Ebalo | |
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Nome orig. | Οἴβαλος |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | maschio |
Luogo di nascita | Sparta |
Professione | re di Sparta |
Ebalo (in greco antico: Οἴβαλος?, Òibalos) è un personaggio della mitologia greca. Fu il sesto re di Sparta[1].
Figlio di Cinorta[2] o di Argalo[1] o di Periere[3], sposò Gorgofone[3][4] che lo rese padre di Icario[3], Tindaro[3] ed Arene[5], mentre dalla ninfa Batea ebbe Ippocoonte[3].
Ebalo è anche citato come padre della ninfa Pirene[6], mentre i latini Igino e Luciano di Samosata gli accrediano anche la paternità di Giacinto[7][8].
Quando Apollodoro nomina la ninfa Batea come la madre di Tindaro ed Icario[3], probabilmente le attribuisce queste maternità (che invece Pausania attribuisce a di Gorgofone), come quelle adottive di una seconda moglie o concubina.
Da Ebalo discendono Dioscuri che, citati da Ovidio come Oibalidi[9] e da Stazio come Oebalidae[10], ricevono per questo il patronimico di Ebalidi[11].
Con questo patronimico viene indicata spesso l'intera stirpe degli spartani, dei loro discendenti e degli abitanti delle città di origine spartana. Così Taranto viene chiamata dai poeti latini Oebalia arx, il re Tito Tazio Oebalius Titus e donne sabine Oebalides matres.
Anche il nome di Eboli discende da questo mitico personaggio.