiacciai e nevai himalayani, sia dalle precipitazioni estive monsoniche: non di rado il rapporto fra le portate minime invernali e quelle estive supera le 100 volte. In estate possono verificarsi inondazioni devastanti. L'alimentazione anche nivale di questi corsi d'acqua ne garantisce, pure ad acque basse, una sempre più che discreta portata.

All'estremità occidentale del Nepal scorre poi il Kati, altro fiume Himalayano tributario del Gange, che marca con il suo corso quasi tutto il confine occidentale con l'India.

Esiste infine un sistema idrografico secondario che scaturisce dalle catene montuose interne (Mahabharat o Middle Hills, ecc.) caratterizzato da regime assolutamente torrentizio (con rapporti fra portate di piena e di magra anche maggiori di 1 000 volte) in dipendenza delle sole piogge monsoniche concentrate nei mesi da giugno a settembre. Le montagne da cui traggono origine questi fiumi sono troppo poco elevate (massimo 2 700 m/s.l.m.) per consentire la formazione di ghiacciai. Fra questi fiumi citiamo il Bagmati, fiume sacro del Nepal (sulle sue rive, nei pressi dell'aeroporto di Kathmandu, si trova il celeberrimo sacro tempio hindu di Pashupatinath) che origina poco a nord di Kathmandu e bagna la città ed il suo sobborgo meridionale di Patan raccogliendo numerosi piccoli affluenti nella Valle di Kathmandu e nell'area metropolitana della capitale nepalese, prima di entrare in territorio indiano e confluire nel Gange.

Geologia

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L'origine della catena himalayana, insieme all'altopiano del Tibet ed alle catene montuose minori, va ricercata nella collisione che avvenne all'incirca 60 milioni di anni fa tra la zolla indiana e la zolla euroasiatica (convergenti con subduzione dell'India). Durante questo processo i due continenti intrappolarono un intero mare preistorico, ed i sedimenti organici in esso presenti vennero coinvolti nel processo orogenetico, al punto che ancora oggi è possibile rinvenire ammoniti fossili nel letto del fiume Kali Gandaki, a 3 000 m di altitudine. Si possono inoltre notare altri fenomeni quali la presenza di sacche di gas naturale ad un'altitudine di 3 800 m (ad esempio il fuoco sacro di Muktinath, fiammelle che da tempo immemore ardono in alcuni anfratti nella roccia).

La teoria della collisione continentale risulta anche suffragata dal ritrovamento sulla catena Himalayana della tipica sequenza di rocce di tipo ofiolitico.

Clima

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Il paese è caratterizzato da un clima tropicale, che presenta principalmente due fasi stagionali: la stagione delle piogge (da giugno a fine settembre) e la stagione secca (il resto dell'anno). Questa alternanza è dovuta alla presenza dei monsoni, i venti periodici caratteristici dell'Asia meridionale e sudorientale.

Il monsone estivo spira dall'oceano indiano verso il continente caricandosi di umidità e portando la pioggia, mentre quello invernale spira dall'arido altopiano del Tibet verso l'oceano, dando origine ad un cielo terso e ad un clima secco.

Vi possono essere delle forti escursioni termiche tra estate ed inverno ma, data la variabilità del territorio, è anche assai facile che una certa zona presenti un microclima diverso da un'altra.

Il mese più caldo è maggio, al termine della stagione secca. Il periodo in cui la natura è più rigogliosa è invece l'autunno (all'incirca ottobre e novembre), quando le piogge sono ormai terminate ed il clima è divenuto mite.

Note

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  1. ^ Nepal nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 14 giugno 2020.

Voci correlate

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Altri progetti

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