Federigo Verdinois

Federigo Verdinois ([verdiˈnwa]; Caserta, 2 luglio 1844Napoli, 11 aprile 1927) è stato un giornalista, scrittore e traduttore italiano.

Biografia

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Iniziò la sua carriera come bibliotecario, per poi diventare giornalista, scrivendo, con lo pseudonimo «assai popolare» di Picche, in diversi periodici, quali il Fanfulla di Roma, il Corriere del Mattino di Napoli e l'Illustrazione italiana di Milano[1]. Nell'ambito giornalistico ebbe particolare rilievo l'attenzione che prestò alle vicende e agli aspetti più peculiari del teatro italiano, influenzato in questo dal lungo soggiorno fiorentino tra il 1864 e il 1869[2]. Verdinois ne propose una rifondazione attraverso il ricorso al vernacolo, che poteva configurarsi come ottimale veicolo di irradiazione dell'educazione, sia civile che morale, delle classi piccolo-borghesi[3].

La sua maggiore notorietà è legata, tuttavia, alla traduzione di circa 350 opere da diverse lingue, fra le quali, oltre l'inglese e il russo, il francese, il tedesco, il polacco e il norvegese[4]. Fece conoscere in Italia, con le prime versioni autorizzate, in particolare per la casa editrice Rocco Carabba di Lanciano, i classici della letteratura russa, traducendo, fra gli altri, Dostoevskij, Gogol', Puškin, Tolstoj e il Che fare? di Černyševskij.

Con particolare riferimento a Puškin, è stato affermato che il primo esito italiano di siffatte traduzioni fu, nel complesso, felice, poiché Verdinois seppe essere aderente all'originale, non sacrificando troppo le rime e utilizzando, come peraltro aveva fatto nelle versioni di altri autori, ottonari fluidi, ben scanditi e, ove possibile, piacevolmente arguti[5]. In generale, però, è stato osservato che «il suo torto […] fu di ritenere, come i primi traduttori francesi, che i russi fossero troppo prolissi e occorressero dei tagli per rendere le loro opere più accessibili al parlato degli italiani»[6]. Si deve a lui anche la prima versione italiana del Quo vadis? di Sienkiewicz[7]. Non è un caso, del resto, che insegnò all'Istituto Universitario Orientale di Napoli prima lingua e letteratura inglese, successivamente lingua e letteratura russa.

Non meno nota e significativa è l'attivista del Veridinois memorialista. I suoi Profili letterari napoletani (1881), in cui risulta emblematica la vivace caratterizzazione umana dei personaggi, hanno costituito un modello largamente seguito ben oltre Ugo Ojetti[8].

Quanto alla produzione novellistica di Verdinois, una delle opere più significative è rappresentata dai dieci Racconti inverisimili di Picche («Picche» era lo pseudonimo col quale Verdinois si firmava sul Fanfulla[9]), pubblicati nel 1886 a Napoli, presso la Casa Editrice ArtisticoLetteraria. Essi si inseriscono nell'ambito del genere fantastico, che, nel caso specifico, sembra riconducibile alla pratiche spiritualistiche diffuse nel tardo Ottocento napoletano. A tal proposito, è stato osservato che Verdinois fosse convinto di «evocare le ombre dei defunti e pronto a sollecitare nuovi traguardi della scienza in grado di dare ragione dei fenomeni dell'ipnotismo e dell'occultismo»[10]: da qui la proposta di racconti che colpissero la fantasia popolare, in linea con i nuovi orientamenti che andavano diffondendosi nella narrativa italiana dopo le tendenze manzoniane e veriste[9].

Opere principali

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Memorie e Racconti

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Traduzioni

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Letteratura inglese

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Letteratura russa

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Altre letterature

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Note

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  1. ^ B. Croce, Federico Verdinois, in La letteratura della nuova Italia, vol. V, Laterza, Bari 1957 (IV ed.), p. 163.
  2. ^ E. Giammattei, Il Romanzo di Napoli. Geografia e storia letteraria nei secoli XIX e XX, Guida, Napoli 2003, p. 75.
  3. ^ C. De Caprio, Federigo Verdinois scrittore moderato, in «Esperienze letterarie», V (1980), n. 3, pp. 75-97.
  4. ^ Dizionario generale degli autori italiani contemporanei, vol. II, Vallecchi, Firenze 1974, p. 1395.
  5. ^ M. Colucci, Le traduzioni italiane del Novecento di poesia puškiniana, in P. Buoncristiano (a cura di), Puškin, la sua epoca e l'Italia, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2001, pp. 106-107.
  6. ^ Così secondo Ettore Lo Gatto, come citato in Laurent Béghin, Da Gobetti a Ginzburg. Diffusione e ricezione della cultura russa nella Torino del primo dopoguerra. Istituto Storico Belga, Bruxelles - Roma 2007, p. 463.
  7. ^ B. Croce, op. cit., p. 163.
  8. ^ «Dizionario», cit., p. 1395.
  9. ^ a b Luigi Montella, Nuovi studi su autori e testi di letteratura italiana dal Quattrocento all'Ottocento, febbraio 2017, ISBN 978-88-98257-35-5, OCLC 987738301. URL consultato il 14 maggio 2021.
  10. ^ A. Nigro, Tempesta ed Ida: il fantastico rimeditato di Federigo Verdinois, in A. D'Elia et alii (a cura di), La tentazione del fantastico. Racconti italiani da Gualdo a Svevo, Pellegrini editore, Cosenza 2007, p. 224.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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