Ferita chirurgica suturata (guarigione per prima intenzione)

Per ferita si intende l'interruzione dei tessuti causata da agenti esterni.

Classificazione

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In relazione al percorso e alla profondità le ferite possono essere:

Un sistema di classificazione importante è quello che si basa sul grado di contaminazione delle ferite. È opportuno tuttavia precisare che la presenza di germi patogeni nella ferita non determina necessariamente una infezione della stessa[1].

  1. Pulite: sono definite tali le ferite di origine non traumatica e nel cui ambito non vi siano interruzioni di alcuni apparati: digestivo, respiratorio, uro-genitale.
  2. Pulite-contaminate: sono le ferite in cui uno degli apparati è interrotto ma sotto controllo e non vi siano segni apparenti di contaminazione. A questo gruppo appartengono interventi molto frequenti quali la colecistectomia o l'appendicectomia.
  3. Contaminate: gruppo nel quale vengono inserite le ferite traumatiche recenti e quelle aperte, le ferite con interruzione non controllata dell'apparato gastro-enterico, quelle in presenza di fenomeni infiammatori acuti ma non purulenti, le incisioni delle vie biliari e urinarie in presenza di bile e urine infette.
  4. Sporche: sono le ferite traumatiche aperte non recenti o quelle dovute a fenomeni perforativi o in presenza di infiammazioni pregresse purulente.[2]

Tipologie

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Le ferite normalmente possono essere descritte in modo diverso. Queste differenze possono avere a che fare con una descrizione delle dimensioni della ferita (lunghezza) e spessore, oppure anche con le caratteristiche della lesione manifestamente visibili. Le ferite possono essere categorizzate come aperte o chiuse, oppure come acute o croniche in base allo sviluppo dalla loro origine.[3] Le caratteristiche che più comunemente permettono di descrivere clinicamente una ferita sono le seguenti:

A seconda del meccanismo che le determina si distinguono:

Ferite da taglio

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Piccola ferita da taglio

Sono prodotte da agenti affilati quali coltelli, rasoi, schegge di vetro o metalliche, premuti e fatti scorrere su un tessuto corporeo.

Si presentano rettilinee o ad ampia curvatura, più lunghe che profonde, con una caratteristica coda iniziale breve (tratto iniziale del contatto) e una coda finale più lunga (allontanamento del tagliente dal tessuto). Una caratteristica ferita da taglio è quella chirurgica da bisturi.

Hanno i margini netti e sono, in genere, fortemente sanguinanti. L'entità dell'emorragia è legata al numero, al diametro e alla natura arteriosa o venosa dei vasi interrotti, elementi spesso in relazione sia con la profondità del taglio che con il distretto coinvolto. Risultano particolarmente sanguinanti, ad esempio, le ferite del cuoio capelluto, molto meno quelle della linea alba, struttura preferita, per questo motivo, nelle grandi incisioni laparotomiche. Le ferite da taglio spesso provocano un sanguinamento diffuso e puntiforme dei bordi, detto a nappo.

Questo tipo di ferita, in particolare quella chirurgica che è più netta e regolare, va incontro a guarigione con ottimi risultati estetici. È condizione essenziale però che sia adeguatamente suturata e che non sia contaminata. In presenza di fenomeni settici concomitanti (intervento per appendicite acuta purulenta o per perforazione intestinale) o insorti nel decorso post-operatorio (infezione secondaria del sito chirurgico) anche la sutura più accurata non riesce ad evitare danni al normale processo di guarigione della ferita con possibili esiti cicatriziali antiestetici.

Ferite da punta

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Sono prodotte da agenti vulneranti appuntiti quali spine, aghi, chiodi, spilli, infissi nel tessuto. Si presentano con un foro di entrata più o meno piccolo e un tragitto di lunghezza diversa e che ne determina la distinzione in: superficiali e profonde. Possono essere:

Le ferite da punta vanno incontro ad una rapida guarigione favorita dalla loro stessa conformazione che però implica anche maggiori rischi di infezione: la penetrazione dell'oggetto all'interno della ferita può introdurre materiale inquinante: polvere, terriccio, brandelli di stoffa che a causa della forma stretta e allungata della lesione vengono trattenuti. L'impossibilità di una detersione naturale e la difficoltà di praticarne una chirurgica favorisce quindi le infezioni localizzate con formazione di ascessi. Questo vale nelle lesioni di natura traumatica, ma anche in quelle legate a procedimenti chirurgici (iniezioni, ago-aspirati, paracentesi) per la presenza abituale di germi patogeni sulla superficie cutanea o eventualmente sui presidi chirurgici impiegati. È per tale motivo che ogni atto operatorio va eseguito nel rispetto della più rigorosa antisepsi e dopo lunga e accurata disinfezione della cute.

Altre ferite

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Fisiopatologia

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Cheloide

Le ferite hanno tendenza alla guarigione spontanea che avviene mediante il fenomeno della cicatrizzazione. I tempi e gli esiti sotto l'aspetto estetico e funzionale dipendono dai fattori ai quali si è accennato in precedenza.

In alcune circostanze il processo cicatriziale evolve in senso francamente patologico:

Terapia

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La terapia delle ferite è essenzialmente chirurgica. A questa va sempre associata una idonea copertura con antibiotici.

Note

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  1. ^ Cruse PJ, Foord R. The epidemiology of wound infection: a 10-year prospective study of 62,939 wounds. Surg Clin North Am 1980;60(1): 27-40.
  2. ^ Draft guideline for the prevention of surgical site infection, 1998--CDC. Notice. - Fed Regist. 1998 Jun 17;63(116):33168-92
  3. ^ NHS Formulary website (PDF), su formulary.cht.nhs.uk. URL consultato il 3 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2010).
  4. ^ Surgeryonline website, su surgeryonline.wordpress.com. URL consultato il 3 febbraio 2009.
  5. ^ Wounds (1) (Merck Manual online), su merck.com. URL consultato il 3 febbraio 2009.
  6. ^ Coloplast website, su woundcare.coloplast.com. URL consultato il 3 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2020).
  7. ^ Types of Wounds (Hansaplast.com website), su int.hansaplast.com. URL consultato il 3 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2008).
  8. ^ Contusions (CCODC website) (PDF), su ccodc.org. URL consultato il 3 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2020).
  9. ^ Benjamin Gulli; Thygerson, Alton L., First aid, CPR, and AED, Boston, Jones and Bartlett, 2005, p. 117, ISBN 0-7637-3016-5. URL consultato il 3 febbraio 2009.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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