Il paese si trova a 540 m s.l.m., sulla sommità di una collina che si sviluppa sulle pendici occidentali del Massiccio del Monte Cairo, in posizione dominante sulla sottostante Valle del Liri.
Nel territorio comunale, interamente collinare e montuoso, oltre alle pendici del Monte Cairo e del Monte Castrocielo, si trova la vetta del Monte Obachelle, seconda vetta del Massiccio del Monte Cairo, dove origina anche il ruscello Le forme d'Acquino.
Data la sua posizione, Colle San Magno, gode di un clima relativamente fresco d'estate con frequenti temporali ad evoluzione diurna e rigido in inverno. Rare sono comunque le nevicate anche se talora possono arrivare con accumuli importanti (80 cm nel corso del 2012, 10–20 cm la media annuale). La bassa umidità dell'aria rendono in ogni stagione il clima più salubre anche quando la temperatura scende di 3 o 4 gradi al di sotto dello zero.
Colle San Magno, il cui nome si riferisce a Magno di Anagni, santo e martire della chiesa, cui si attribuisce la diffusione del Cristianesimo del Lazio meridionale, fu fondato nell'XI secolo da un gruppo di abitanti di "Castrum Coeli", castello costruito sul Monte asprano’’
Nel V secolo a.c. Colle San Magno venne attaccato ferocemente da una falange di guerrieri volsci pagando pesanti perdite in termini di vite umane, diverse donne furono rapite e stuprate ed è per questo che l'episodio viene ricordato ancora oggi come Il Ratto di Varciosa.
Gli accadimenti legati a questo orribile evento vengono ancora oggi ricordati ogni 15 di Marzo
«Comune situato nelle immediate retrovie del fronte di Cassino,durante l'ultimo conflitto mondiale,fu sottoposto a violente rappresaglie da parte delle truppe tedesche occupanti e a violenti bombardamenti da parte delle forze alleate,che causarono la morte di numerosi civili e la distruzione di gran parte dell'abitato.» — Colle San Magno (FR), 1943-1944
Il Lunedì dell'Angelo a Colle S. Magno: un itinerario ella natura alla scoperta di un'antica tradizione. Le antiche comuni origini di Colle S. Magno e Castrocielo hanno dato vita ad una singolare e suggestiva tradizione che gli abitanti delle due Comunità celebrano ogni anno nel giorno del Lunedì in Albis. L'itinerario qui proposto, sebbene possa essere percorso in ogni periodo dell'anno, assume connotati assolutamente unici proprio nel giorno della Pasquetta. La natura incantata di primavera, fatta di paesaggi e di panorami mozzafiato, di verdissime vallate e di cime a tratti ancora candide, è il superbo palcoscenico su cui gli abitanti di Colle e quelli di Castrocielo si ritrovano annualmente nel sito dell'antica madrepatria: la vetta del monte Asprano. Ancor prima dell'alba del predetto giorno da Castrocielo parte una Processione che faticosamente ascende e finalmente conquista la cima della montagna. Il percorso, estremamente diroccato, è costantemente allietato dai canti e dagli inni alla Madonna che i tanti devoti intonano incuranti delle fatiche del viaggio. La vallata che divide le balze verdeggianti del monte Serrone e il versante di sud-est dell'Asprano, con i suoi dirupi ed il suo aspetto selvaggio ancora oggi, diventa un enorme cassa armonica nel continuo e confuso riecheggiare delle voci festanti, e quasi trema, di tanto in tanto, del fragore dello sparo che sempre accompagna il cammino verso il monte. Da Colle S. Magno, data la sua già elevata posizione, il sentiero che conduce in cima all'Asprano è molto più agevole e corto rispetto a quello proveniente da Castrocielo. Il fascino selvaggio dei paesaggi è però altrettanto grande, e i panorami affondano nel cuore del massiccio del monte Cairo, sulle cime erbose e tondeggianti del Cimarone a nord est, del Salere e di monte Obacchelle a est, e di monte Occhio a nord, per digradare lentamente fino a valle tra boschi di faggi, castagni, querce, carpini ed elci. Quando ormai la processione da Castrocielo è giunta in cima, un'altra, da Colle, intraprende l'ascesa del monte Asprano. La montagna sovrastante Colle S. Magno è ormai piena di fedeli, turisti, escursionisti, pellegrini e quanti, d'ogni dove giunti, non vogliono perdersi l'emozionante attimo in cui le due Comunità si incontreranno. Ai loro occhi Colle S. Magno appare con tutte le sue case, un nido di tetti, con le sue strade, la sua piazza dagli alberi secolari. Tutt'intorno prati e villette, e ancora oltre le varie frazioni con gli antichi casolari, le aie, le cisterne. Intanto, dal campanile della magnifica Chiesa dedicata a S. Magno, il suono delle campane si fonde con le note della banda musicale e l'atmosfera è quella inconfondibile di una grandiosa festa. In quarantacinque minuti circa la Processione proveniente da Colle guadagna la cima. La Comunità di Castrocielo scende il sentiero di qualche metro, con la bella Immagine della Madonna e lo stendardo, e i pochi istanti di attesa sembrano minuti, ore. Alla vista dello stendardo in testa alla Processione proveniente da Colle l'emozione dei presenti è palpabile, le rispettive bande suonano all'impazzata, i fuochi d'artificio rimbombano assordanti. In pochi attimi le due popolazioni si fondono, tornano ad essere l'antica unica comunità del Monte Asprano. In quest'attimo supremo le due Immagini della Madonna vengono fatte inchinare l'una verso l'altra quasi per scambiarsi un simbolico bacio. È il sigillo che le due Comunità appongono sul loro sentimento di eterna e reciproca fratellanza. È l'esempio e il messaggio che due piccoli Paesi, Colle S. Magno e Castrocielo, lanciano a tutti i popoli del mondo all'inizio del terzo millennio.(di Antonio Colonnello)
Colle San Magno, anche se non ne viene citato il nome, è presente in diverse canzoni del gruppo di musica popolare M.B.L., come "Canto di primavera" e "Il brigante Colamatteo".
Inoltre, a Colle San Magno è ambientato "Sotto l'ombra del Tricolore" (Artestampa Editore) di Antonio Valerio Fontana, del 2014, dove, seppur in secondo piano, vengono descritte le tradizioni e la cultura del paese tra le due guerre mondiali, attraverso le avventure dei protagonisti.
Nel 2014 è stato inaugurato il Museo vivo della memoria per condividere i ricordi degli eventi bellici avvenuti nella zona durante la seconda guerra mondiale e per comunicare alle nuove generazioni gli orrori e la tragedia della guerra.
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero di addetti delle imprese locali attive (valori medi annui).[6]
2015
2014
2013
Numero imprese attive
% Provinciale Imprese attive
% Regionale Imprese attive
Numero addetti
% Provinciale Addetti
% Regionale Addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Colle San Magno
22
0,07%
0,005%
27
0,03%
0,002%
23
28
23
25
Frosinone
33.605
7,38%
106.578
6,92%
34.015
107.546
35.081
111.529
Lazio
455.591
1.539.359
457.686
1.510.459
464.094
1.525.471
Nel 2015 le 22 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,07% del totale provinciale (33.605 imprese attive), hanno occupato 27 addetti, lo 0,03% del dato provinciale; in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato un addetto (1,23).