Cortenova comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Lecco |
Amministrazione | |
Sindaco | Sergio Galperti (lista civica) dal 15-06-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 46°00′N 9°23′E |
Altitudine | 483 m s.l.m. |
Superficie | 11,77 km² |
Abitanti | 1 171[2] (31-12-2019) |
Densità | 99,49 ab./km² |
Frazioni | Bindo, Cortenova Centro, Piano, Prato San Pietro[1] |
Comuni confinanti | Crandola Valsassina, Esino Lario, Primaluna, Taceno |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 23813 |
Prefisso | 0341 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 097025 |
Cod. catastale | D065 |
Targa | LC |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 755 GG[4] |
Nome abitanti | cortenovesi |
Patrono | santi Gervasio e Protasio |
Giorno festivo | 19 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Cortenova nella provincia di Lecco | |
Sito istituzionale | |
Cortenova (Cornöva in dialetto valsassinese[5]) è un comune italiano di 1 171 abitanti della provincia di Lecco in Lombardia.
Nel dicembre del 2002 una frana ha causato numerosi danni distruggendo buona parte dell'abitato di Bindo. Dopo anni la frazione è rinata e la strada è stata ricollegata con una galleria riaprendo così al traffico nel 2009 la Strada Provinciale SP62.
Posto sulla sponda sinistra del torrente Pioverna, sulle pendici della Grigna, nel cuore della Valsassina. Da qui parte la strada provinciale 65 che congiunge Parlasco e mette in comunicazione la Valsassina con la val d'Esino.
Da Cortenova, in epoca romana, passava la via Spluga, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga.
Nel Liber notitiae, la località è attestata come Curtenouea.[6]
La frazione di Prato San Pietro venne così descritta da Leonardo da Vinci nel suo Codice Atlantico[7]:
«terra detta pra sancto petro e vene di fero e cose fantastiche»
Lo stemma e il gonfalone del Comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 13 giugno 2003.[8][9]
«Tagliato: il primo, di rosso, alla ruota dentata, di ventiquattro denti e di otto raggi, di argento; il secondo, di verde, alle sette spighe di grano, d'oro, impugnate, legate di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
La ruota dentata su fondo rosso ricorda le attività legate all'estrazione ed alla lavorazione del ferro; il fascio di spighe è simbolo dell'agricoltura e delle attività ad essa collegate che negli anni ha caratterizzato la parte pianeggiante della Valsassina.
Secondo quanto riportato da Goffredo da Bussero, nel Duecento a Cortenova si trovavano due chiese: una dedicata a sant'Ambrogio, collocata nei pressi del torrente Pioverna, e una intitolata a san Michele.[10] In quel tempo, la chiesa di Sant'Ambrogio ospitava due altari: uno dedicato alla Madonna, l'altro a San Protaso.[6] Tre secoli più tardi è invece attestata una chiesa sola, quella dei Santi Protaso e Gervasio, ricostruita lontano dal torrente in sostituzione di quella di Sant'Ambrogio su impulso del cardinale Federico Borromeo.[10]
Già attestata nel XIII secolo,[11] la chiesa fu riconsacrata nel 1628.[10] In stile barocco, la chiesa conserva un affresco quattrocentesco in cui sono riportati la Vergine col Bambino tra i santi.[10] un altare maggiore in marmo a forma di tempio (1779), una statua della Madonna del Rosario risalente al XVII secolo e arredi lignei coevi.[12]
Localmente nota come "oratorio di San Fermo[13], la chiesetta fu terminata non oltre il 1591 e non prima del 1583,[14] anno in cui alcuni componenti della locale famiglia dei Mornico avevano ottenuto il beneplacito per la costruzione dell'edificio[13]. Oltre ai santi Fermo e Rustico, la chiesa era in principio intitolata anche ai santi Ambrogio, Cecilia e Nicola da Tolentino.[13] I cinque santi originariamente titolari dell'edificio religioso sono rappresentati in un ciclo scultoreo della pala dell'altare.[13] Cecilia e Ambrogio sono raffigurati anche nelle vetrate più piccole che sormontano il portale d'ingresso, collocate ai lati della finestrona su cui è rappresentata la nascita di Maria. Anche queste vetrate sono databili non oltre la fine del Cinquecento.[15]
Un'altra chiesa si trovava in località Prato San Pietro, ma per motivi viabilistici venne demolita e ricostruita ex novo.[10] Della vecchia chiesa fu mantenuto solo il campanile, che oggi funge da spartitraffico tra due strade.[10][7]
Abitanti censiti[20]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010, la popolazione straniera residente era di 85 persone, pari al 6,6% della popolazione residente. Questo l'elenco delle nazionalità maggiormente rappresentate:[21]
Pos. | Cittadinanza | Popolazione |
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1 | Marocco | 13 |
2 | Serbia | 13 |
3 | Albania | 10 |
4 | Togo | 9 |
5 | Bosnia ed Erzegovina | 9 |
6 | Croazia | 9 |
Fa parte della Comunità Montana della Valsassina.