De re coquinaria
Titolo originaleDe re coquinaria
Altri titoliL'arte culinaria
Edizione di Sebastianus Gryphium, Lione, 1541.
AutoreMarco Gavio Apicio
PeriodoI secolo
Genereraccolta
Lingua originalelatino

Il De re coquinaria è una raccolta di ricette di cucina romana, compilata nel I secolo da Marco Gavio Apicio.

Tradizione manoscritta

De opsoniis et condimentis, J. Waesbergios, Amsterdam, 1709. Frontespizio della seconda edizione della versione stampata privatamente, appartenuta a Martin Lister.

In un manoscritto completamente diverso, vi è anche una epitome intitolata Apici excerpta a Vinidario, un riassunto del De re coquinaria scritto dauppVinidario e risalente all'età carolingia.[1] Il Vinidario di questo libro potrebbe essere stato un goto, nel qual caso il suo nome gotico potrebbe essere stato Vinithaharji.[1]

Struttura dell'opera

Manoscritto del 900 circa, scoperto nel monastero di Fulda in Germania, acquistato nel 1929 dall'Accademia di Medicina di New York.

L'opera è suddivisa in dieci libri con titoli greci[2][3]:

I. Epimeles (L'esperto in cucina),

II. Sarcoptes (Le carni tritate)

III. Cepuros (Gli ortaggi)

IV. Pandecter (Pandette)

V. Ospreon (Dei legumi)

VI. Aeropetes (I volatili)

VII. Polyteles (Vivande prelibate)

VIII. Tetrapus (I quadrupedi)

IX. Thalassa (Il mare)

X. Halieus (Il pescatore)

Nel libro, Apicio descrive numerose ricette, rivolte soprattutto alle classi più ricche e alcune contengono ingredienti esotici in quel momento (ad esempio il fenicottero), come:[4]

(LA)

«ALITER HAEDINAM SIVE AGNINAM EXCALDATAM: mittes in caccabum copadia. cepam, coriandrum minutatim succides, teres piper, ligusticum, cuminum, liquamen, oleum, vinum. coques, exinanies in patina, amulo obligas. [Aliter haedinam sive agninam excaldatam] <agnina> a crudo trituram mortario accipere debet, caprina autem cum coquitur accipit trituram.»

(IT)

«CAPRETTO O AGNELLO. Metti i pezzi di carne in una padella. Tritare finemente cipolla, coriandolo, pepe tritato, levistico, cumino, garum, olio e vino. Cuocere in una padella poco profonda, addensare con amido. Altro modo per carne di capretto e di agnello riscaldata: se prendi l'agnello dovresti aggiungere il contenuto del mortaio mentre la carne è ancora cruda, se è una caprina, aggiungila mentre sta cucinando.»

Note

  1. ^ a b Grocock, Grainger, pp. 309-325.
  2. ^ Per la traduzione in italiano dei titoli dei singoli libri cfr. Clotilde Vesco (a cura di), La cucina dell'antica Roma, Roma, Newton Compton, 1994, p. 6.
  3. ^ Flower, Rosenbaum, p. 7.
  4. ^ Flower, Rosenbaum, pp. 188-189.

Bibliografia

Fonti primarie

Fonti secondarie

Altri progetti

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