Dorsale tunisina
La parte settentrionale della dorsale tunisina vista dall'autostrada tra Tunisi e Hammamet
StatoBandiera della Tunisia Tunisia
Altezza1 544 m s.l.m.
Coordinate35°11′N 8°39′E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Tunisia
Dorsale tunisina
Dorsale tunisina

La dorsale tunisina è un insieme di catene montuose della Tunisia che si estende dai monti di Tébessa, al confine con l'Algeria, fino al promontorio di Capo Bon, che generalmente non viene incluso in essa.

Costituisce il prolungamento dell'Atlante Telliano e si orienta su un asse sud-ovest/nord-est. Si caratterizza per altitudini via via decrescenti, tra il Djebel Chambi (1.544 m) a ovest, punto culminante della Tunisia, e il Djebel Boukornine (576 m) all'estremità est.

Limiti

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Piuttosto che un insieme compatto di montagne (chiamate djebel), la dorsale è una successione di massicci montagnosi più o meno allineati, più o meno elevati e separati da di loro da solchi trasversali. Si possono distinguere, sul piano orografico, queste divisioni:

Ambiente naturale

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La dorsale tunisina appare come uno spazio di transizione tra il nord della Tunisia da una parte ed il centro-sud dall'altra parte. In effetti il nord, o Tell, si caratterizza per un clima più umido, mentre il centro ed il sud sono caratterizzati da un clima arido o semi-arido. L'isoieta dei 400 mm di precipitazioni per anno attraversa la dorsale tunisina e permette di differenziare la vegetazione di montagna. Al nord, a partire da un'altitudine di 950-1.050 m, la vegetazione è dominata dalla foresta, nella quale le specie più diffuse sono la quercia spinosa, la quercia da sughero, il leccio, mentre al sud prevale una vegetazione steppica.

Popolazione

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Nell'antichità la dorsale ospitava città fiorenti come Oudna, Mactaris (Makthar, Hir Souar, Sufetula (Sbeïtla), Cillium (Kasserine).

Dopo la conquista araba del VII secolo alcune città, come Sufetula o Cillium, sono state abbandonate, mentre altre sono state assorbite dalla rete di città organizzate attorno a Kairouan (Aïn Jeloula, Agar, Hir Souar, Sbiba). Con le invasioni delle tribù Banu Hilal, nell'XI secolo, si assistette ad un abbandono dell'agricoltura e ad una mutazione della popolazione verso la nomadizzazione delle tribù beduine lasciando pochi luoghi destinati alla vita rurale sedentaria (Bargou, Serj e Kesra a nord-est).

Nel XIX e XX secolo, prima durante l'epoca dei Bey, poi quella del protettorato francese, questo spazio è stato sfruttato a profitto delle grandi città costiere (Tunisi, Sfax e Susa sia attraverso l'acquisizione di grandi superfici destinate all'agricoltura estensiva da parte di notabili urbani, della famiglia del Bey o di grandi coltivatori coloniali che con la captazione di acque sorgive (Aïn Tebournouk, Jougar, Bargou, Haffouz e Sbeïtla). La dorsale è stata considerata come la "cisterna" della Tunisia.

Dopo l'indipendenza, ottenuta nel 1956, una politica di sistemazione del territorio e di sviluppo locale ha incoraggiato alcune specializzazioni agricole intensive con l'estensione dell'irrigazione e dell'arboricoltura (meli, albicocchi). Inoltre la creazione dei governatorati ha elevato i capoluoghi (Zaghouan, Siliana e Kasserine) al rango di centri amministrativi.

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